Mi confidò che aveva paura di essere sorpreso, volgendo il tempo di sigizia quasi al termine, dalla marea discendente. E io fui còlto da timore, perché noi vogavamo sempre dove non c'era acqua, tra l'aridità delle case, e costeggiavamo in quel momento i marciapiedi di una piazza polverosa. Capii che il dottore parlava della marea della terra, e credetti che fosse ubriaco, oppure io, e che il suolo fuggisse al nadir, come un basso virtuale sottratto da un incubo. Ora so che oltre il flusso dei suoi umori e la diastole e la sistole che muovono il suo sangue circolare, la terra muove dei muscoli intercostali e respira verso il ritmo della luna; ma la regolarità di questa respirazione è dolce, e pochi uomini ne sono informati".
Alfred Jarry, Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico
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