Cada vez que te vayas de vos mismo/ no olvides que te espero/ en tres o
cuatro puntos cardinales/ siempre habrá un sitio dondequiera/ con un montón de
bienvenidas/ todas te reconocen desde lejos/ y aprontan una fiesta tan discreta/
sin cantos sin fulgor sin tamboriles/ que sólo vos sabrás que es para vos/ Cada
vez que te vayas de vos mismo/ procurá que tu vida no se rompa/ y tu otro vos no
sufra el abandono/ y por favor no olvides que te espero/ con este corazón recién
comprado/ en la feria mejor de los domingos/ Cada vez que te vayas de vos mismo/
no destruyas la vía de regreso/ volver es una forma de encontrarse/ y así verás
que allí también te espero/.
sabato 29 luglio 2017
venerdì 28 luglio 2017
Riconoscenze, Giuseppe Mario Spadari
Le opere, la vita di Mario Giuseppe Spadari non hanno mai perso di vista quel qualcosa che oggi si ritrova solo nelle storie dei nostri vecchi: camminare lungo il Po, accompagnati da un amico vero, e non necessariamente umano, per celebrare quel rapporto che è tanto disarmante quanto semplice: nutrire, proteggere, crescere. Se esistesse un breviario dell'innocenza, Spadari non saprebbe che farsene, circondato com'è dal silenzio e dalla mitezza dei suoi animali di terracotta. E, in fondo, basta dare un'occhiata ai fogli di quaderno - parte integrante della mostra - su cui Spadari scrive dei suoi animali per sentire quel brivido che solo una parola dimenticata come fedeltà può offrire.
Le sculture sono esposte presso la Libreria Ponchielli,
piazza S.A. Maria Zaccaria 10, sino alla fine del mese di agosto (orario estivo: 9,00-13,00/17,00-20,00)
Le sculture sono esposte presso la Libreria Ponchielli,
piazza S.A. Maria Zaccaria 10, sino alla fine del mese di agosto (orario estivo: 9,00-13,00/17,00-20,00)
giovedì 27 luglio 2017
mercoledì 26 luglio 2017
La Trilogia di Andrea Savazzi
Il lavoro di Andrea Savazzi compone una trilogia: nella prima fase la sua
pittura racconta le fabbriche ormai dismesse o comunque in via di sparizione,
nella seconda raffigura il vacuum della politica con la sua progressiva
trasformazione dell'idea che di essa aveva nutrito il Novecento, l'ultima fase
rappresenta l'oblio dei destini umani .
Il suo lavoro sembra dunque
raccontarci la grande trasformazione che stiamo vivendo ed esattamente la
disgregazione del lavoro, della politica, dell'idea stessa di vita umana per
come li avevamo conosciuti."
martedì 25 luglio 2017
Esposizione di Andrea Savazzi
"Sotto le tazze da tè / tengo una specie d'inferno"
Le opere di Andrea Savazzi rispondono silenziosamente a chi le osserva: lo spazio della cornice è il luogo di una ricerca che è pittorica e umana, fatta di tecnica pura che impietosamente lavora per descrivere l'oblio delle grandi figure storiche ritratte. Sembra quasi che la perversità (per dirla con Poe, di cui pure Savazzi è figlio) del vivere sia tutta ingabbiata lì dentro, o dietro gli occhi - significativamente espunti - dei classici soggetti; eppure la corruzione è invadente, il segno del tempo deve mostrarsi, ed ecco chel'austero e muto ritratto partorisce una forma di vita bizzarra, un po' uomo, un po' muscolo, un po' essere umano fatto di corallo, e la cecità (o negazione della vista) diviene il metro su cui misurare il nostro tasso di decadenza fisica, morale ed esistenziale. Ciononostante, Andrea Savazzi è capace anche di grande ironia, quando in un progressivo gioco di antiche cornici riesce a collocare la miniatura di una mosca.
L'esposizione presso la Libreria Ponchielli chiuderà il 7 agosto.
(testo di Federico Biolchi)
giovedì 20 luglio 2017
Nicla Vassallo
La terra astrale, lì mi
conduci
radiale
su una battigia spirituale
escursionismo di serenità,
temi di nuotare
afferro la tua mano, ci
propaghiamo
nuoti bene, nuoto bene,
la tribolazione svanisce in un
baleno
......
Nicla
Vassallo
giovedì 13 luglio 2017
I ragazzi (disegno di Pietro di Cristofaro)
I ragazzi
Guardali, costretti a competere tra loro
come belve al Colosseo
costretti a chinarsi, piegarsi, deformarsi
per avere un lavoro
costretti a trovare parole di giustificazione
per spiegare ai loro genitori
il vuoto crudele in cui dovrebbero maturare
le loro scelte
Soli, i ragazzi
come forse mai alcuna generazione
Ah, dimenticavo
quella mandata a morire in guerra
Ora, in questa di guerra
la lotta è contro tutti,
fratricida, non umana,
Coloro che questa rappresentazione del mondo
hanno voluto
molto, molto dovranno spiegare al futuro.
Mina Palovi
Guardali, costretti a competere tra loro
come belve al Colosseo
costretti a chinarsi, piegarsi, deformarsi
per avere un lavoro
costretti a trovare parole di giustificazione
per spiegare ai loro genitori
il vuoto crudele in cui dovrebbero maturare
le loro scelte
Soli, i ragazzi
come forse mai alcuna generazione
Ah, dimenticavo
quella mandata a morire in guerra
Ora, in questa di guerra
la lotta è contro tutti,
fratricida, non umana,
Coloro che questa rappresentazione del mondo
hanno voluto
molto, molto dovranno spiegare al futuro.
Mina Palovi
mercoledì 12 luglio 2017
ogni cosa a ogni cosa ha detto addio, Valentino Zeichen
Fuga dalla Tautologia
Smisero d'essere
romani a Roma
per esserlo altrove,
in remoti avverbi
di luogo e tempo.
In lontani dove
precorsero i nemici
aspettandone la nascita
per poterli censire.
L'impero durava da tanto;
generazioni di sentinelle
non ricordavano più
da quanti secoli
si davano i cambi,
come custodi di musei
a guardia di paesaggi.
Guidate dai venti
nuvole alleate ai romani
prendevano i calchi
di orde a cavallo.
e di quando in quando
piovevano frecce.
da "Centuria d'amore", Amaruka, Letteratura universale Marsilio
A lungo ti protegga il volto di una donna sottile,
col suo mare di riccioli che trema e ondeggia,
gli orecchini scintillanti su e giù
e il segno dell'unguento sulla fronte
quasi cancellato da gocce minuscole di sudore-
gli occhi sfiniti dopo la passione
nell'aver preso la parte dell'uomo:
che cosa t'importa di Hara, Hari, Brahma
e gli altri dei?
col suo mare di riccioli che trema e ondeggia,
gli orecchini scintillanti su e giù
e il segno dell'unguento sulla fronte
quasi cancellato da gocce minuscole di sudore-
gli occhi sfiniti dopo la passione
nell'aver preso la parte dell'uomo:
che cosa t'importa di Hara, Hari, Brahma
e gli altri dei?
lunedì 10 luglio 2017
sabato 8 luglio 2017
Riflettendo su "Porte Aperte", oper day, open night del Dipartimento di Musicologia e Beni culturali
Quasi fosse una lezione
Riflettendo su Porte Aperte, open day, open night, la mente torna alla primissima volta in cui questo avvenimento è accaduto.
Era una notte fredda, gli ascoltatori e gli autori degli interventi si coprivano con coperte di ogni tipo per resistere al gelo. Ogni poco qualcuno offriva un giro di the caldo mentre il vento soffiava sotto i portici del Comune.
Non erano accademici che portavano relazioni coloro che parlavano: erano ragazzi, studenti, carichi di intensità, vivi, imperfetti, sinceri.
Eravamo tutti lieti di poter partecipare alle loro visioni. Nessuno di noi è andato a letto prima dell' alba di quel giorno.
Il 14 luglio l'evento si ripete ma non è più un miracolo.
Il microfono sarà nelle mani di accademici, bravi certo, ma senza più fame, senza eresie, senza incendi.
Saranno moderatamente spiegate delle cose, quasi fosse una lezione.
La gente se ne andrà a letto presto, con qualche nozione in più, qualcuno deciderà di iscriversi, qualcuno penserà di non farlo.
Ma non sarà più come in quella notte gelida e sincera dove forte bruciava il desiderio e la speranza di un sapere ricco e forte.
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