giovedì 23 febbraio 2012

Filosofarti


                                                                  Il corpo, i sensi
                                                                              
                                         http://www.filosofarti.it/wordpress/?page_id=66

                                                                       

                                                                     

mercoledì 22 febbraio 2012

"LE PIACE TACITO ? " PIERO TREVES

Un titolo assai bello questo del libro di Piero Treves.
Questo titolo ci pare raccontare alcune cose.
Nel millenovecentocinquanta esce il libro di Francoise Sagan,"Le piace Brahms ?"Un titolo sottilmente erotico ,di un'autrice considerata fortemente trasgressiva.
Piero Treves,nato nel 1911,in quell'anno compie   39 anni .E' un uomo giovane,ci piace pensare che quel titolo entri nel suo mondo fatto di studi e di rigore portandovi un lieve soffio (souffle).
Molti anni dopo quello spirito,quel sorriso,entra nel titolo di un uomo quasi ottantenne che il suo rigore ha trasformato in precisione e che,altrettanto,quel sorriso ha conservato.

domenica 19 febbraio 2012

A NOI PIACCIONO I MORI

 


Le cose non si possono afferrare o dire tutte come ci si vorrebbe di solito
far credere;
la maggior parte degli avvenimenti sono indicibili,
si compiono in uno spazio
che mai parola ha varcato,
e più indicibili di tutto sono le opere d'arte,
misteriose esistenze,
la cui vita accanto alla nostra che perdura,
svanisce

Rainer Maria Rilke, Lettere ad un giovane poeta


sabato 18 febbraio 2012

tuttolibri (La Stampa 18 febbraio 2012)

..." libri ...di cui tre in saggistica,ormai genere caravanserraglio..."

FINALMENTE,FINALMENTE L'ABBIAMO DETTO!





giovedì 16 febbraio 2012



                                                                                                        
                                                                                  

mercoledì 15 febbraio 2012

15147...ritirare cd alle casse


LA LIBRAIA ORDINA "SANTA MIRA"  DI GABRIELE FRASCA,EDIZIONI LE LETTERE ( CON CD )
IL LIBRO ARRIVA.IL RETRO E' DETURPATO DA UNA GIGANTESCA ETICHETTA CON SCRITTO " 15147 RITIRARE CD ALLA CASSA"
LA LIBRAIA SI INCAVOLA,ANCHE SE SOLO QUALCHE MINUTO PRIMA SI ERA SENTITA MOLTO ZEN.
L'OSCENA ETICHETTA NON E' REMOVIBILE SE NON A PREZZO DI UNA GRAFFIATURA DELLA COPERTINA.
1 5 1 4 7... AUSCHWITZ ? I LIBRI NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO?
"RITIRARE CD ALLA CASSA ...SI TRADUCE CON "VOI SIETE DEI LADRI,VOLETE RUBARCI IL CD E NOI VE LO IMPEDIREMO"
PENSATE ANCHE VOI CHE IN QUESTA ETICHETTA SIANO RACCHIUSI TROPPI SENTIMENTI CATTIVI ?

domenica 12 febbraio 2012

Rick Gekoski, Faber et magister

ANCHE IL MAESTRO STA RIFLETTENDO SU ULISSE...






IL MAESTRO SI ACCINGE A SPIEGARE PERCHE L'EDIZIONE IN SUO POSSESSO,VALE ASSAI PIU DI TUTTE LE ALTRE...

                                         


OSSERVATE,VI PREGO,IN QUALE MODO TIENE TRA LE SUE DOLCI MANI IL LIBRO,IL MAESTRO...



                                    

                                      


sabato 11 febbraio 2012

a Nadia Fusini



Giacinta gli lesse anche il soliloquio di Molly nell'Ulisse di Joyce
e i passi salienti del volume del Lawrence che si suole accoppiargli,
ma sempre senza effetto.
Molly- gli commentava lei- era starving!
    Lo so, lo comprendo- assentiva lui sorridendo 

Antonio Pizzuto, Rapin e Rapier

Ernesto Livorni - L'Ulisse di Joyce tradotto in italiano.


Nonostante gli studiosi italiani abbiano iniziato ad interessarsi all'Ulysses in ritardo (la prima traduzione completa è quella approntata da Giulio De Angelis nel 1960, pubblicata da Mondadori insieme all'indimenticabile Guida alla lettura, un volumetto di annotazioni curato dal traduttore e da Giorgio Melchiori), essi si sono impegnati sempre più vigorosamente a quell'epica del quotidiano scritta da Joyce. Una nuova traduzione aggiornata divenne persino più necessaria dopo la pubblicazione del testo corretto dell'Ulysses (preparato sotto la direzione di Walter Gabler: New York - London, Garland, 1984), a cui fece seguito una nuova edizione della traduzione di De Angelis (Milano, Mondadori, 1988), che però lascia piuttosto perplessi. Quindi, appare pienamente giustificata l'annotazione che appare discretamente in testa ai diritti d'autore del volume curato da Bona Flecchia (James Joyce, Ulisse, Versione e note di Bona Flecchia, Firenze, Shakespeare and Company, 1995, pp.683): "La presente traduzione dell'Ulisse non segue la lezione di un solo testo, ma è il risultato di una prospezione e ricostruzione autonoma del testo joyciano condotta e realizzata dalla traduttrice. Una scelta oggi obbligata, davanti alle oltre cinquemila varianti, in sé tutte plausibili, proposte dalla filologia in oltre mezzo secolo di esercizio sul testo di James Joyce".
    Pubblicato in un'elegante edizione da una casa editrice che strenuamente continua l'impresa letteraria di Sylvia Beach (un collegamento sottolineato sia dalla riproduzione della pagina del titolo della versione originale del 1922, che dai due interventi di Aldo Rosselli e di Giuseppe Recchia), il testo è fornito di nove mappe dettagliate di Dublino - ciascuno specifico dei quartieri della città rilevanti per i vari episodi - ed una bibliografia davvero essenziale; l'Appendice riproduce lo Schema Linati e la tavola di Gilbert accanto alle corrispondenze tracciate dallo stesso Joyce tra l'Odissea e gli episodi dell'epica giornata di Leopold Bloom. A dire il vero, tutti questi ingredienti non rappresentano una novità nemmeno per il lettore italiano, ma la loro inclusione è utile per quei lettori che vogliono abbracciare il testo il più possibile nello spazio (attraverso le cartine topografiche di Dublino) e nel tempo (le sequenze temporali presentate negli schemi); e la traduzione di "The Croppy Boy" ("ragazzi che combatterono per la libertà d'Irlanda", come la traduttrice specifica nella nota introduttiva all'episodio "Sirene": p. 648) è una giudiziosa aggiunta all'Appendice. Questo piccolo esempio può fornire una comprensione della chiave ermeneutica sfruttata dalla traduttrice: "Là, il pensiero affiso, attraversa il corso ed entra nel bar Ormond, sul lungo fiume. Qui, dietro il banco di mescita, fiammeggiano Miss Douce dai capelli ramati e la bionda Miss Kennedy, ancora con negli occhi lo spettacolo del passaggio del corteo del viceré: l'eccitante visione del potere". Queste righe sono estrapolate dalla nota introduttiva all'episodio sopra menzionato (p. 648) e tutto sommato non si discostano per il contenuto (sebbene spicchino per maggiore concisione) dalla corrispondente introduzione preparata da Guido De Angelis per la traduzione del 1960. Tuttavia, la caratteristica peculiare risiede nell'attenta considerazione della scena (l'opposizione dei segnali deittici è un punto di riferimento alquanto ovvio); la descrizione cesellata dei dettagli (i capelli di Miss Douce); la selettiva scelta di parole che culmina in alcuni vocaboli di derivazione visibilmente latina; ed infine, la costruzione sintattica che si aggruma verso il culmine della scena. L'"azzardo linguistico", come Giuseppe Recchia lo chiama, con il quale gioca la traduttrice (Bona Flecchia: "un'interprete teatrale di testi shakespeariani, che usa per giunta "parole pirata"": p. XIV) è evidente già nel linguaggio delle annotazioni, giustificando quanto Aldo Rosselli ha da dire a questo riguardo: "Una nuova traduzione che presuppone che anche le maggiori asperità del lessico joyciano siano entrate nella linea del nostro italiano" (p. IX).
    In verità, due sono le maggiori novità e virtù della traduzione di Bona Flecchia. La prima, già menzionata, consiste nella paziente abilità del filologo che comprende la necessità di avvantaggiarsi dell'edizione Gabler per realizzare "il compito del traduttore" (per citare il titolo di quel fertile saggio di Walter Benjamin): un'aderenza al testo che, a sua volta, respinge; un tradimento della parola che è l'ultimo atto d'amore. Sebbene in nessun luogo la traduttrice attesti il suo debito all'edizione del Testo Corretto (in realtà, ella sottolinea l'autonomia del suo progetto, come si osserva nel paragrafo sopra menzionato in cui afferma la sua "prospezione e ricostruzione autonoma del testo joyciano" sostenuta dalla consultazione dei manoscritti conservati nelle principali biblioteche di Londra, Dublino, New York e Washington), il riferimento a quell'edizione appare costantemente.
    La seconda novità, sebbene intrinsecamente collegata alla prima, è in ogni caso molto più interessante dalla prospettiva della traduzione per sé e del compito ad essa assegnata di rendere i ricchi strati del linguaggio di Joyce in quella lingua italiana a lui cosÏ cara. Riferimenti all'episodio "Sirene" sono di nuovo utili; consideriamo i primi righi:
 Bronzo ed oro ferrei zoccoli udirono, acciaio che canta.
 Impertntntn tntntntn.
 Schegge, levando schegge dalla rocciosa unghia del pollice, schegge.
 Orribile! E oro si fece di rosso più intenso.
 Si levò una roca nota di piffero.
 Pinnacolo di capelli d'oro.
 Rosa ondulante su serici seni satinati, rosa di Castiglia.
 Trillante trillando: Ahidolores.
    Proprio l'inizio dell'ouverture dell'episodio offre una ragguardevole opportunità alla traduttrice di elaborare sulla tonalità del linguaggio di Joyce. E` una tonalità che trova il suo sostegno non soltanto nella qualità musicale della lingua italiana, ma anche nella sottolineatura dei toni di colore del linguaggio stesso. Facendo ciò, Bona Flecchia estrae dal testo di Joyce le sfaccettature implicite nell'espressione inglese ("And gold flushed more" diventa "E oro si fece di rosso più intenso": cioè, l'intensità del rossore implicita nel verbo to flush è resa esplicita nella traduzione italiana), o elabora - e davvero arricchisce - il testo originale creando una variazione espansa dell'immagine di Joyce. In questo caso, l'immagine si muove sinesteticamente tra i regni dell'olfatto e della vista ("A jumping rose on satiny breasts of satin, rose of Castille" diventa "Rosa ondulante su serici seni satinati, rosa di Castiglia"), insistendo su un numero limitato di suoni inseriti tra le due occorrenze della rosa ed espandendosi sulla sensazione tattile della stoffa satinata ("SErIcI SENI SaTINaTI").
    Questa traduzione, di cui si sentiva il bisogno, è fortemente indebitata tanto con l'edizione Gabler, quanto con la traduzione De Angelis; resta, comunque, un'impresa di considerevole pregio che aiuta il godimento e la comprensione di uno dei testi fondamentali del Modernismo.


                                            n. due-tre, dicembre 1995 - 1995, n. 2
                          http://www.comune.bologna.it/iperbole/boll900/livorni.htm

venerdì 10 febbraio 2012

ULISSE,JOYCE,SHAKESPEARE AND COMPANY,BONA FLECCHIA


ULISSE 1995,CONSERVATO, PER ANNI IN UN  PROFUMATO CERA D'API SCAFFALE,
                          IN UNA PICCOLA LIBRERIA, AI CONFINI DELL'IMPERO

A BONA FLECCHIA

NON SAPPIAMO NIENTE DI TE, COSA HAI VISSUTO DOPO,COME SIA ACCADUTO CHE LA TUA BELLISSIMA TRADUZIONE SIA SPARITA DAGLI SCAFFALI DELLE LIBRERIE...
QUALCUNO DICE CHE UN EDITORE... ,ALTRI CHE VOI ERAVATE MOLTO GIOVANI E NON ABBIATE POTUTO DIFENDERE IL DIRITTO A FAR VOSTRO JOYCE...ALTRI ANCORA...
CI VUOI SCRIVERE E RACCONTARE ?

                                           la libraia e i suoi amici

Gesualdo Bufalino - Il Guerrin Meschino

Gesualdo Bufalino - Il Guerrin Meschino, Bompiani, 1998

 

Gesualdo Bufalino (Comiso, 15 novembre 1920 – Comiso, 14 giugno 1996) è stato uno scrittore e aforista italiano. Per gran parte della vita insegnante liceale, si è rivelato tardivamente, nel 1981, all'età di 61 anni con il romanzo Diceria dell'untore, grazie all'incoraggiamento di Leonardo Sciascia ed Elvira Sellerio: l'opera vinse lo stesso anno il prestigioso Premio Campiello.
Egli si rese famoso per il suo stile ricercato, ricco e in alcuni casi "anticheggiante", nonché per la sua grande abilità linguistica e la vasta cultura. Grande amico di Leonardo Sciascia, visse la maggior parte della sua vita a Comiso, mantenendo un'esistenza ritirata e discreta.

giovedì 9 febbraio 2012

A Marco Praloran


              Le dame, i cavalier, l'arme, gli amori

LUCIANO GENTA,luciano genta !





" PREFERISCO PERDERE I LETTORI CHE INGANNARLI "


                             (  LEONARDO SCIASCIA : "A futura memoria " )






DOMENICALE SOLE 24 ORE

IL POST SOTTO STA RACCONTANDO CHE SUL DOMENICALE DEL 5 FEBBRAIO SI DICE CHE FRANCO ANGELI PUBBLICA PER LA PRIMA VOLTA  NEL N. 42 DELLA RIVISTA "LA SOCIETA DEGLI INDIVIDUI "
IL TESTO DI CAMUS "MI RIVOLTO,DUNQUE SIAMO"
A NOI PARE CHE IL TESTO SIA GIA STATO PUBBLICATO DALLE EDIZIONI  ELEUTHERA NEL SETTEMBRE 2008,A CURA DI VITTORIO GIACOPINI.

Al Sole 24 Ore


                      Per una qual certa prima edizione fantasma di Camus

ANE(HA(D)DOT)I


"Ma Hadot era uno di quei vecchi maestri che lasciano il segno, e se io dovessi spiegare cos'è la filosofia, non mi verrebbero poi molti altri sistemi che prendere queste pagine e, lentamente, leggerle a voce alta. Immagino che legioni di studenti la smetterebbero di agonizzare durante le ore di filosofia se solo mettessero un attimo il naso lì dentro" (Alessandro Baricco)

martedì 7 febbraio 2012

Il vergiliato sotto la neve bis

A Barbey D'Aurevilly




Cos’è necessario?
E’ necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si è vissuto
il curriculum dovrebbe essere breve.
E’ d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e ricordi incerti in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.
L’appartenenza a un che, ma senza perché.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l’orecchio scoperto.
E’ la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.


Wislawa Szymborska

lunedì 6 febbraio 2012

WILLIAM FAULKNER - I NEGRI E GLI INDIANI




WILLIAM FAULKNER

I NEGRI E GLI INDIANI

 a cura di Fernanda Pivano
piano dell'opera predisposto dall'autore stesso

traduzioni di  Edoardo Bizzarri,Fernanda Pivano,Magda De Cristofaro,Giorgio Monicelli

ARNOLDO MONDADORI 1965

Scendi,Mosè-Non si fruga nella polvere-Foglie rosse-Un giudice-Il guado-Un corteggiamento-Corsa nel mattino


A Roberta


Il treno i fantasmi i presagi



Il viaggiatore in attesa che riprenda la corsa potrebbe spiegarsi 
sol che fosse in condizioni di spiegarsi
sol che fosse in condizioni di pensare 
l'estasi trascendentale della clausura o gli arcani delle mentalità orientali. 
Egli non si sente abbandonato all'annichilimento, 
pur rendendosi conto di  quel che debba essere il letargo o l'effetto di un anestetico 


Antonio Pizzuto, Rapin e Rapier


MESSAGGERIE LIBRI




DALLA PERIFERIA DELL'IMPERO

A QUEL MISTERIOSO,SCONOSCIUTO CUORE CHE PULSA

DIETRO L'IMMENSO,GELIDO APPARATO

UNA PICCOLA LIBRERIA INDIPENDENTE

PROFONDAMENTE RENDE GRAZIE


venerdì 3 febbraio 2012

William Faulkner, Requiem per una monaca, SE, 1992


William Faulkner, Requiem per una monaca, SE, 1992


William Cuthbert Faulkner, nato Falkner (New Albany, 25 settembre 1897 – Oxford, 6 luglio 1962), è stato uno scrittore, sceneggiatore, poeta e drammaturgo statunitense, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1949 e considerato uno dei più importanti romanzieri statunitensi, autore di opere spesso provocatorie e complesse. Le opere di William Faulkner sono caratterizzate da una scrittura densa di pathos e di grande spessore psicologico, da periodi lunghi e sinuosi e da una cura meticolosa nella scelta dello stile e del linguaggio. Nella pratica stilistica, fu considerato il rivale di Ernest Hemingway, che gli si oppone con il suo stile conciso e minimalista. È stato ritenuto forse l'unico vero scrittore modernista statunitense degli anni trenta: Faulkner si allaccia alla tradizione sperimentale di scrittori europei quali James Joyce, Virginia Woolf, e Marcel Proust, ed è noto per l'uso di strumenti espressivi innovativi: il flusso di coscienza, narrazioni elaborate da punti di vista multipli e salti temporali nella cronologia del racconto.

Ernst Wilhelm Heine - A bordo del Titanic


Ernst Wilhelm Heine, A bordo del Titanic, Theoria Riflessi,  dicembre 1993 



L' attività letteraria di Heine(1940, Berlino) è iniziata nel 1974 con la pubblicazione della rivista mensile Crauti. L'autore ha scritto durante la sua professione primaria come architetto, alcune storie e libri. 
La raccolta di racconti bizzarri e macabri a bordo del Titanic (1993), i suoi Kille-Kille storie e come  racconti di Heine  sono conosciuti ed hanno raggiunto uno status di culto tra gli appassionati della Germania.  

giovedì 2 febbraio 2012


La mia ombra è come un buffone
dietro la regina. Quando lei si alza,
il buffone sulla parete balza
e sbatte nel soffitto col testone.

Il che forse a suo modo duole
nel mondo bidimensionale.
Forse al buffone non va la mia corte
e preferirebbe un diverso ruolo.

La regina si sporge dal balcone
e dal balcone lui si butta giù.
Così hanno diviso ogni azione,
però a uno ne tocca assai di più.

Si è preso il merlo i gesti liberali,
il pathos con la sua impudenza
e tutto ciò per cui non ho la forza
corona, scettro, mantello regale.
Lieve sarò, ah, nell´agitare il braccio,
ah, lieve nel voltare indietro il capo,
sire, nell´ora del nostro commiato,
sire, alla stazione ferroviaria.

Sire, in quel momento sarà il buffone
a sdraiarsi sui binari alla stazione.




Wislawa Szymborska, Ombra

Che cos'è un partito?

 


Voce del verbo partire

A una strana zingarella

Il vergiliato sotto la neve