sabato 30 marzo 2024

Inaugura "Roma; prime impressioni chine da taccuino, 1982" , mostra di Prospero Andreani, qui in Libreria dal 01 al 19 Aprile 2024

 

"Questa raccolta di Chine è andata formandosi a partire dal 1980. 

Sono nate (drawing kinds of doodling), arrivato a Roma, da un mio disegnare a matita al modo usato dai viaggiatori di un passato più o meno recente. Sì, ma come presentarle oggi? E soprattutto come leggerle? E con quale scopo? Sono domande che oggi, volendo mostrarle, mi faccio.

Io stesso mi chiedo cosa sono. Cosa, se non l'espressione degli stati d'animo, degli umori di un non romano che andava assorbendo le prime impressioni della città. Le vedevo come la Roma pagana, dei palazzi e del potere, ma anche delle fontane. E di altro, come certe mie citazioni della mostra di Magritte, ma sentendo muoversi dentro di me fantasie e memorie di letture adolescenziali.
Questi temi mi portarono alle cose prodotte tra il 1980 e il 1985. Utilizzavo tecniche varie, acrilico e tempera. Quel ciclo si chiuse coi lavori dedicati alle città sull'acqua, dal titolo "Reveries".

Vado avanti coi ricordi. Alcuni mesi dopo feci amicizia con alcuni ragazzi che gestivano un negozio alternativo di dischi Rock, "Managua".
Lì organizzarono un evento, one day show, e lì, tra dischi in vinile e CD, esposero le mie Chine, sotto il titolo di 'Roma Esoterica'.
Continuo a raccontare. Roma di giorno era sconvolta da lotte politiche, ma di notte era incantevole anche per le iniziative di Renato Nicolini che escogitò "L'Estate Romana".
Così, prima del buio scendevo presso il Foro Romano per sedermi sui gradini ai piedi della Torre Tarpea, in attesa della proiezione di un vecchio film.

All'epoca tenevo sempre con me un taccuino su cui tratteggiavo dei bozzetti e fissavo delle note, come se fossi in viaggio. Lo vivevo anche come un passatempo. Però non disegnavo cose dal vivo, preferivo immaginare.
Le luci dell'arena e dei lampioni dei giardini del Campidoglio creavano atmosfere da fiaba, la Roma pagana cristiana e misterica mi appariva come un set. 

Ne uscirono dei bozzetti particolari, così curiosi che li ricopiai: chine su carta d'Amalfi. E li arricchii di particolari.

Dopo che queste Chine furono esposte nel negozio di dischi, le misi da parte, e da allora non sono state più mostrate in pubblico.
I bozzetti, però, divennero una fonte di ispirazione per opere a tempera, olio e acrilico, e lasciate per molti anni a venire".


Prospero Andreani nasce a Bibbiano nel 1946, cresce a Gussola, paese della bassa cremonese a pochi chilometri dal fiume Po dove, grazie ad "incontri straordinari", sviluppa la passione per la pittura. 
A vent'anni dà il via al suo vagabondare tra Stati Uniti, Francia e Spagna. Londra lo accoglie per anni, e qui, con altri artisti partecipa alle prime esperienze di graffiti urbani, inserendosi nel movimento underground: realizza opere nei pub e nelle cantine di Earl's Court, occupa uno spazio al mercato delle pulci di Islington, improvvisando happening e lavori su pannelli. In seguito, si trasferisce a Roma. 
Alla fine degli anni '80, iniziano i viaggi in Turchia, Siria, Giordania, Egitto, Libano. Ora risiede a Cremona. 
Tra le sue numerose esposizioni ricordiamo l'apprezzatissima anteprima di opere ispirate a Rubayat di Omar Khayaam alla Biblioteca Vallicelliana di Roma. 



Chassidim (Byung Chul Han, La crisi della narrazione ) A TUTTI I LIBRAI E A TUTTI I LETTORI DEL MONDO

 "Quando Bàal-shem doveva assolvere un qualche compito difficile, qualcosa di segreto per il bene delle creature, andava allora in un posto nei boschi, accendeva un fuoco, e diceva delle preghiere, assorto nella meditazione e tutto si realizzava secondo il suo proposito- Quando,una generazione dopo, il Maggid di Meseritz si ritrovava di fronte allo stesso compito,riandava in quel posto nel bosco, e diceva:"Non possiamo più fare il fuoco, ma possiamo dire le preghiere", e tutto andava secondo il suo desiderio. Ancora  una generazione dopo, Rabbi Moshè Leib di Sassow dove assolvere lo stesso compito.Anch'egli andava nel bosco, e diceva:"Non possiamo più accendere il fuoco e non conosciamo più le segrete meditazioni che vivificano la preghiera; ma conosciamo il posto nel bosco, dove tutto ciò accadeva, e questo deve bastare". E infatti ciò era sufficiente.Ma quando di nuovo,un'altra generazione dopo, Rabbi Yisra'èl di Rischin doveva anch'egli affrontare lo stesso compito, se ne stava seduto in una sedia d'oro, nel suo castello,e diceva:"Non possiamo fare il fuoco, non possiamo dire le preghiere, e non conosciamo più il luogo nel bosco: ma di tutto questo possiamo raccontare la storia". E il suo racconto da solo aveva la stessa efficacia..."

Straniero

 Maicol e Mirco 30/3/24

 


giovedì 28 marzo 2024

Dylan Thomas, Visione e preghiera e altre poesie scelte, Giometti &Antonello-Macerata


 Ora quando ero un ragazzino sereno sotto i rami del melo

e intorno alla casa danzante ero felice come l'erba era e c'era

    la notte sopra la piccola vallata di stelle,

il tempo mi lasciava esultare e poi scalare

dorato nello splendore dei suoi occhi.

Onorato fra i carri, ero il principe del paese delle mele.

E una volta al di qua del tempo, grandiosamente facevo scendere

       gli alberi e le foglie in un sentiero di orzo e margherite

lungo i fiumi della luce donata dal vento.


E quando ero verde e spensierato, famoso tra i fienili

intorno ai cortili felici e musicale perché la fattoria era casa,

nel sole che è giovane una e una sola volta,

il tempo mi lasciava giocare e essere

dorato nella pietà dei suoi strumenti

e io ero verde e oro, cacciatore e pastore, i vitelli

cantavano al mio corno, latravano chiare e fredde le volpi sui colli,

          e lentamente il sabba tintinnava.

Nei sassi dei santi torrenti.



l'indice, insostituibile


 


venerdì 8 marzo 2024

Paolo Soleri e Arcosanti ( da un articolo di Giuseppe Matarazzo su L'Avvenire Ringraziamo grati )

 

 Alla ricerca di Arcosanti, la città dell’utopia nel deserto dell’Arizona


martedì 5 marzo 2024
Un luogo ideale pensato nel 1970 da un visionario architetto italiano, Soleri. Un padre e un figlio in viaggio verso questa meta, nel film di Bongiorno "Ask the sand", al Milano Design Film Festival
Il film "Ask the sand", da Arcosanti una finestra sul deserto

Il film "Ask the sand", da Arcosanti una finestra sul deserto - © Vittorio Bongiorno

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Un luogo sospeso fra sogno e utopia, apparentemente nel nulla. Ma anche una realtà, una esperienza di straordinaria attualità sulle grandi domande che riguardano il futuro del nostro pianeta e che cattura l’attenzione e la curiosità di studenti e sognatori di ogni età. Parliamo di Arcosanti, la città ideale, la città del futuro pensata e costruita nel 1970 nel deserto dell’Arizona, in America, dall’architetto italiano Paolo Soleri (1919-2013), allievo di Frank Lloyd Wright. Un laboratorio urbano sostenibile che si riscalda con il sole e si raffredda con il vento del canyon.

Un posto dove bisogna andarci apposta. Bisogna cercarla e trovarla questa città. Come una meta di un cammino che parte da lontano e si compie lentamente. L’approdo di un viaggio speciale, che richiede una spinta che parte da dentro. Un viaggio per cercatori che possono diventare trovatori. Arcosanti è una destinazione lontana. Che non ti aspetti. Che non può esserci nelle guide del turismo di massa. Al massimo è un fuori rotta per appassionati. Il frutto di un‘idea straordinaria e quindi discussa. Uno di quegli esperimenti che possono riuscire o no. Ma che pongono delle domande. Dopo avere attraversato il deserto.

Arcosanti in mezzo al deserto dell'Arizona

Arcosanti in mezzo al deserto dell'Arizona - © Vittorio Bongiorno

È quello che fanno un padre e un figlio. Uno scrittore, musicista e regista, Vittorio Bongiorno, e Giulio, studente di architettura. Un regalo di un padre a un figlio diventato uomo che nei suoi studi si imbatte nella figura di Soleri e vuole saperne di più. Soleri, dopo la laurea al Politecnico di Torino, era andato in Arizona per studiare con il grande architetto statunitense Lloyd Wright a Taliesin West. Soleri era un uomo molto brillante, che aveva una larga visione del mondo, di come ci stiamo muovendo nel futuro e della possibilità di farlo in modo diverso.

Vittorio e Giulio programmano il viaggio on the road verso l’utopia. Quel viaggio intimo e personale, di un padre e un figlio, senza volerlo diventerà un film. Una storia collettiva. Ask the sand. Can we change the future?, si intitola. Per la regia proprio di Vittorio Bongiorno, che strada facendo, nei dialoghi con il figlio, comporrà un’ora di poesia cinematografica. Semplice, povera, ma ricca di senso. Un padre e un figlio in viaggio nel deserto dell’Arizona, in cerca di Arcosanti. Fra sogno e utopia, sì. Con un carico di domande sul futuro in cerca di risposte. Chiedi alla sabbia. Un viaggio in auto, fra panorami mozzafiato e architetture sorprendenti, con una macchina fotografica, taccuini, matite e una chitarra che fa risuonare musiche di Calexico, Naim Amor & John Convertino, Joachim Cooder.

Paolo Soleri lavora alla costruzione di Arcosanti, 1970

Paolo Soleri lavora alla costruzione di Arcosanti, 1970 - © Annette Del Zoppo


mercoledì 6 marzo 2024

Come ho ucciso...


 

Agli amici di Franco Loi :in libreria disponibile, custodito con amore, Verna, Empiria 1997

 

Al Chaplin

 

  Cos’ha significato essere comunisti e cosa può ancora significare? Cosa rimane oggi, a cinquant’anni dalla svolta della Bolognina, dell’esperienza di milioni di iscritti al PCI che hanno provato a trasformare sé stessi e il mondo? Cercando risposte a queste domande, nasce 16 millimetri alla rivoluzione, prezioso docu-film che riporta alla luce le più belle pagine del cinema militante italiano, prodotto dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico

sabato 2 marzo 2024

"Orizzonti" , mostra di Mario Giuseppe Spadari, s'inaugura oggi Sabato 2 Marzo 2024 ,alla Libreria Ponchielli


 



Su queste rive, dove il sole lascia l'ultima luce, scorrono con Giuseppe, vivaldiane, le quattro stagioni della bassa. Quella dell'afa, più breve di questa, ancora ingrigita e malinconica.

Nelle primavere già tiepide, con la voglia di risentire sulla pelle il vento che da lontano viene a smuovere le nuove gemme dei pioppi, lui spinge la veneta al di là della sabbia melmosa.

Il Fiume è azzurro perchè il cielo è azzurro, ma l'acqua non è più quella di allora.

Corrono i bambini sulla spiaggia senza capire il profumo delle pozze ormai semivuote dopo l'ultima piena;

la bottiglia di spuma è più in là, nella borsa scozzese.

Il sole cambia, come sempre, il suo colore e l'oro vira nell'arancio dei pastelli sparpagliati nella scatola di cartone. 

Nella baracca non lontana, si accende, per gioco, un fuoco di stoppie che spande presto un fumo acre.

Più difficile, in estate, è vivere sul Fiume l'emozione di chi rifiuta l'orizzonte breve della città, l'asfalto rumoroso e il pallore del neon.

Restano intatti autunno e inverno, nel tratto rapido del segno infarinato di poca neve.

Non bastano i voli impauriti di uccelli radi e lontani ad accompagnare me, Giuseppe, ragazzi e ragazze lontano da qui, nei posti della memoria o del futuro.

Al di là dell'acqua che continua lenta a trasportare schiume e reperti, bottiglie e alberi antichi, oltre i riflessi azzurrini, l'opposta riva attende il vogatore curioso e il naufrago.

 

Franco Coppiardi

 

 

Mario Giuseppe Spadari, cremonese, vive e lavora a Cremona nel suo studio di Via Litta, 36.

Sin dal 1959 produce opere pittoriche usando in prevalenza la tecnica del pastello ad olio e, più recentemente quella dell'acquerello e dell'olio.

Dal 1964 si interessa alla ceramica frequentando i corsi tenuti da Fiorella Fazzi e Carlo Fayer.

A Faenza frequenta i corsi "Giocare con l'arte" ideati da Bruno Munari.

Tiene a sua volta corsi di ceramica presso le scuole statali e conduce il laboratorio di ceramica dell'Istituto ospedaliero di Sospiro. Dal 1979 collabora anche col laboratorio dell'ANFAS di Cremona.

 

La sua attività pittorica, tuttavia, non si interrompe: organizza mostre personali a Cremona, a Soresina e a S. Daniele Po, l'ultima nel 1990 presso la galleria del Gruppo Artisti Cremonesi in Via Palestro.

Partecipa a numerose Mostre collettive e ad importanti Rassegne artistiche di livello nazionale e internazionale come la Quinta Biennale nazionale d'Arte Sacra di Bologna, il Concorso internazionale della ceramica d'arte di Faenza nel 1982, il XXXIV Concorso Internazionale della ceramica d'arte di Gualdo Tadino nel 1994 e la Quarta Biennale di Arte Padana di Cremona nel 1995.

Di lui hanno scritto: Elda Fezzi, Mario Ghilardi, Elia Santoro, Ireneo Ghisolfi, Donatella Migliore, Tiziana Cordani, Franco Coppiardi, Maurizio Coppiardi, Ezio Maglia.