domenica 22 giugno 2025
sabato 21 giugno 2025
Sol sistit (tua manu)
Sol sistit (tua manu)
Solstizio,
letteralmente
"il sole rimane"
Mai
mani in mano
mantennero
miglior
immanenza
(foto scattata all'idroscalo, qualche anno fa)
venerdì 20 giugno 2025
L' amore è impossibile, Dario Sztajnszrajber, Tlon edizioni
L'amore è uno degli eventi centrali della nostra esistenza, ma per riscoprirne la forza dirompente è necessario infrangere le sovrastrutture che lo soffocano, lo addomesticano, lo neutralizzano. In otto tesi lucide e provocatorie, Darío Sztajnszrajber smonta le fondamenta dell'architettura sentimentale che il senso comune ha eretto attorno a noi: la coppia, la famiglia, il primo amore, l'altra metà. L'autore ci invita a lasciare i sentieri tracciati dalle convenzioni e a intraprendere una rivoluzione intima e perturbante, guidata dal desiderio. È proprio nell'impossibilità dell'amore che si cela il suo potenziale rivoluzionario. L'amore è impossibile libera l'evento amoroso dal suo simulacro commerciale e romantico, venduto come unico e normativo: solo esponendoci al paradosso possiamo incontrare l'amore.
mercoledì 18 giugno 2025
Cara Nora Desmond... Ugo Pierri
la primavera che di solito allevia la nevrosi (e reca le amate ciliege)
è torrida estate sotto il sole libero e giocondo del disordine nucleare
crono tormenta le giunture
marte combatte l'umanità
come vento del nord flagella il fragile sentire
il calcio in tv sotterra uomini e cose
martedì 17 giugno 2025
Il tuo schiavo sta arrivando - Cigno
Controra
Nudo il corpo
In canicola steso.
Ronza la mosca.
sabato 14 giugno 2025
venerdì 13 giugno 2025
La storia di Genji, lo splendente
Nella mia casa
dove si ferma perfino
la luna del vasto cielo,
la notte passa nell'attesa
ma voi, signore, non vi fate vedere-
Murasaki Shikibu ,Giappone, epoca Heian
in questa primavera
in questa primavera
vogliate venire ancora nella dimora
dove si aprono i fiori
fino a che il loro colore e il profumo
diventino parte di voi
Murasaki Shikibu , La storia di Genji
Negoziando con le ombre- Sullo scrivere e sulla scrittura, Margaret Atwood
Orientamento, Duplicità, Dedizione, Tentazione, Comunione, Discesa: sono
questi gli intriganti titoli delle sei lezioni tenute a Cambridge da
Margaret Atwood sull'arte della scrittura, e da lei qui trascritte e
raccolte. Dopo trent'anni dedicati alla narrativa e alla poesia,
Margaret Atwood affronta le principali questioni che stanno al cuore del
suo lavoro: che cos'è uno scrittore, e come lo si diventa; lo
sdoppiamento alla Jekyll e Hyde che caratterizza chi scrive; il delicato
equilibrio fra responsabilità sociale e integrità artistica; l'eterno
triangolo scrittore-libro-lettore; la scrittura come discesa agli
inferi, per rinegoziare il nostro rapporto con la morte. Come sarà
successo a chi le ha ascoltate di persona, leggendo queste lezioni si
resta incantati dalla genialità delle tesi proposte, dalla sorprendente
varietà dei riferimenti citati – che indicano nuovi percorsi anche al
lettore più navigato -, dal tono colloquiale e spesso ferocemente
ironico dell'autrice. Un testo imprescindibile, che si inserisce di
prepotenza nella tradizione novecentesca dei classici scritti sulla
letteratura di Nabokov, Auden, Valéry, Bachmann, Calvino. E per di più,
un'occasione unica per conoscere una delle massime voci della
letteratura moderna.
mercoledì 11 giugno 2025
Estelle Zhong Mengual, Imparare a vedere
Un bosco? Un paesaggio incantato. Un corvo? Un oscuro presagio. Una rosa?
Una metafora dell’amore. Nella nostra cultura, il mondo vivente è al
tempo stesso onnipresente e invisibile. Ridurlo a una decorazione o a
una fonte di simboli equivale infatti a non vederlo. Ma se imparassimo a
guardarlo con occhi nuovi? In un’inedita storia ambientale dell’arte,
Estelle Zhong Mengual ci offre gli strumenti per scoprire il mondo che
ci circonda come un intreccio brulicante di storie ancestrali, relazioni
nascoste e significati sorprendenti. Attraverso lo sguardo di chi ha
dedicato la propria vita a osservare gli esseri viventi nella loro
ricchezza di segni e significati – i pittori e i naturalisti inglesi e
americani del XIX secolo – impariamo che esiste un modo di rapportarci
alla natura più consapevole, rispettoso e armonioso. E che ogni giorno è
un’occasione per addestrare i nostri occhi a vedere
martedì 10 giugno 2025
da "Ancestrale", Goliarda Sapienza
T'ho rubato
il sudore
d'alga
marina
e lo tengo
sul petto
sulle braccia
fra le cosce
nella mia carne
lo tengo
fino
all'alba
Flipbook
lunedì 9 giugno 2025
sabato 7 giugno 2025
Di gatti, sguardi e illazioni notturne
Gatto di vedetta.
Gatto amorevole che attende il ritorno.
Vedi come si possono vedere in modo opposto le cose. Ambiguità dello sguardo. La cosiddetta realtà è diversa per ogni sguardo, quindi non c’è, appare solo.
Un’altra: la solitudine del gatto.
Sarò pessimista: l’ultimo gatto.
Oppure: c’è rimasto solo un gatto a vedere.
Oppure: che cosa vede il gatto?
Parlo solo con lui. Bellissima immagine, meglio di Matisse.
Finestre aperte.
Oppure: prima della chiusura.
Aprite la finestra, è prigioniero...come uscire? Soluzione banale: sono uscito, ho lasciato la luce accesa. Vai a spegnerla, per favore, o chi la spegnerà?
Cosa succede lì dentro?
Il Reale contiene infinite visioni, esistenza intima infinita dell'esistere.
E' finto.
(La Libraia)
venerdì 6 giugno 2025
Be careful of the cat
Chi scriverà il mio necrologio? Si chiese il giornalista mentre i paramedici cercavano di mantenerlo in vita. Sarebbe stato meglio che avessi fumato qualche sigaretta in meno e comprato qualche croccantino in più. Maledetto quartiere e maledetto quel gatto. Di certo mi starà osservando.
(Foto 1 e 2 di Faber)
giovedì 5 giugno 2025
Guido Gozzano
...ormai è pacifico intendere Gozzano come il poeta che ha dato la svolta
decisiva alla poesia italiana nel primo Novecento: corrodendo la
mitologia dannunziana con l'ironia ha permesso di abbassare i toni e di
voltare le spalle alla retorica. i. La poesia di Gozzano
condensa un forte nucleo emotivo attraverso l' artificio: dei
sentimenti, che per essere veri devono sembrare falsi; e formale, come i
raffinati giochi sulla metrica tradizionale che la evocano nel momento
stesso in cui la mettono in crisi. Per molto tempo considerato
riduttivamente il cantore delle "buone cose di pessimo gusto", la
rivalutazione di Gozzano è partita grazie a Sanguineti, che sul poeta
torinese ha prima scritto un saggio fondamentale (Da Gozzano a Montale,
1955), poi una monografia per Einaudi (1966) e infine, sempre per
Einaudi, ne ha curato l'edizione commentata di tutte le poesie nella Nue
(1973), poi aggiornata negli Struzzi (1984). Ora riproponiamo per la
prima volta nella collana "bianca" questa storica edizione che vuole
essere contemporaneamente un omaggio a Gozzano, nel centenario della
morte, e a Sanguineti, la cui scomparsa ha lasciato un vuoto di
intelligenza nella cultura italiana.
mercoledì 4 giugno 2025
Leautaud e Jeanne
" Il piccolo amico" è una cronaca-confessione di straziante distacco, pur nell'immagine che vuol offrire di quasi gaio cinismo, del suo rapporto con la madre eterna assente: Léautaud, abbandonato a pochi giorni dalla nascita, la rivide solo dopo vent'anni (tranne per brevi incontri occasionali) e ne fu appassionato così intensamente da turbarla e spingerla ad allontanarsi per sempre...
“Ho trovato cosa mettere come epigrafe sulla mia tomba,” scriveva Léautaud nel settembre 1921: “Rimpiango tutto”. Tra le occasioni mancate, affidate alle 6500 pagine del suo diario, c’era posto anche per il rimpianto di essere stato così sciocco davanti ai suoi no quella sera che ero in camera sua e lei si stava spogliando per andare a letto”. La lei a cui si riferiva era la madre, Jeanne Forestier, nata a Parigi nel 1852 da una modesta coppia di borghesi. Una domenica Jeanne, che non ha ancora sedici anni, va a far visita alla sorella Fanny e al suo compagno, Firmin Léautaud, un attore della Comédie Française, e ne diventa l’amante. Da uno di questi incontri, il 18 gennaio 1872, nasce Paul, che la madre abbandona subito per seguire la sua vocazione di attrice. Il futuro scrittore avrà modo di rivederla solo in quattro occasioni. Ma l’incontro cruciale avviene nell’autunno del 1901 a Calais. Paul ha quasi trent’anni, finsero dapprima di non conoscersi, poi, qualche ora dopo, caddero “l’uno nelle braccia dell’altra”, come scrisse Léautaud, ammettendo però che stava forzando i toni. Dopo quella volta non si videro più.
Di ospiti e simbionti
Che sono un vecchio ospedale
Ricondurresti al solo dolore
Gli intonaci parziali
Le reliquie
E Tutti
I resti misteriosi
E gli oggetti risparmiati
Guarda le tracce
Invece
Di facce
Nei cocci
Sparsi dall'arte
Che, prima o poi,
Arriva. Voglio dire, sai,
A un certo punto, ci scova
A noi, luoghi sbandati
Si insinua
Intrude
Prude
Come la vita
Che si impegna
A sgorgare piano
Dai corpi dei morti
Dagli abeti orizzontali,
Precipitati e apparecchiati
Per la fame del sottobosco
Vedi,
Sono ancora smaltati
Cocci, cotti, rotti
Rotti, e colorati
Vasellame modellato
Per essere immesso
In un flusso
Inviato, a suo tempo,
In chissà quale mondo
Quale antico presente
E poi fatto servo
Di Memoria.
Guarda bene che
Da vecchio ospedale
Ho asperità da evidenziare
Col marker della luce obliqua
Che popola il pomeriggio
Del mio perimetro vuoto
E colmo.
(fotografie degli interni dell'ex chiesa di San Francesco, nota come Vecchio Ospedale di Cremona, chiusa al pubblico e resa accessibile in occasione dell'installazione realizzata al suo interno per l'art week 2025)
martedì 3 giugno 2025
Tra i Pub e le fate
...da allora, Mab abita l'eterno altromondo dell'impercettibile, in ascolto di tutti i desideri irrealizzati degli umani. Per questo, se sei nella zona di Sligo recati a piedi sul suo tumolo con un sassolino e lascialo lì con una speranza accesa : lei sentirà il tuo struggimento.
lunedì 2 giugno 2025
sabato 31 maggio 2025
Poesie per Lei, Dottore, Vivian Lamarque
Mi arrendo mi addormento
senza di Lei accanto
se non in sogno
nei sogni è Lei che si arrende
che tra le Sue oscure braccia mi prende.
Poesie per Lei, Dottore (1984-2025) - Vivian Lamarque - ( infanzia )
IL BAMBINO DELLE CANTINE
Avendo bevuto tanto vino, era un bambino ubriachino.
Allora barcollava?
No, ma dava baci a tutte le bambine, dietro i barili, nelle cantine.
venerdì 30 maggio 2025
INFRANERO
In mezzo al buio, all’oscurità, alle tenebre. È qui che ci troviamo. Nel nero che ci pervade, ci avviluppa, ci circonda. Fuori e dentro di noi. Davanti ai nostri occhi spalancati, l’abisso scavato dal pensiero raziocinante. Ogni giorno con la sua nuova catastrofe: un ecocidio, una guerra, un genocidio, lo sterminio generalizzato del vivente reso più possibile e tollerabile dalla formattazione algoritmica delle coscienze, garanzia di servitù volontaria. Nero come la morte. Ma dietro ai nostri occhi dischiusi, l’infinito squarciato dal desiderio. La folle scommessa di riaccendere la vita disobbedendo a norme, disertando ruoli, negando forme e apparenze del reale. Reclamare libertà civili porta a strisciare nelle istituzioni — ma la libertà è un salto nell’ignoto. Nero come l’anarchia. In mezzo al buio, all’oscurità, alle tenebre. Laddove, per cautela o discrezione, non si sbraita — si sussurra. Parole sconosciute, difficilmente afferrabili, che non acconsentono a farsi complici della propria epoca.
(da Andrea T. )
giovedì 29 maggio 2025
no, non mi pento
Non mi pento
di averti stretto con forza
la primissima sera
quando non c'erano giusto o
sbagliato
solo un mondo a parte
e il battito sconsiderato
del mio cuore agitato
mercoledì 28 maggio 2025
Alcmane ,VII sec, a.C.
-
e con desiderio che scioglie le membra, guarda con sguardi
più struggenti del sonno e della morte,
e non vanamente ella è dolce.
Piccolo diario di viaggio - Portogallo
Coimbra, 19.5.2025
Coimbra si posa tra le pendici delle montagna e l’oceano vicino.
Case abbandonate, palazzi immensi, strade profonde, viali sospesi. Si articolano ricordi di canzoni smarrite, di viaggiatori, di combattenti, di studenti.
Quale spazio rimane tra i giardini e le piccole vie del centro, i ristoranti coreani e i kebab, i palazzi abbandonati, occupati per le libertà, le piazze piatte, gli edifici netti e l’immensità?
Cosa rimarrà di Coimbra?
Cosa sogna Coimbra?
La sera si animano alcune piazze, musica e balli in strada.
Altre rimangono deserte, tra i cantieri e i rider affaticati.
Le finestre sono spesso aperte: parlano di una vita che non ha paura di raccontarsi.
Rimane poco da dare in pasto ai turisti.
Terrazze così piene di natura, palazzi talmente alti che dominano il cielo; tovaglie, vestiti stesi, gatti disorientati cercano un posto di vento e di sole che li accolga.
Così la città è dolce con chi beve, chi si dispera. Lo abbraccia con il silenzio, la musica, le mani gentili.
Coimbra sogna, sì.
Sogna di rimanere libera.
Verso Nazarè, 20.5.25
A Nazarè la terra si dimentica di se stessa e si butta nell’oceano
Lungo la strada per Nazarè, nella campagna, si osservano boschi e coltivazione di ulivo, eucalipto, frutta, kiwi.
I paesi sono agglomerati di case: a quelle in rovina si accostano costruzione nuove, senza un’identità definita.
Tra piccoli bar isolati, stazioni di benzina, cimiteri, boschi immensi, pini sottili provati dal vento, si incontra un mondo fatto di ricordi. Quante vite immerse in cellule separate: ci si chiede chi passi per quelle strade e chi abiti quelle case.
In un piccolo bar lungo la strada, un signora ci accoglie con cura, sorpresa dalla nostra entrata. Tra espositori di cioccolato milka e tazzine per il caffè, abbiamo il dono di un volto sereno che ci saluta.
Arrivati a Nazarè
Nazarè si perde tra le piccole casette incastonate nelle strade minuscole e i palazzi che fagocitano la bellezza. Finestre dove non c’è luce, finestre che cercano disperatamente un contatto con il vento.
A Nazarè ondate di profumo di griglia invadono le strade: bambini giocano a palla davanti ad una casa in festa.
L’oceano, oltre la roccia, si sposa con i vento. Un verde così pieno di fiori ci saluta.
In mezzo alla spiaggia spessa, dove la memoria delle conchiglie è ancora viva, ci guarda l’infinito.
Verso Sintra, 21.5.25
La campagna portoghese ci abbraccia e ci accompagna da Nazarè a Sintra.
La luce di Nazarè solleva i nostri corpi in una dimensione fatata, sospesa. I boschi e le montagna non smettono di tenerli preziosamente elevati.
Povoa è il punto in cui le alture donano visioni di felicità. Un piccolo cimitero affonda nel punto di incontro tra le cime di questo mondo.
Una musica di festa rimane nei sogni degli abitanti.
Arrivati a Sintra
Tra frutteti e campi coltivati e poi ancora boschi di eucalipto, quercia da sughero e pini, Sintra compare all’orizzonte. Sintra è capricciosa, Sintra non sembra avere un cuore.
I turisti la mangiano a bocconi spessi; Sintra è illuminata dalle sue meravigliose piante. Platani gioiscono lungo i viali, sequoie tagliano il cielo.
Tra i palazzi reali e il desiderio ormai sprofondato, saltellano i merli e i passeri.
Il vento a Sintra arriva: sopra le chiome dei turisti indaffarati a scattare fotografie e a succhiare una linfa secca, illumina le piante e il cielo.
Qui le nuvole corrono veloci e i pensieri con loro.
Verso Cabo da Roca
Abbandoniamo i volti rigidi di Sintra, salutiamo quel piccolo bar il cui gestore serve il caffè con eleganza: ama il suo lavoro, ama i suoi clienti, le sue mani indicano i dolci con affetto.
Cabo da Roca è il punto più ad Occidente dell’Europa. Qui i colori dell’Irlanda dominano: verde intensissimo e marrone di terra oceanica.
Qui l’infinito esiste.
Qui l’oceano spaventa.
Qui la corrente non bacia le sirene, ma i pirati del nuovo mondo.
Lisbona, 21.5.25
Cara e meravigliosa Lisbona, la nostalgia della tua luce mi riempiva di angoscia e desiderio.
Tra querce da sughero e spighe in festa, arriviamo nella tua profondità.
Ci accogli nella notte, ci sorprendi nel mattino, ci porti verso i nostri sogni al tramonto.
Tra case e palazzi incastrati gli uni negli altri, la musica rimane un filo che ci accompagna.
Le strade divorate dai turisti sono tante. Canali zeppi di macchine, tuk tuk e pullman: come un formicaio di zainetti e scarpe da ginnastica, scavano nel cuore della città.
Amata Bairro Alto, Amata Bica, Amata Alfama, qui si può trovare ancora la tua anima intera.
Lisbona ha tante braccia e soffia con la sua bocca di conchiglia.
Fa spazio a tutti, per un po’.
Per chi rimane, è necessario stare in equilibrio nel suo vento.
Per chi non la dimentica, è necessario cucire un lenzuolo bianco e attendere il momento per volare quando la città soffia.
Porto, 23.5.25
Porto è energia. Porto è l’incontro tra un antico rumore profondo e il volo di un gabbiano.
Porto è squartata e dissanguata, ma resiste nella sua bellezza.
Il turismo la mastica e la vomita.
Ma Porto si difende.
La sua anima si estende dalla nudità della terra a dove solo gli uccelli possono stare.
Tra i vicoli che si nascondono fino al canale, il fuoco di Porto brucia l’anima di chi la vuole depredare.
Di notte, la magia di una cupola attorno alla quale i gabbiani dichiarano, a gran stridio: Porto è nostra.
Adorata Porto, resisti.
Amata Porto, la tua luce abbagliante, la tua sera dolorosa, la tua notte oscura siano sempre vicine a te.