Ieri ci è stato rimproverato di fare "Un'ora" nella piazza. Ci è stato detto che , qualche volta, il rumore delle voci di chi passa disturba l'ascolto delle letture e delle microconferenze.
In verità questo è esattamente quello che abbiamo cercato. Saturi di conferenze nel chiuso di sale e stanze ( "... dillo a tua madre : se per studiare chiudi la porta , quello che impari è buio " ), abbiamo deciso di parlare in piazza. Talora l'abbaiare di un cane , le voci dei bambini che giocano, le campane, insomma quella che chiamiamo vita si interseca con la voce che sta, con delicatezza, raccontando.
Non c'è niente di meglio : racconti che si intrecciano, rappresentazioni che si specchiano.
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