L’uomo che ama trova una conchiglia sulla spiaggia. Quando
la porta all’orecchio non sente né il mare né il vento né gli angeli, ma
la sua stessa voce che canta: Ti amo. Non ha mai udito niente di così
bello. Su un’altra spiaggia giacciono tutti gli uomini
addormentati. Qualcuno cammina lentamente sulla spiaggia, li solleva uno
per uno, se li porta all’orecchio e rimane in ascolto. In alcuni
uomini-conchiglia sente un abbaiare di cani, in altri un lontano ruggire
di tigri o colpi di martello, in altri ancora un pesante rombare di
macchine. Ma in una conchiglia echeggia il grido di un pesce. E’ questo
il suono dell’uomo che ama quando qualcuno se lo porta all’orecchio. Se
i pianeti potessero amare uscirebbero dalle loro orbite e sarebbe il
caos. La sopravvivenza dell’universo è garantita dal fatto che l’amore è
impossibile. Anche l’uomo che ama ha il presentimento che l’amore sia
fratello della morte. Ma questo non gli impedisce, lui prigioniero della
sua orbita, di aprirsi una breccia fino alla cella del vicino, gridando
di gioia: Sono libero!
da Il viaggiatore, Iperborea, Milano, 1991
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