Nel frattempo, avanzava dal fondo della via, frastornata, una banda
inneggiante a nessuno: il condottiero impugnava una scopa intinta nella
merda, a dedurlo dall'odore. Gli altri suonavano come le scimmie,
percuotendo pentole di ogni sorta o dandosele in testa. Il sindaco
pisciava dal suo balcone sulla moltitudine. La maggior parte, senza
fantasia, dava l'assalto all'unico artificiere-vestiarista del paese, e
ne riusciva in domino, in maschera. Il maresciallo dei carabinieri accorreva
invece dalla parte opposta, «rimota» alla campagna, saltellando alla
corda. Il vescovo non si buttava dall'alto del campanile, perché nessuno
se ne sarebbe accorto. Alcuni, prendendo di mira un qualche muro
bianco, vi si schiacciavano contro, non senza conseguenze sanguinose.
Altri, più sprovveduti, s'arrampicavano sui pali dell'alta tensione e
giustamente morivano, fulminati all'istante. Chi era sordo fingeva
d'aver capito. Chi era zoppo provava a camminare; chi era muto faceva a
non vederci. Ma nessuno ci avrebbe creduto, perché non c'erano degli «a
solo». Ogni follia, al contrario, era eseguita da tutto un gruppo, a
dir meglio: un partito. Dio mio, che cosa stavano facendo?!
Carmelo Bene, CREDITO ITALIANO V.E.R.D.I.
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