sabato 20 maggio 2023

Si è aperta alla Libreria Ponchielli la mostra fotografica "La force nécessaire" di Pietro Nicola Bonetta

 


 

 

LA FORCE NÉCESSAIRE

Parigi, primo Maggio ‘23.


Seduti ai tavolini di Le Café Pierre, in Place de la République, controlliamo il percorso della manifestation du premier mai. Partirà da Place de la République, sfilerà lungo boulevard Voltaire fino ad arrivare a Place de la Nation, passando davanti alla chiesa di Saint Ambroise e per Place Léon Blum. Le mie due guide, fotografi esperti, sospettano che in questi punti possano verificarsi dei disordini; prendo nota, segno tutto sull’agenda e sulla cartina turistica recuperata in albergo: a differenza loro, questa è la mia prima manif. Per Parigi, invece, è la tredicesima protesta contro l’innalzamento dell’età pensionabile (e lo stile di governo Macron).

A posteriori, i media francesi riporteranno che in tutto il Paese, solo per il primo maggio, la CGT (Confédération Générale du Travail) avrà stimato circa 2,3 milioni di manifestanti, mentre il Ministero dell’Interno francese parlerà di 782.000 presenze. Leggiamo di circa 5.000 unità delle forze dell’ordine schierate apposta nella capitale per far fronte ad una mobilitazione di 400.000 persone (successivamente il sindacato ne conterà 550.000 e la polizia 112.000 circa): con cifre simili le infiltrazioni di black bloc sono praticamente un dato assodato. Sarà una danza impegnativa.

Intanto che il cielo si fa plumbeo, Place de la République si gremisce di persone: striscioni colorati, bandiere rosse, banchetti, paninari, qualcuno che canta in coro, furgoni dei sindacati con palloni colorati sui tettucci, caricature di Macron, personaggi in costumi variopinti, gilet gialli, fotografi e giornalisti, soccorristi in tuta bianca (sono volontari che presteranno assistenza ai manifestanti feriti), un uomo che si arrampica sul piedistallo della statua della Marianne per appendervi la bandiera del Belgio. La marcia inizia attorno alle due di pomeriggio tra cori, striscioni e qualche fumogeno colorato. Presto echeggiano i primi botti e nelle vie laterali tra il Bataclan e Saint Ambroise squadre antisommossa della polizia seguono la manifestazione. Intanto un accesso di temporale accompagna il corteo con pioggia e qualche tuono, accolto con grida di eccitazione dalla folla. Già prima di Place Léon Blum si verificano contatti con il cordone di polizia. Presto ci sarà da aver a che fare con i lacrimogeni: in una via laterale compriamo della coca cola zero (dovrebbe aiutare a pulire la gola dagli agenti irritanti del gas) e rientriamo su bd.Voltaire. Maschera antigas ed occhialetti da piscina fanno il loro lavoro in mezzo alla nuvola del lacrimogeno.

Tallono l’amico fotografo ancora per un poco, lo pedino con lo sguardo durante la prima carica della gendarmerie cui assisto, poi ci separiamo: il tirocinio è finito. Seguo la manif fino in Place de la Nation, dove ogni via d’accesso è chiusa dalle forze dell’ordine, dove striscioni e fumogeni avvolgono presto la statua de Le Triomphe de la République, ragazzi si accomodano sui prati, il corteo pacifico canta i suoi cori mentre dall’altro lato della piazza black bloc e polizia si confrontano. Intanto che scatto un ragazzo mi chiede qualcosa in una lingua incomprensibile (il francese), gli rispondo in inglese: non la reputa una buona mossa e si allontana senza una parola.

Mi sento uno straniero e lo sono, sia in Francia, sia in piazza, eppure non trovo in me stesso il desiderio di tornarmene a casa. Qui, in ogni cartellone, in ogni coro, in ogni piccolo rogo ed in ogni carica della gendarmerie, nell’intonaco del muro cui ci si appiccica per schivare le sassaiole, in ogni botto, nello sgomitare tra i fotografi, nel sudore sotto il casco, nel sole del pomeriggio che riemerge, nella vernice sugli scudi e nei riflessi sui caschi, nei ragazzini in piedi sulle panchine, nei fogli colorati che distribuiscono, l’umanità si fa palpabile. Qui è concreta e organica. Qui emerge con tutta la forza necessaria, si sporge nella veemenza delle grida e colpisce con la velocità di un sasso, lanciato da chissà chi, che ti schianta sulla tasca della spalla e ti ammacca le sigarette.


Pietro Nicola Bonetta



Pietro Nicola Bonetta, classe 1998, laureato in Storia presso l’Università Statale di Milano, fotografo ed aspirante fotogiornalista, a fianco di alcuni progetti ancora aperti ha all’attivo la pubblicazione per InsideOver del reportage fotografico “Emergenza Siccità” risalente al luglio 2022.

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