Care libraie, cari librai,
vi scrivo di ritorno da Book Pride Milano per presentarvi la nostra prossima novità in uscita venerdì 17 marzo: Ludmilla e il corvo di Gennaro Serio, di cui abbiamo già pubblicato l'esordio Notturno di Gibilterra (premio Calvino 2019).
Nel settembre del 1923, durante una passeggiata nel parco di Steglitz a Berlino, Franz Kafka incontra una bambina che piangeva perché aveva perso la sua bambola. Per consolarla, le racconta che la bambola è partita, ma gli ha lasciato delle lettere in cui racconta i suoi viaggi e le sue avventure.
A partire da questo episodio, Gennaro Serio imbastisce un sorprendente romanzo che, mescolando abilmente realtà e finzione, ruota attorno al quarto, fantomatico manoscritto di Kafka, Il corvo, bramato da critici letterari e da una setta di fanatici mossi da una paradossale ossessione che si svela solo nelle ultime pagine.
Con una prosa rapida e lussureggiante, Serio ci accompagna in una divertentissima favola letteraria in giro per l’Europa, tra villaggi islandesi e vitigni portoghesi, dove le bambole scrivono, i corvi s’innamorano e irreprensibili professori universitari s’improvvisano scassinatori di banche.
È un libro a cui teniamo particolarmente perché esprime con seria spensieratezza una fiducia nell'immaginazione e un'idea di letteratura (e quindi di mondo) che ci appartiene.
Qui trovate la scheda del libro sul nostro sito e qui un estratto.
Un abbraccio,
Claudia
Ludmilla e il corvo di Gennaro Serio • in libreria dal 17 marzo
• 208 pagine • 18 euro • I Trabucchi • isbn 9791254760321
«Ho sognato i bei tempi del circo, quando eravamo appena arrivati in Germania. Avevamo un cane a cui non avevamo dato un nome, e qualche uccello in gabbia. Portare la voliera in grembo, anche se i miei sconsigliavano quella pratica, era il mio passatempo preferito durante i nostri spostamenti. Con gli animali partecipavo a volte agli spettacoli, all’inizio cavalcavo il nostro cane come se fosse un pony e immagino che tu possa capirmi, visto che forse ne hai cavalcato uno vero, tu. A volte mi invento dettagli della tua vita, amica mia, come se l’avessi vissuta io stessa. Mi piace pensare ai tuoi momenti leggeri, a volte penso anche ai tuoi momenti brutti, e so che devi averne avuti. Dopo lo spettacolo restavamo svegli fino a tardi, qualcuno si incaricava di accendere la brace, erano tutti allegri e qualcun altro raccontava una storia e tutti ridevano. Ricordo che quelle serate mi costringevano a combattere contro il sonno, mi sentivo tanto allegra anche io all’idea di essere insieme agli altri, andare a dormire mi sembrava un peccato. Il sonno però vinceva sempre. Il cane restò con noi fino a quando non mi fu impossibile cavalcarlo, poi un giorno sparì e mi dissero che era andato via. Pensai subito che fosse morto ma non volli dare a mia nonna il dispiacere di mostrarmi già troppo avveduta delle cose della vita, così chiesi se il cane sarebbe stato bene lontano da noi. Mia nonna disse di sì e io sorrisi. La sera, con il fresco, mi rincantucciavo tra gli attrezzi del circo e tiravo su la mia copertina. A volte sognavo cose che non sapevo ancora mi sarebbero capitate, e spesso erano cose spaventose. Come forse saprai, gli anni del circo sono stati per me i più belli. Da quando abbiamo dovuto smantellare tutto, i giorni sono diventati via via più confusi, incerti, fino a quando non li ho sentiti più miei, come se un’altra Ludmilla vi stesse presenziando, senza che nessuno se ne accorgesse.»
Nessun commento:
Posta un commento