venerdì 1 agosto 2014

ABBRACCIARE LA DIVERSITA





"Quando avevo 13 anni ho fatto l'errore di iscrivermi a un Liceo classico privato. È stato l'anno peggiore della mia vita, culminato con la bocciatura. I professori mi martirizzavano, sebbene studiassi il mio sforzo non era mai ripagato. Nessuno aveva il minimo riguardo nei miei confronti. Gli insegnanti, i miei genitori e i miei parenti erano tutti contro di me. Per un anno, non hanno fatto altro che portarmi alla convinzione che fossi un buono a nulla, tendevo a colpevolizzarmi e a pensare di essere "sbagliato". Il mio insegnante di inglese mi aveva perfino detto che "non era la materia adatta a me", la sua. All'università ho studiato lingue, e mi sono laureato con la Lode. Ad Agosto partirò per l'Islanda, dove starò un anno a studiare per ottenere un Master in studi medioevali scandinavi, e nel frattempo lavoro come traduttore e interprete di lingua inglese per il tribunale.
Non mi voglio mettere su un piedistallo, ho anche io un sacco di limiti, come tutti; a dire il vero, sotto certi aspetti, mi considero un imbranato totale. Dico solo che quella scuola mi ha privato della libertà di gestire la mia istruzione come volevo, imponendomi degli schemi che mi andavano stretti e che sono stato forzato a rispettare per non essere spaccato e riassemblato da loro. Era un sistema decisamente troppo rigido, che non ammetteva una grande varietà di caratteri, tra cui il mio. Diciamo che è anche il limite della scuola italiana in generale, nella quale nulla di ciò che proviene dall'autorità può essere messo in discussione, e dove chi non si riesce ad adattarsi si sente una mela marcia. Ci vorrebbe una scuola che si adegui e abbracci le diversità di ciascuno, e che non cerchi di uniformare tutti sotto le stesse regole."

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