Intorno
al 1250, nel ducato del Brabante, Hadewijch compone quarantacinque
Liederen, Canti, un testo di grande rilevanza della mistica
renano-fiamminga o renano-brabantina. I Canti sono la prima, vera,
grande opera poetica della letteratura in lingua nederlandese. Di lei,
forse una beghina, sappiamo pochissimo ma questi straordinari versi,
destinati a essere cantati, se da un lato si inseriscono nella
tradizione della mistica dell’amore dei movimenti religiosi femminili,
sorta in Francia nel XIII secolo, dall’altro svelano un unicum
straordinario, per spiritualità e poesia, di erudizione, profondità,
vena poetica, originalità ed empatia. Hadewijch si propone, con ardore,
libertà espressiva e spirito critico, come umile guida spirituale, legge
le Scritture in luoghi pubblici e scrive in volgare in un mondo in cui
tali argomenti erano dibattuti solo da uomini ed esposti in latino, per
condurre le sue amiche 

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