In
un albergo di New York per sole donne, Esther, diciannovenne di
provincia, studentessa brillante, vincitrice di un soggiorno offerto da
una rivista di moda, incomincia a sentirsi «come un cavallo da corsa in
un mondo senza ippodromi». Intorno a lei, sopra di lei, l'America
spietata, borghese e maccartista degli anni Cinquanta. Un mondo
alienato, una vera e propria campana di vetro che schiaccia la
protagonista sotto il peso della sua protezione, togliendole a poco a
poco l'aria. L'alternativa sarà abbandonarsi al fascino soave della
morte o lasciarsi invadere la mente dalle onde azzurre
dell'elettroshock. Pubblicato nel 1963, un mese prima del suicidio
dell'autrice, "La campana di vetro" è l'unico romanzo di Sylvia Plath.
Fortemente autobiografico, narra con stile limpido e teso e con
agghiacciante semplicità le insipienze, le crudeltà incoscienti, i tabù
capaci di stritolare qualunque adolescenza nell'ingranaggio di una
normalità che ignora la poesia. Un libro iconico, coraggioso, che tocca
temi ineludibili come la parità di genere e la salute mentale, qui
accompagnato dalle illustrazioni di Anastasia Stefurak, eleganti nel
tratto quanto emotivamente coinvolgenti, ispirate a foto, poster,
riviste, moda e stile, design industriale e di interni, oltre che a film
americani degli anni Sessanta.
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