giovedì 25 novembre 2021
Sguardi dell'anima
Presso la Libreria, dal 27 novembre al 10 dicembre, saranno esposte le icone sacre rilette, interpretate e scritte per mano
di Francesco Cigolini, allievo della scuola di iconografia di Maguzzano e
formatosi con i maestri Enrico Bertaboni e Giovanni Mezzalira. Il termine
iconografia deriva dalle parole greche eikon, immagine, e graphein, scrivere, e
indica la tradizionale arte di rappresentare immagini sacre nella cultura
cristiano ortodossa secondo canoni precisi e immutati nel tempo, ma il suo
valore esula dall’ambito strettamente artistico divenendo una particolare forma
di fede. Per la Chiesa infatti l'icona non è un semplice quadro, ma un segno
tangibile della sostanza divina. Essa è stata definita prima come un tempio dove
potersi metaforicamente recare, e poi come l'incarnazione del figlio: segno che
è unione tra natura umana e divina. La ricchezza nella varietà delle forme di
questa “scrittura” è legata ai luoghi in cui quest'arte originariamente si è
diffusa; Palestina, Egitto, Siria, e ancora Bisanzio, fino ad arrivare in
Russia, luogo ove viene coniato il termine stesso Icona. Diverso il luogo,
diversa la conseguente interpretazione: se l'icona diventa in occidente un
medium didattico, in oriente rimane un luogo in cui incontrare, in soliloquio,
il divino. Così l’iconografo dipinge le proprio opere usato pigmenti naturali,
usando come basi tuorlo d’uovo e vino, e ancora lo fa su di una tavoletta di
legno lavorata con perizia perché diventi un fondo adatto alla sua creazione e
utilizzando lamine d’oro. L’opera dell’artista però non è mai completa: come
Cigolini ci rammenta è infatti lo sguardo dell’osservatore a concludere l’opera,
rendendola infine completa.
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