venerdì 22 maggio 2015

se silenzio fosse non parola?

(...) Non è vero che la negazione sia solo una qualità del giudizio: la domanda si formula con un giudizio interrogativo ma non è un giudizio: è una condotta pre-giudicativa. (...) bisogna che la negazione sia come un'invenzione libera, che ci stacchi da questo muro di positività che ci rinchiude: è una brusca soluzione di continutà che non può in alcun caso risultare da affermazioni anteriori, un avvenimento originale e irriducibile.

L'essere per cui il nulla si produce nel mondo è un essere nel quale, nel suo essere, si fa questione del nulla del suo essere: l'essere per cui il nulla viene al mondo deve essere il suo nulla.(...) Rimane da sapere in quale delicata e squisita zona dell'essere incontreremo l'essere che è il suo nulla.

J.P.Sartre, L'etre et le neant, trad. a cura di Giuseppe Del Bo, Milano: Il Saggiatore, 2013.


Una filastrocca da scandire senza dire, non parlando, per passeggiatori silenziosi e oziosi.
Forse non dicenti e non facenti.

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