"Benjamin
parla del presente – il paesaggio accidentato e sconvolto della
«modernità» – come se si trattasse di un’epoca antichissima e revoluta. È
come se la scienza del presente, o del passato prossimo immediato,
fosse già archeologia. «Con la crisi dell’economia mercantile – sono le
ultime parole del progetto del libro su Parigi – cominciamo a scorgere i
monumenti della borghesia come rovine prima ancora che siano caduti».
[…] L’angelo atterrito di cui parla un altro di questi aforismi ["Tesi di filosofia della storia", 9.], lo sguardo rivolto al passato che rovescia rovine su rovine ai suoi piedi, e le spalle al futuro ignoto («l’angelo della storia potrebbe avere questo aspetto»), sembra un’allegoria dello stesso Benjamin."
[…] L’angelo atterrito di cui parla un altro di questi aforismi ["Tesi di filosofia della storia", 9.], lo sguardo rivolto al passato che rovescia rovine su rovine ai suoi piedi, e le spalle al futuro ignoto («l’angelo della storia potrebbe avere questo aspetto»), sembra un’allegoria dello stesso Benjamin."
Renato Solmi, prefazione a Angelus Novus di Walter Benjamin
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