mercoledì 9 aprile 2014

William Shakespeare - Sonetto 18


 L'ORIGINALE

Shall I compare thee to a Summers day?
Thou art more louely and more temperate:
Rough winds do shake the darling buds of Maie,
And Sommers lease hath all too short a date:
Sometime too hot the eye of heauen shines,
And often is his gold complexion dimm’d;
And euery faire from faire some-time declines,
 By chance or natures changing course vntrim’d;
But thy eternall Sommer shall not fade
Nor lose possession of that faire thou ow’st;
Nor shall death brag thou wander’st in his shade,
When in eternall lines to time thou grow’st: 
So long as men can breathe or eyes can see, 
So long liues this and this giues life to thee. 




LE  TRADUZIONI

Ettore Sanfelice (1898) 
 

Te simigliare a estivo dì si deve?
Tu se’ amabile più, tu sei più mite;
strappa il vento le frondi rifiorite,
e il durar dell’estate è troppo breve. 

L’occhio del cielo or troppo ferve e splende,
ed or s’offusca sua vista divina;
ogni beltade di beltà declina, 
 o sia caso o sia natura in sue vicende. 

Ma non cadrà l’estate tua nel verno,
né perderai quella bellezza tua;
non avrà vanto morte che alla sua
ombra tu vaghi, fatto in rime eterno. 

Però tua vita tanto io miro 
 Fin che occhi avran luce ed uom respiro. 


Piero Rebora (1941) 


Debbo io paragonarti a una giornata d’estate? 
Tu sei più amabile e più mite: 
forti venti scrollano i soavi germogli del maggio,
e la durata dell’estate è, purtroppo, ben corta: 
talvolta troppo ardente l’occhio del sole sfavilla
e spesso la sua dorata immagine si offusca; 
ogni bellezza di sua beltà si va spogliando, 
dal caso sciupata o dal corso mutevole della natura.
Ma la tua estate eterna non appassirà mai, 
né mai perderà la bellezza che le è propria, 
e la morte non menerà vanto che tu vagoli nell’ombra sua,
quando tu grandeggerai nel futuro in versi eterni.
Fin tanto che un uomo respiri o gli occhi vedano,
questi versi vivranno ed essi ti daranno vita. 
 


Lucia Girlanda e Paola Pugliatti (1960) 


Posso paragonarti ad un giorno d'estate? 
Tu sei più dolce e più mite:  
Aspri venti scuotono i teneri boccioli di maggio
E il tempo dell'estate ha un termine troppo breve;
Talvolta troppo caldo l'occhio del cielo risplende
E spesso impallidisce il suo colore d'oro,  
E tutte le cose belle perdono di bellezza  
Per caso, o per il corso di capricciosa natura;  
Ma la tua estate immortale non passerà, 
Né perderà il possesso di quella bellezza che hai,
Né la morte potrà vantarsi che tu cammini nella sua  ombra
Se nei versi immortali vincerai il tempo. 
Finché gli uomini respireranno e gli occhi vedranno
Tanto questo vivrà, e a te darà vita. 


 Mario Praz (1966) 



Ti comparerò dunque a giornata di estate? 
Tu sei ben più leggiadro e meglio temperato: 
Ruvidi venti sferzano i soavi boccioli di maggio 
E il termine di estate troppo ha breve durata; 
Troppo ardente talvolta splende l’occhio del cielo,
E sovente velato è il suo aureo sembiante, 
E ogni bellezza alla fine decade dal suo stato,  
Spoglia dal caso, o dal mutevole corso di natura:
  Ma la sua eterna estate non potrà mai svanire 
Né perdere il possesso delle tue bellezze, 
Né la Morte vantarsi di averti nell’ombra sua, 
Poiché tu crescerai nel tempo in versi eterni. 
Sin che respireranno uomini, e occhi vedranno 
Di altrettanto vivranno queste rime, e daranno vita  a te. 



Alessandro Serpieri  (1991) 


 Dovrò paragonarti a un giorno d’estate? 
Tu sei più amabile e più temperato: 
rudi venti scuotono i diletti boccioli del maggio
e l’affitto dell’estate ha durata troppo breve;
talvolta troppo caldo l’occhio del cielo splende
e spesso l’oro del suo volto è offuscato; 
e ogni bellezza dalla bellezza prima o poi declina,
 spogliata dal caso o dal mutevole corso della natura.
Ma la tua eterna estate non dovrà svanire 
Né perdere possesso di quella bellezza che è tua,
  né la morte si vanterà che tu vaghi nella sua ombra,
  quando in versi eterni tu crescerai nel tempo. 
Finché uomini respireranno o occhi vedranno, 
fin tanto vivrà questa poesia, e questa darà vita a  te.


Edoardo Vineis  (inedito) 


Dovrò dunque assembrarti al dì d’estate?
Più amabile tu sei, più temperato:
gemme di maggio dai venti sferzate, 
troppo breve è l’estate in sua durata:
splende l’occhio del cielo troppo ardente,
ed il volto suo d’oro è spesso ombrato.
Ogni bellezza di bellezza è spenta,
per natura o per caso intorbidata:
ma l’estate tua eterna non si adombra,
né perderà lo splendore tuo interno,
né Morte vanterà di averti in ombra,
crescerai tu nel tempo in versi eterni. 
Quanto respiro ed occhio umano ha vita, 
tanto vivrà il mio verso, a te pur vita. 

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