

"[Aldo
Braibanti] è un genio straordinario. C'intendemmo subito. “Vieni a
trovarmi a Fiorenzuola D'Arda”, mi aveva detto. Abitava in una torre
molto bella. Aveva un formicaio che curava maniacalmente. Sapeva tutto
delle formiche e di molte altre cose. Passai da lui dopo la vacanza
veneta. Una settimana insieme a un altro pazzo, il suo editore,
progettando spettacoli su palloni aerostatici a Portofino,
sopra le teste dei miliardari in vacanza. Dormivo in camera sua, su
questi letti Ottocento in radica. Uno dei miei tanti padri. Mi sentì un
giorno che leggevo Campana. “Il più grande poeta italiano”, disse.
M'insegnò con quella sua vocetta a leggere in versi, come marcare tutto,
battere ogni cosa. Gli devo questo, tra l'altro. Non è poco.
Progettavamo insieme come demolire la convenzione teatrale e letteraria
italiana"
Carmelo Bene, Vita di Carmelo Bene
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