La gioia o l’ottimismo, per me, non sono emozioni psicologiche da provare nel momento in cui certe condizioni migliorano. La gioia o l’ottimismo sono la metodologia politica degli oppressi: non possiamo permetterci il lusso della depressione perché, altrimenti, moriamo. Politicamente parlando, “depressione” è ciò che sta accadendo alla società neoliberista, dal momento che mercato e forze conservatrici mirano a privarci della capacità di desiderare e, quindi, di pensare il cambiamento. Questo l’ho imparato dal femminismo nero – sono stato studente di Angela Davis: la cosa più difficile da immaginare è che le condizioni nelle quale ci troviamo possano cambiare. Per questo dico che l’ottimismo è una metodologia politica, perché ci permette di pensare che le cose possono cambiare e che però, perché ciò accada, dobbiamo essere noi a cambiarle. L’oppressione, di genere o patriarcale, non è qualcosa di naturale, ma qualcosa di storicamente costruito, e in quanto tale può essere sconfitta.
Paul Preciado
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