mercoledì 12 dicembre 2018

«Bisogna pur sapere quando finiscono le parole» (lettera di Carl Einstein a Pablo Picasso)

Mio caro amico,
     se finora non vi ho scritto, non è perché non pensassi a voi. no. ma nei primi anni del mio soggiorno in Spagna avevo troppo da fare. adesso, da militare in pensione, dispongo del mio tempo anche troppo. è dura vedere i compagni battersi e leggere i giornali che parlano di queste battaglie. monta la vergogna. ma insomma. ho ancora un lavoro da compiere e poi si vedrà.
Combatteremo Franco. chiunque abbia prestato servizio al fronte lo sa e lo sente. noi abbiamo cominciato senza niente. e gli operai spagnoli hanno fornito le armi col loro lavoro. non c'erano quadri ed ecco un’armata ben ordinata e fortemente inquadrata. lo sforzo che i vostri compatrioti hanno compiuto è insuperabile. che popolo magnifico. quanto li amo. non è lirismo. capite, ho vissuto a lungo fianco a fianco con queste persone e abbiamo passato insieme dei momenti tesi, decisivi e difficili. tutto ciò lega ai compagni.
Non potete sapere quanto io sia felice di aver lottato insieme ai vostri compatrioti. è probabilmente il miglior ricordo della mia vita. e nessuno che non abbia vissuto una cosa simile può sapere come la fedeltà dei miei compagni mi commuova e mi emozioni. quando ci si ritrova, si è felici senza dire granché. sono uomini autentici, pieni di dignità e di attaccamento. che soldati magnifici sono. il solo sentimento che a volte mi ossessiona è l’impressione di non aver fatto abbastanza, nonostante abbia fatto quel che potevo. credetemi, in ogni istante darei volentieri la mia vita e tutto per il vostro paese, e non è letteratura. ma non sopporterei di vedere i miei compagni in una brutta situazione. e questo non accadrà. Franco sarà battuto e la Spagna dopo la vittoria avrà un ruolo formidabile. gli spagnoli hanno compiuto durante la guerra stessa dei progressi formidabili. niente più analfabeti. soldati ed operai che comprendono le cose politiche e molte altre cose meglio delle scimmie intellettuali esterne, è sorprendente come uno spagnolo impari velocemente. una cosa che mi ha sempre stupito.
Da noi, gli operai adesso vi conoscono; sanno che vi muovete con passo fermo col vostro paese. e questo è un bene. noi dobbiamo difendere queste persone con tutti i mezzi. se dopo si potrà scrivere e dipingere liberamente, sarà possibile — verbalmente — solo grazie alla resistenza spagnola. ho sempre saputo che in Spagna avrei difeso il mio lavoro, la possibilità di pensare e di sentire liberamente come individuo. noi  dobbiamo avere verso queste persone la più grande gratitudine e, in quanto soldato, non ho fatto che difendere nel contempo me stesso. quanto meno, non ho assistito a tutto ciò a braccia conserte.
Più tardi, quando ci rivedremo, discuteremo a lungo. come gli operai di qui, riprenderò il mio lavoro, quando ci sarà più tranquillità. non ho cercato altro in Spagna se non la possibilità d'essere utile ai compagni e alla libertà e alla dignità umana. dopo, ognuno vada per la sua strada, riprenda il suo lavoro rimanendo pronto in ogni momento a reimbracciare il fucile per abbattere i porci qualora si presentasse il caso. perché sappiamo che i discorsi e le conversazioni spirituali o idiote non servono a niente quando si ha a che fare con un signore che minaccia con una rivoltella. ed è oltremodo utile che il mondo lo impari dagli spagnoli.
Non ho bisogno né di complessi imbonimenti, né di ricette letterarie per sentire il diritto alla mia dignità. e la difenderò sempre senza discussione, senza pubblicità e senza scriverci sopra. bisogna pur sapere quando finiscono le parole.
Ma basta coi luoghi comuni. perché qualsiasi parola diventa ridicola davanti al sacrificio dei compagni.
Mio caro amico; siate felice. voi appartenete al miglior popolo del mondo, al paese migliore. siatene fiero. e questo ve lo dico in piena cognizione di causa e dopo essere passato attraverso cose a volte ardue. non reputateci dei poeti, dei benedicenti all'acqua di rose. ma è semplicemente la verità.
Heini mi ha scritto che siete sofferente. buona salute e buon anno. per un anno di vittoria. i miei omaggi alla signora Picasso.
Vi abbraccio di tutto cuore. è molto elegante da parte vostra, del resto molto naturale per voi, aiutare i compagni.
Una forte stretta di mano, la mia compagna vi saluta cordialmente.
sempre vostro
Carl Einstein
Barcellona, Calle Verdi 182, 6 gennaio 1939

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