lunedì 7 aprile 2025

La douce route jaune



Non lo saprei tracciare il tragitto che mi ha portato ai Pirenei. Resterà un ricordo senza coordinate. Era stato tutto un andare a caso, senza mappa o navigatore, che ancora non usavo. Evitavo le autostrade e seguivo i contrassegni stradali gialli che indicavano le strade dipartimentali e, con essi, il mistero. Anche con una certa apprensione, da tanto inesperto che ero, al nostro primo salto nel ricco ignoto delle derive: un mulo meccanico che ne trasportava un altro umano e nessuno dei due aveva idea di quanto saremmo durati. Abbiamo tagliato tutto il Paese nel mezzo e se lo fai così, te lo garantisco, ti rendi conto di quanto è grande e vario lo spazio dei francesi, molto più che a star a ragionare su una carta geografica, con le sue proiezioni fallaci. Ricordo quasi neanche un toponimo di questo spigoloso incedere. Solo attimi di stellate sorprese durante pisciate notturne, zone industriali, altipiani ventosi e, poco prima di avvistare il Pic du Midi da lontano, quest'alba fatta solo di girasoli. Gialli come i cartelli delle strade che mi dettavano la marcia e come i mattoni di un ben noto sentiero. Credo di aver cominciato in quel mattino a sentire per la prima volta sommarsi all'inquietudine del viandante il gusto dolce della pace del viaggio. Non la recupererò mai l'esatta latitudine e longitudine di questo metro quadro di strada stretta in mezzo alle colline dell'alta Garonna. Resterà come un sogno lucido la testimonianza di questa fuga infinita di girasoli carnivori di luce che diventano, man mano che la prospettiva si fa più profonda, piccoli occhi, piccole stille, piccoli bottoni, enormi galassie ma viste piccole, da lontano, con la mente ancora un poco pigra di sonno. 


 

Nessun commento:

Posta un commento