venerdì 19 agosto 2016

 Signore, Signori,
 I sogni sono il genere; l'incubo, la specie. Parlerò dei sogni e, poi, degli incubi.
 In questi giorni stavo rileggendo dei libri di psicologia. E mi sono sentito singolarmente defraudato. In tutti si parlava dei simboli o degli argomenti dei sogni (giustificherò più avanti questa parola) e non si parlava di ciò che desideravo, del meraviglioso,dello strano fatto di sognare.
Così, in un libro di psicologia che apprezzo molto, The Mind of Man, di Gustav Spiller, si diceva che i sogni corrispondono al gradino più basso dell'attività mentale - cosa che personalmente ritengo errata - e si parlava delle incongruenze, delle illogicità delle fiabe dei sogni.
Voglio ricordare Groussac, e il suo ammirevole studio (magari potessi ricordarlo e ripeterlo qui) Entre sueños. Groussac, alla fine di questo studio contenuto nella sua opera El viaje intellectual, credo nel secondo volume, dice che è meraviglioso il fatto che ogni mattina ci si svegli giudiziosi -o, quanto meno, abbastanza giudiziosi- dopo essere passati attraverso le zone d'ombra e i labirinti dei sogni.


tratto da Sette Notti, J L. Borges




vignetta da Nav Sam, di Olivier Gautier

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