sabato 30 settembre 2017

Un illustre vicino di casa. La Libreria Ponchielli e La Famiglia Cremounesa




Non a tutti capita di avere per vicina di casa una pagina illustre della storia cremonese.
Alla Libreria Ponchielli è toccato in sorte di avere a fianco “La Famiglia Cremounesa”, un'istituzione per la nostra città.

Nata ufficialmente nel 1969, e tuttora attiva, la Famiglia si origina da un gruppo di amici che decide di creare un punto di ritrovo che permetta uno scambio e una condivisione di vita attorno ad un caffè, ad un bicchiere di vino, ad un libro.

Dobbiamo ricordare che in quegli anni stavano chiudendo molti luoghi di aggregazione che, ora sappiamo, non avrebbero più riaperto.
Gli amici della Famiglia Cremounesa comprendono che una città che non ha luoghi deputati all'incontro è destinata a desertificarsi umanamente, culturalmente, socialmente.

Una storia come questa affonda le sue radici nel primo Novecento, in quella espressione della volontà popolare di accedere fraternamente alla cultura e di promuoverne la diffusione.
Nasce da questo intento una Biblioteca straordinaria, conservata con cura e che ora la Libreria Ponchielli (piazza S.A.M. Zaccaria, 10) intende onorare con una mostra che sarà visitabile dal 1 ottobre al 30 novembre.

Questa Biblioteca, di cui troverete esposti cento volumi, spazia da Liala ai premi Nobel, dai romanzi lievi sino a rigorosissimi saggi delineando una storia dell'editoria e del gusto.

Con questa esposizione di libri ormai rari e altrove introvabili (molta letteratura russa, testi dialettali cremonese, saggi storici mai più rieditati), si vuole anche offrire la possibilità di un viaggio nella memoria che ci riconduca ad atmosfere sensoriali, visive, emozionali, di un altro tempo, di un altro luogo, di un'altra umanità.

Buon viaggio






Se state anche voi gioiendo della magia di queste immagini sappiate che le FOTO sono di FABRIZIO DAVINI

sabato 23 settembre 2017

Visegno e Pietro DI Cristoforo sono presenti oggi a Mosaico, Giardini di piazza Roma, Cremona



Il ricordo può essere una forma di relazione; da una parte abbiamo l'incontro, l'avvicinarsi, dall'altra il suo necessario opposto.
Le due fasi sono necessarie e in qualche modo consequenziali.
L'indagine di quella scoperta richiede tempo, che diverrà in seguito nuova forma.

Quando l'intuizione all'origine delle parti che costituiscono questo movimento é sincera e capace, assistiamo alla nascita di un'opera che contiene le qualità entrambe di soggetti che non siamo noi, e che, misteriosamente, ci appartengono.

Michele Di Maria ha avuto l'intuizione di creare il laboratorio che ha preso il nome di Visegno, di fornire gli strumenti del colore, dei giochi possibili che il tratto concede, a ragazzi e ragazze capaci di una percezione che non può essere la nostra,  ha testimoniato i risultati dei loro lavori, e ha abilmente garantito un incontro tra loro e la loro arte possibile, tra noi e il loro volto.

Simile operazione, se ben pensata, risulta obbligatoriamente in un segno che coinvolge noi tutti.

Questo è esattamente lo scopo del Visegno, e in generale il fine artistico di Michele e dell'associazione culturale Trepunti, che ha fondato insieme a Claudia Ferraroni: coinvolgere tutti.

Al libro che conserva e racconta questo percorso, ha risposto Pietro Di Cristoforo.

La forza che le parole che Pietro ci consegna, le sue poesie, la forza dei volti che gliele hanno consegnate, sono tali da non richiedere, da non necessitare di nessuna mediazione, di nessun altro intermediario.

La sincerità con cui tutti questi soggetti si raccontano non ha bisogno altro che nuove parti da segnare, nuovi volti.



parole e fotografia a cura di Fabrizio Davini

venerdì 22 settembre 2017

Negar Djavadi, Disorientale, edizioni e/o



https://www.edizionieo.it/spool/cover_9788866328896_2132_492.jpgAlle amiche che amano  ". . . il sorriso malandrno di una bassista bionda"

Ricordando Bohumil Hrabal

Non urto contro i lampioni né contro i passanti, soltanto cammino e puzzo di birra e di sporcizia, ma sorrido, perché in borsa porto libri dai quali mi aspetto che a sera da loro apprenderò su me stesso qualcosa che ancora non so

                                            Bohumil Hrabal 

 Risultati immagini per birrerie praghesi

Gli amici si preparano per gli incontri della Libreria Ponchielli


giovedì 21 settembre 2017

Ugo Pierri, Vincent Price


Virginia, ma soeur

"Le donne devono sempre ricordarsi chi sono e di cosa sono capaci. Non devono temere di attraversare gli sterminati campi dell'irrazionalità". 

                Virginia Woolf 

Risultati immagini per virginia woolf per Irene

martedì 19 settembre 2017

Guerra? Ugo Pierri ( ehi, non riescono a stare calmi e felici un solo giorno. A noi sembrano scimmie del Pleistocene!)


RILEVANZA E TEMPO, omicidi e marchette

I fornitori di libri hanno deciso di organizzare l'elenco degli stessi secondo il concetto di rilevanza.
Ai librai serve, in verità, il concetto di tempo. Quando è stato stampato un libro? E' prevista una ristampa? Quando la  prima edizione? Questi sono dati importanti per la conoscenza del libro.
Così come è fondamentale sapere il nome del suo traduttore e del suo curatore. Dati che possono influenzare profondamente la scelta del volume. Eppure, anche di questi, si ritiene inutile fare cenno.
Rilevanza, che concetto strano. Cosa è rilevante per te, per me, per loro?
Quando un libro è rilevante?
La rilevanza è probabilmente uno strumento per marchettare meglio un volume che si vuole vendere.
Così come la dizione non procurabile è una possibile tecnica per affossare un titolo, una casa editrice.
Sarebbe interessante scoprire cosa i fornitori reputano irrilevante.
Potremmo fare delle scoperte. Risultati immagini per gerarchie

LUIGI MAESTRI, TIPOGRAFO

"...Un vero sacerdote dell'arte tipografica che parlava di equilibri, corpi, carte, spazi; che riteneva diversa una stessa opera a seconda di com'era stampata. «Bodoni - mi disse un giorno - diventò matto per l'Aminta del Tasso. Provò e riprovò, poi decise di coniare appositamente dei caratteri per poter meglio agevolare l'ingresso dell'anima del lettore nella favola». Con simili modelli stampò libri, sempre, ostinatamente..."

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" Già, Maestri. Classe 1919, due baffetti affabili, l'eterna sigaretta in bocca, un foglio che non si staccava mai dalle mani e una battuta sempre pronta contro quelli che «con i loro conti hanno rovinato la cultura».  

     Armando Torno, Corriere della Sera, giugno 2001

L'ESOPO, collezione completa

https://images-eu.ssl-images-amazon.com/images/I/61TZ1l8dxaL._AC_US218_.jpgTrimestrale di bibliofilia
Direzione di Mario Scognamiglio;.Rovello Edizioni; Raccolta completa.
Prestigioso periodico per bibliofili  e amanti del .libro raro, riservato a soli soci, in tiratura limitata.
Carta vergata avorio,  splendide e nitide  riproduzioni in nero e a colori. La stampa raffinata, a cura dell'Atelier Milanese del Libro di Luigi Maestri,  non cessa di incantarci.
Esemplare completo, è uno dei 125  contrassegnati da numeri arabi e riservati ai primi sottoscrittori. .
Introvabile nella sua completezza, l'intera raccolta è a disposizione in Libreria.

venerdì 15 settembre 2017

Repetita Repetita Iuvant, iuvat


"Il prato bianco" Einaudi poesia, Francesco Scarabicchi, risvolto di copertina

Dopo aver letto il necessario, chiaro e bellissimo risvolto di copertina di questo libro, la libraia si è domandata perchè non fosse firmato.
Alcuni risvolti di copertina spiegano con bravura il senso del libro a cui ci si sta approcciando.
Altri sono inutili e banalissimi blabla intercambiabili: un libro vale un altro. Insignificanti marchette  che hanno come scopo di spingere all'acquisto, non pensate come aiuto propedeutico alla conoscenza del testo.
Allora ci viene voglia di chiedere che i risvolti di copertina vengano firmati.
Aiuterebbe molto i librai e i lettori a sapere se si stanno accingendo a leggere cose utili, sapienti, scritte in modo intelligente e generoso.
Parlo di generosità perchè stendere con cura queste note è generoso.
Stenderle in modo stereotipato, agendo luoghi comuni  è ingeneroso.




(è vero, questo libro è un altro, ma descrive bene il momento)

mercoledì 6 settembre 2017

LEI, ARMANDO


Fine anni ’60. Quartiere Carmine di Brescia, un luogo di delinquenza e prostituzione ordinaria, fino a quando non arrivano tre uomini dall’aspetto tutto femminile: sono Lea, Carlotta e Lora, le prime travestite bresciane a scendere in strada a battere. Le autorità provano in tutti i modi a fermarle: l’arresto, le multe, le diffide, il confino coatto; ma loro si insediano in Casa delle Bambole e ne fanno un bordello. Pian piano la palazzina si riempie di altre ondate di travestiti e transessuali, non sempre ben accetti: le vecchie leve vedono aumentare la concorrenza e i nuovi arrivati devono conquistarsi il diritto di battere sotto Casa.
Armando è uno di loro. Appena diciannovenne si trasferisce in questo Eden di lussuria, dove fa esperienza sulla propria pelle di ogni eccesso, prendendosi ben poche pause: qualche trasferta lavorativa estiva, una breve (e ingiusta) parentesi in galera e due anni di matrimonio. Armando ha conosciuto i desideri più nascosti delle migliaia di uomini che salivano le scale dissestate al numero 5 di vicolo Rossovera e per dieci anni ha fotografato la vita tra quelle mura, i clienti che le frequentavano, le colleghe di lavoro e le amiche di una vita. Oggi che sono in pochi a ricordare i gemiti di piacere che provenivano dalla Casa, è giunto il momento di rievocarli.

 

Casa delle Bambole fu inizio e trampolino per molte di noi, fu Eden di lussuria, ma anche Golgota con relativa croce e annesse stazioni, cadute, frustate, flagelli, morte e chissà forse un giorno resurrezione. Io sono sopravvissuto e ringrazio il Signore per questo”. Armando Borno


martedì 5 settembre 2017

Parere della libraia sui Festival


Settembre: Ricominciano i Festival!

"Ormai sto girando come  un rappresentante di commercio, ho battuto i marciapiedi dell'Emilia e adesso mi preparo a fare la stessa cosa nel Veneto. Viene con me Domenico Porzio, e a volte sembriamo due comici di avanspettacolo: sempre le stesse battute, e sempre con l'aria di chi le dice per la prima volta. Mi comincio a vergognare..." Luciano Bianciardi