"...Un vero sacerdote dell'arte tipografica che parlava di equilibri, corpi,
carte, spazi; che riteneva diversa una stessa opera a seconda di
com'era stampata. «Bodoni - mi disse un giorno - diventò matto per
l'Aminta del Tasso. Provò e riprovò, poi decise di coniare appositamente
dei caratteri per poter meglio agevolare l'ingresso dell'anima del
lettore nella favola». Con simili modelli stampò libri, sempre,
ostinatamente..."
" Già, Maestri. Classe 1919, due baffetti affabili, l'eterna sigaretta in
bocca, un foglio che non si staccava mai dalle mani e una battuta sempre
pronta contro quelli che «con i loro conti hanno rovinato la cultura».
Armando Torno, Corriere della Sera, giugno 2001
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