domenica 29 agosto 2010

                Sabato 18  e  Domenica  19  Settembre 2010

 

                           Circolo Poetico Correnti

                    

                       Presenta

 

                               CORRENTI  NOMADI

 

                                Rassegna di Videopoesia

 

                                   Videoproiezioni in Loop (52’)

 

 

La rassegna di videopoesia Correnti Nomadi suggerisce molteplici prospettive di attraversamento del testo visivo.Le sequenze, i montaggi,l’audio dei video, sono

spesso ad attrazione flussiva delle immagini. Piccole traiettorie evolutive dello stesso cammino umano realizzate con narrazioni sintetiche. Sperimentazioni vera e proprie

della murazione dell’identità. Appaiono anche gesti performativi,danze concentriche

oppure asincrone che aprono ad una relazione migrante del corpo nel rapporto con lo spazio. Acqua e i fuoco sono spesso presenti come elementi del divenire nel viaggio estetico verso l’alterità e la differenza. Le parole ed i suoni sono immersi nell’andare della memoria e della luce.Esse sono nomadi per l’energia impermanente che sottende creando   nelle visioni una durata senza soluzione di continuità. Queste videopoesie, correnti inconcluse,si proiettano nelle percezioni dello spettatore stimolato da ogni autore verso interpretazioni sensoriali e sinestetiche.

 

 

Circolo Poetico Correnti                                                   Alberto Mori

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                             

                                      Autori e video

 

 

       Massimo Arrigoni         La sposa occidentale                   3’19’’         1998

 

Microdrammaturgia in video dedicata ai poeti che verranno.Il valzer circolare della sposa

attrae  in accoglienza tutte le presenze/ assenze in una rotazione senza soluzione.

 

       Davide Bramante         Serial Killer Rave Part II             3’14’’          1998

 

 I gesti spaesati dell’alienazione riorientati dalla Disco Music.

 Il Dj costruisce un improvvisato rave psichiatrico e trova sincronie impeviste.

 

 

        Roberto Rossini            Enten  Hitti                                   4’23’’             1998

 

Migrazione dei segni rupestri.La natura del cammino dell’uomo sulla terra le tracce

sovraimpresse negli elementi.Il sole dissolve il viaggio nella luce.

 

 

 

        Patrizia Monzani         Found- Footage                              5’20’’           2010

 

 

Acqua come un simbolo della natura.Acqua come  l’origine della vita e dunque dell’uomo.

Questo video, realizzato interamente con materiale archivio è tratto dal database

filmico  di internet (Opensource Films), racconta in breve la storia dell’umanità e la sua

relazione con il pianeta terra.

 

 

        Michele Lambo              Nous                                             5’39’’           2009

 


Contenitore dei semi del pensiero, principio dinamico del Nous poieticos che è la capacità di mettere insieme i tasselli della comprensione e dell'ordine dei concetti grazie ai quali avviene la conoscenza  in  atto dellio e del mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

       Fludd                              On the border                             5’49’’        2009

 

 

suona la campana sull'acqua distesa/che ora sommerge la mia nazione:/nella folla in tumulto e colonna,/ognuno da solo passa il confine.Sul confine. L'impero è caduto.

Il confine sognato è libero. Ci svegliamo per trovarci al servizio di qualcun altro. Una donna delle pulizie, resiste, armata dei suoi arnesi, contro la polvere e gli stracci del passato . Un percorso danzante tra gli ostacoli, una ironica corvèe schivando muri e divieti, un corridoio che si allaga e proviamo ad asciugare, una camera di memoria da ripulire e spalancare. Apri gli occhi, impugna la scopa, strizza bene lo straccio dall'acqua sporca da gettare.

 

 

 

        Caterina Davinio         Self Portrait                                2’                  2010

 

                                               Big Splash                                  1’30’’             2009

 

L’identità attraverso la mutazione. L’autoritratto dell’artista attraverso una serie

di autoscatti fotografici ed immagini digitali (2002-2008).Musica di Mirko Lalit Egger.

 

Sul tema dell’acqua, risorsa comune e fonte di energia,una sequenza composta

a partire dall’installazione “Big Splash” (2009).

 

 

       Semiolabile cinematografica    Effimero  Liquido          1’58’’            2010

 

 

Poesia che si scioglie, una partitura poetica scritta al ritmo dell’acqua, fotogrammi come note scanditi dai suoni e dalle parole.

 

 

 

         Maria Korporal             Elegia di Marzo                           5’                2009

 

 

Il video è una libera interpretazione del pezzo musicale “Elegia di Marzo”, composta da

Angelo Gilardino ed eseguito dal chitarrista Luigi Giffi.La composizione è un omaggio

al poeta spagnolo Juan Ramon Jimenez e alla sua lirica intitolata “Oberon a Marzo”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

       Maria Grazia Martina   Di Briccola in briccola               4’53’’             2008

 

 

Questa composizione l’ho scritta pensando a Venezia, in un giorno particolare. Uno di quei giorni in cui lo sguardo abbraccia la luce i suoi riflessi e rivolge l’attenzione alla gente, al mondo, all’infermabile, alla Bellezza, alla trascorrenza della condizione umana nel tempo e nel luogo. Leonardo a Venezia, inutile dorme sulla panchina. Veronica scrive, nel verso del volo.

 

 

         Elena Chiesa                 Il punto dopo di te                    43”               2006

 

                                                Traversate                                  1’12’’          2006

 

Le mie videopoesie sono forse semplicemente un supporto all’ascolto. Un viaggio immaginifico lungo le parole. Un tentativo di fermare visivamente il senso della poesia. Oppure sono solo un pretesto per liberare la mia mente delle cianfrusaglie che si sono stipate dentro....ed io mi sono messa alla ricerca di quella bellezza mediante l’animazione pittorica perché se una poesia puo essere tutte queste cose allora una videopoesia può essere molto di piu?

 

 

       Giovanni Fontana         Apple Poem                                3’11’’            1998

 

Il poeta Giovanni Fontana (S)mangia la mela con il corpo sensoriale della voce raggiungendo un climax sinestetico fra rumore ed immagine. Il frutto della poesia

si coglie nell’atto alimentare stesso della performance.

 

 

 

       Angelo Ricciardi            Le parole del ‘900                      2’36’’            2007

 

Angelo Ricciardi propone una sua originale composizione di “parole del Novecento” in cui tra negativo e positivo, tra speranza e orrore, viene realizzata una “composizione” che, attraverso lo strumento tipo-grafico, non copre, bensì mette a nudo, il conflitto e la contraddizione.

 

 

      SempreCreativaPoetica     11.22YHZ                               50”              2010

 

 

L’energia sonora dell’emissione vocalica di un'unica parola ed una frequenza dell’energia elettrica comparate durante la variazione reciproca delle loro fasi.

                                

                                           Biografie degli Autori

 

Massimo Arrigoni  è nato a Como nel 1955. Artista interdisciplinare di drammaturgie poetiche.Poeta sonoro,musicista,attore,autore e regista.Il suo work art si caratterizza per l’uso di un linguaggio poetico strutturato in forma di partitura musicale e di drammaturgia teatrale. L’azione si colloca sulla scena delle contaminazioni linguistiche e culturali,tra poetica del dire e arte del narrare. www.massimoarrigoni.it

 

 

Davide Bramante Nasce a Siracusa il 7 novembre 1970. Opera dal 1991, realizza lavori video, installazioni e fotografie. Già inserito nella collezione di Unicredit con otto lavori, dopo aver vinto due borse di studio, è tuttora l’unico italiano, alla prestigiosa Franklin Fornace Foundation di New York.Ha espostoin varie gallerie d’arte la FIAC di Parigi.

in variein va
a ed anche in diverse collettive e personali in Europa e negli Stati Uniti, e nelle maggiori manifestazioni fieristiche internazionali, quali Art Basel, ARCO (Madrid) ed alla FIAC di Parigi.Diplomato in Scenografia all’Accademia “Albertina” di Belle Arti di Torino e successivamente all’Accademia “Fidia” di Belle Arti di Cosenza, attualmente insegna Fotografia e Mass Media presso l’Accademia di Belle Arti “Michelangelo Castello” di Siracusa, dove è tornato a vivere nel 1999 dopo tredici anni trascorsi tra Torino, Roma, Milano e New York.

http://www.studiolacitta.it/LaCitta/Artisti/DavideBramante.php

 

Roberto Rossini opera principalmente attraverso interventi di performance, installazioni e video. I suoi lavori, presentati in varie rassegne di performance e di arti visive, sono spesso realizzati in spazi 'atipici' come edifici industriali e storici, ambienti urbani e di lavoro, luoghi di culto e di cura, ambienti naturali. Ha approfondito le radici antropologiche della ricerca performativa attraverso viaggi ed esperienze in Oriente, Sud America ed Africa e partecipando a training sulle tecniche del corpo. Ha realizzato trasmissioni sperimentali di drammaturgia radiofonica per conto della RAI e interventi di videoarte, legati al processo inconscio e al concetto di 'immagine-tempo-movimento'. Ha pubblicato testi, articoli, tenuto workshop e conferenze sulla performance ed è docente all'Istituto per le Arti Tradizionali al Museo delle Culture del Mondo di Genova. http://www.xx912fabrika.com/pass.effimera_07/pass.effimera_rossini.htm

 

 

 

sabato 14 agosto 2010

riletta,questa notte,la sequenza della fuga di Billy raccontata da Eduard von Keyserling in " I confini del castello" nella traduzione di Luisa Coeta (Sugarco 1989).
Metafora ,invito ad una corsa per allontanarsi da ogni oppressione,ogni volgarità.Quante donne avranno ,negli anni,corso con Billy ?

lunedì 9 agosto 2010


Posto questo articolo tratto dal blog di Repubblica http.//olivero.blogautore.repubblica.it, per ricordare la figura di Elvira Sellerio scomparsa recentemente, pochi giorni fa.



      

                                                                 

3 agosto 2010,                                       La coerenza di Elvira
                                                                                     

                                                                                  

Tra gli ultimi libri pubblicati, Chissà come chiameremo questi anni di Giuliana Saladino, la grande giornalista de L’Ora. Una serie di articoli nell’arco di un trentennio siciliano dal sacco di Palermo ai primi scricchiolii del potere del mostro nato e cresciuto nella palude democristiana, mafiosa, conformista, criminale, ma anche povera e disperata. Quasi un cerchio che si chiude: da lì era partita Elvira Sellerio, dall’Affaire Moro di Sciascia, e lì era tornata. Un unico filo di tensione civile unito alla grazia e all’eleganza che solo i suoi libri sapevano avere. Belli, blu notte o color pastello, con un’illustrazione luminosa come madreperla. Anche chi non sapeva della sua passione, di quanto peso culturale a livello nazionale avesse pur essendo da sempre rimasta a Palermo la sede della casa editrice (e non è facile capire l’handicap in partenza se non si fa parte dell’ambiente editoriale), sfogliando un libro uscito dalle stampe di Elvira Sellerio intuiva qualcosa.

Intuiva quello che tutti i frequentatori di librerie sanno: i libri Sellerio, come pochi altri, stanno in scaffali a parte, inclassificabili. E come si può classificare una casa editrice che ha in catalogo best seller ante litteram come Giorgio Scerbanenco, meravigliosi ottantenni come Andrea Camilleri (quindici anni dopo l’altro splendido vecchietto Gesualdo Bufalino) e noiristi all’italiana come Gianrico Carofiglio e nello stesso tempo faceva dirigere collane ad Adriano Sofri, scrivere sul potere a Luciano Canfora e ospitava i primi lavori di Antonio Tabucchi? Oppure pubblicava Durrenmatt, Trollope e Bolano e contemporaneamente Alicia Giménez-Bartlet e Pietro Grossi?

Forse non è immediato, ma quella cosa che si intuisce quando si ha in mano un Sellerio nasce da un imprinting di quarantun anni fa. C’erano Elvira e il marito Enzo (che presto si separarono), Leonardo Sciascia e Antonino Buttitta. Avevano in mente una casa editrice di nicchia, elegante, essenziale, selettiva. Libri soltanto per chi avesse un’esigenza di memoria, come si chiamò la prima collana. Poi Sciascia stesso affossò l’idea: il suo L’affaire Moro vendette centomila copie e lanciò in orbita la Sellerio. Il Campiello alla Diceria dell’untore di Bufalino nell’81 fece il resto. Ma al di là della fama raggiunta è sempre rimasto un tratto eversivo nel catalogo Sellerio che deriva da quel primo imprinting, oltre che dalle frequentazioni giovanili di Elvira nel Gruppo 63.

Innanzitutto i grandi scrittori di un sud in grado di proporre una forza culturale nazionale pari e complementare a quella dei grandi intellettuali del nord, come Corrado Alvaro o Giuseppe Antonio Borgese. Avevano visto prima di altri alla Sellerio quello che sarebbe poi successo: un nord senza più voce e senza più progetto culturale. Per questo non smisero mai di credere nello sguardo disincantato del sud. E poi l’energia di Elvira e della sua squadra che non li faceva mai fermare. Sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, di prezioso, di non scontato. Sempre a inseguire quel primo imprinting e sempre consapevoli che a certe latitudini l’inerzia è fatale.