venerdì 27 febbraio 2015

Il tempo che ci rimane


Freddo tramonto
dal vagone vociante.
Muto attimo.

Sìco'Mori


a Jacopo


al Don Giovanni di Filippo Timi


Tu non hai mai amato altri che te stesso. Per questo ci odii. Ci hai sempre prese per femmine; non come donne. Come episodi. Ciascuna di noi. - Ma gli episodi hanno finito per inghiottire tutta la tua vita. 

Max Frisch, Don Giovanni o l'amore per la geometria

a Luca Ronconi


Luca Ronconi, Orlando Furioso

Maurice Blanchot: Lo spazio letterario

 Robert Crumb, Kafka

E’ necessario, affinché nasca il vero linguaggio, che la vita che questo linguaggio porterà abbia fatto l’esperienza del suo nulla, che abbia “tremato” nel profondo e che tutto ciò che in essa era fisso e stabile abbia vacillato. Il linguaggio non comincia che con il vuoto. Nessuna pienezza, nessuna certezza può parlare: a chi si esprime manca qualcosa d’essenziale. La negazione è legata al linguaggio. Questa formula spiega perché l’ideale della letteratura ha potuto essere questo: non dire nulla, parlare per non dire nulla. Non si tratta di fantasticherie su un nichilismo di lusso. Il linguaggio percepisce che deve il suo senso non a ciò che esiste, ma proprio all’indietreggiare davanti all’esistenza e subisce la necessità di ancorarsi a questo indietreggiare, di cogliere la negazione in se stessa e di fare del nulla il tutto. Se di alcune cose se ne parla dicendo di esse ciò per cui sono nulla, ebbene, non dire nulla è la sola speranza per dire qualcosa.

Maurice Blanchot, Da Kafka a Kafka

LIBRERIA UTOPIA. La cultura popolare urbana in Giappone: dal "mondo fluttuante" di Edo alla Tōkyō liquida.




Percorsi di idee, estetica, letteratura.
un corso di
Rossella Marangoni
8 incontri alla domenica mattina tra marzo e maggio

Il corso vuole essere un’introduzione alla cultura popolare urbana giapponese intesa come espressione ed elaborazione originale del popolo delle città, una cultura che sta alle radici del moderno e che costituì, a partire dal XVII secolo, una sorta di tradizione alternativa in continuo
movimento, complessa, multisfaccettata e dalle caratteristiche ben definite.

In PROGRAMMA:

1. Edo, ritratto di una città verso il moderno.
2. Tutti a teatro! Le storie, il divismo, la moda, il pubblico.
3. Nel territorio della trasgressione: la cultura dei quartieri del piacere.
4. Donne d’arte? Donne di piacere? La figura della geisha da un’epoca all’altra.
5. Spettacoli di strada, sottobosco malavitoso, vite ai margini. Un’altra Edo.
6. Da Edo a Tōkyō, verso una nuova modernità.
7. Il luna park di Asakusa: modern girls, società di massa e ingresso nella “valle oscura”.
8. Sopportare l’insopportabile. Sopravvivere dopo Hiroshima e Nagasaki.

Date del corso:

> domenica 1, 8, 15 e 22 marzo, 12, 19, 26 aprile e 3 maggio.
> Il 1° marzo e il 12 aprile il corso si terrà dalle ore 14 alle ore 16.
> Nelle altre date la lezione si terrà dalle ore 11.00 alle ore 12.45.


SEDE DEL CORSO : 

LIBRERIA UTOPIA,
Via Marsala, 2, 20121 Milano.
Telefono: 02 2900 3324.
MM2 Moscova; bus 94.
   
Costo del corso: 140 EURO  (comprensivo del materiale distribuito durante le lezioni).
Per informazioni e iscrizioni inviare una mail
alla Libreria Utopia: libreriautopia@tiscali.it oppure a: web@rossellamarangoni.it

a Quodlibet

    Societas Raffaello Sanzio, Il regno profondo

Claudia Castellucci della Societas Raffaello Sanzio: "Setta" Quodlibet


La Libreria. Al ragazzo con i capelli rossi.

Entri in libreria, guardi, esplori, conosci e riconosci. 
Riprendi un cammino o, a sorpresa, ne inizi uno nuovo.
Leggi i libri che ti parlano, non quelli di cui ti parlano.

giovedì 26 febbraio 2015

Ryokan (1758-1831)

Aironi cinerini sul fiume Lahn a Limburg, in Germania.  - Arne Dedert, Afp

Pioggia di primavera-
recarmi da un amico
il pensiero di oggi.

harusame ya tomo  o tazunuru omoya ari

martedì 24 febbraio 2015

Libri con il loro corpo


Humpty Dumpty


Lewis Carroll:


'Twas brillig, and the slithy toves
Did gyre and gimble in the wabe:
All mimsy were the borogoves,
And the mome raths outgrabe'



Antonin Artaud (versione del 1947):


'Il était roparant, et les vliqueux tarands
Allaient en gibroyant et en brimbulkdriquant
Jusque-là où la rourghe est à rouarghe à ramgmbde et rangmbde à rouarghambde:
Tous les falomitards étaient les chats-huants
Et les Ghoré Uk'hatis dans le GRABÜG-EÛMENT.'.

in arrivo quattro titoli sul camminare



Agli amatissimi libri che giocondi trasvolan fuor de' l'uscio


Ho lasciato scuole e posti senza nemmeno sapere che li stavo lasciando. È una cosa che odio. Che l’addio sia triste o brutto non me ne importa niente, ma quando lascio un posto mi piace saperlo, che lo sto lasciando. Se no, ti senti ancora peggio.

               J.D. Salinger, Il giovane Holden

a Roberto Calasso

E tu chi sei?” domandò il Bruco. […] Intimidita, Alice rispose: “Io – a questo punto quasi non lo so più, signore – o meglio, so chi ero stamattina quando mi sono alzata, ma da allora credo di essere cambiata più di una volta.
 
Lewis Carroll, “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”


lunedì 23 febbraio 2015

guerra e pace


Kraus ha detto tutt’altro: ha detto che la pace è fondata sul massacro, e che la guerra è la serata di beneficenza in cui l’umanità mette in scena ciò che normalmente fa, ma non dice, perché il pubbico si entusiasmi e versi un obolo sufficiente a far progredire il massacro. Kraus non ha dipinto, come tanti, i disastri della guerra. Ha solo portato l’annuncio della definitiva impossibilità della pace.

Roberto Calasso

peace & love!


OTTIMISTA. Ma forse che le guerre si combattono con la fantasia?
CRITICONE. No, perché se si avesse questa, non si farebbero più quelle.
OTTIMISTA. Perché no?
CRITICONE. Perché in tal caso le suggestioni di una fraseologia che è il residuo di un ideale tramontato non avrebbero la possibilità di annebbiare i cervelli; perché si potrebbero immaginare anche gli orrori più inimmaginabili e si saprebbe in partenza come si fa presto a passare dalla bella frase luminosa e da tutte le bandiere dell’entusiasmo al dolore in uniforme; perché la prospettiva di morire di dissenteria o di farsi congelare i piedi per la patria non mobiliterebbe più alcuna retorica; perché quanto meno si partirebbe con la certezza di pigliarsi i pidocchi per la patria. E perché si saprebbe che l’uomo ha inventato la macchina per esserne dominato e non si supererebbe la follia di averla inventata con l’altra peggiore di farsi ammazzare da essa; perché l’uomo sentirebbe di doversi difendere da un nemico di cui non vede altro che il fumo che sale, e intuirebbe che il fatto di rappresentare la propria fabbrica d’armi non offre sufficiente garanzia contro la merce offerta dalla fabbrica d’armi nemica. Perciò, se si avesse fantasia, si saprebbe che è un delitto esporre la vita al caso, che è peccato svilire la morte al livello della casualità, che è follia fabbricar corazzate quando si costruiscono torpediniere per affondarle, costruire mortai quando per difendersi si scavano trincee dove è perduto soltanto chi mette fuori la testa per primo, e cacciare in topaie uomini in fuga davanti alle proprie armi, e poi lasciarli in pace soltanto sottoterra.

KARL KRAUS, da "Gli Ultimi giorni dell'umanità"

a Fede


" Poi Lang disse: «Tu vai pazza per le parole, vero? – Guardò Lenore. – Vero che vai pazza per le parole?»
«Cioè? Che significa?»
«Significa che mi dài l’idea di una che va pazza per le parole. O forse pensi che siano loro a essere pazze.»
«In che senso?»
Lang guardò nel tavolino di vetro, poi si toccò distrattamente il labbro superiore, con un dito.
«Nel senso che le prendi terribilmente sul serio, – disse. – Tipo come se fossero un bisturi, o una motosega che rischia di tagliarti con la stessa facilità con cui taglia gli alberi.» "

  David Foster Wallace, La scopa del sistema

a Simone


Quasi chiunque considera i limiti del proprio vedere come i limiti del mondo. Alcuni non lo fanno. Unisciti a loro.

Arthur Schopenhauer

a Franio Kahn


È’ questo il difetto delle parole. Stabiliamo che non c’è altro mezzo d’intenderci e di spiegarci, e finiamo con lo scoprire che restiamo a metà della spiegazione e così lontani dal comprenderci che sarebbe stato molto meglio lasciare agli occhi e al gesto il loro peso di silenzio. Forse anche il gesto è un di più. In fin dei conti, non è altro che il disegno di una parola, il muoversi di una frase nello spazio. Ci restano gli occhi e il loro accesso privilegiato alle apparizioni.


Josè Saramago, Di questo mondo e degli altri

domenica 22 febbraio 2015

Bobi Bazlen, Roberto Calasso

Risultati immagini per bobi bazlen

A Roberto Calasso :

"Grazie per la Sua esitazione"

Proprio ieri si citava Snoopy...


Luca Ronconi


Porti la notte il sole
e la candida luna il giorno apporte,
e 'l nascer lutto, e gran piacer
la morte:
porti la state il gelo
e dolci frutti il verno,
e il ciel diventi a noi l'orrido
inferno,
anzi l'inferno il cielo:
rompa sue leggi la natura e 'l fato
poi che lo rompe amore,
e premio e crudeltà d'un fedel core
e pietà d'uno ingrato.
 


Torquato Tasso

sabato 21 febbraio 2015

Pier Vittorio Tondelli


 
“Le occasioni della vita sono infinite e le loro armonie si schiudono ogni tanto a dar sollievo a questo nostro pauroso vagare per sentieri che non conosciamo.”

Pier Vittorio Tondelli

Vittorio Cozzoli: “Dante Alighieri: dalla lingua alle lingue”

9 MARZO (lunedì) ore 16.00  
Vittorio Cozzoli: 
“Dante Alighieri: dalla lingua alle lingue”

L'AQUILA A DUE TESTE


Mentre gli sputi rossi della mitraglia
sibilano senza posa nel cielo blu infinito;
scarlatti o verdi, accanto al re che li schernisce
crollano i battaglioni in massa in mezzo al fuoco 
mentre un'orrenda follia, una poltiglia
fumante fa di centomila uomini
[...]

Arthur Rimbaud, Il male

UN DUE TRE ... UGO


Forse non troverete libri del pacifista (!) Massimo Fini in Libreria


venerdì 20 febbraio 2015

Bobi Bazlen: Fiera dell'Editoria Bobi Bazlen - Antico Caffè San Marco, Trieste 14-15 febbraio. La Libraia non riesce a perdonarsi di non essere riuscita ad andarci. Prendete nota per il prossimo anno e non perdetelo.

Tehirusp

L'uomo che ama di Stig Dagerman (poesia postuma)

 


L’uomo che ama trova una conchiglia sulla spiaggia. Quando la porta all’orecchio non sente né il mare né il vento né gli angeli, ma la sua stessa voce che canta: Ti amo. Non ha mai udito niente di così bello. Su un’altra spiaggia giacciono tutti gli uomini addormentati. Qualcuno cammina lentamente sulla spiaggia, li solleva uno per uno, se li porta all’orecchio e rimane in ascolto. In alcuni uomini-conchiglia sente un abbaiare di cani, in altri un lontano ruggire di tigri o colpi di martello, in altri ancora un pesante rombare di macchine. Ma in una conchiglia echeggia il grido di un pesce. E’ questo il suono dell’uomo che ama quando qualcuno se lo porta all’orecchio. Se i pianeti potessero amare uscirebbero dalle loro orbite e sarebbe il caos. La sopravvivenza dell’universo è garantita dal fatto che l’amore è impossibile. Anche l’uomo che ama ha il presentimento che l’amore sia fratello della morte. Ma questo non gli impedisce, lui prigioniero della sua orbita, di aprirsi una breccia fino alla cella del vicino, gridando di gioia: Sono libero!
 

da Il viaggiatore, Iperborea, Milano, 1991

Mondadori e RCS minacciano (?) l'assimilazione




"Quale sfinge di cemento e alluminio gli ha spaccato il cranio e ha mangiato i loro cervelli e la loro immaginazione?"

mercoledì 11 febbraio 2015

Dedicata a Leo, Andrea, ai ragazzi del Dordoni e del Kavarna

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Sono invidioso.
E' un segreto che non ho mai rivelato a nessuno.
Il fatto è che da qualche parte esiste
un ragazzo di cui sono molto invidioso.
Lo invidio per come si batte
così audace e ingenuo al tempo stesso
come io non sono stato mai.
Sono invidioso per come ride.
Di ridere così non sono mai stato capace
Lui sempre pieno di sbucciature e bozzi,
io sempre pettinato e illeso.
Tutti quei passi, nei libri, che io evito leggendo,
lui non li salta.
Anche in questo è più forte.
E là dove io getterò la penna , fra me dicendo:
"Non ne vale la pena..."
"Certo che vale!" dirà lui,
e in mano la riprenderà.
Sono invidioso.
Esiste un ragazzo, in un cortile,
che è più vivo di me.

                 E. Evtusenko 

martedì 10 febbraio 2015

Il viaggio di un "poeta"

Le comunità virtuali non costruiscono nulla. Non ti resta niente in mano. Gli uomini sono animali fatti per danzare. Quant'è bello alzarsi, uscire di casa e fare qualcosa. Siamo qui sulla Terra per andare in giro a cazzeggiare. Non date retta a chi dice altrimenti. 

Kurt Vonnegut, Un uomo senza patria

Fulminati!


In genere, tutta la vita gli si presentava come un sogno ininterrotto, e tuttavia slegato. 
Anche quando dormiva, faceva sogni corrispondenti al suo servizio. 

Saltykov-Scedrin, Fatti d'altri tempi nel distretto di Posechon'je
.

Fulminati!


Nel frattempo Carabas Barabas era finalmente riuscito a tirarsi fuori dalle grosse fauci la ruvida pigna. Quando poi fu colpito in mezzo alla testa dalla seconda pigna, gli uscirono gli occhi dalle orbite. Inoltre barcollava qua e là e subito si aggrappò al tronco del pino. Il vento giocava con la sua barba. Dal suo posto d'osservazione, in cima all'albero, Burattino osservò che il vento sollevava la punta della barba e l'avvolgeva al ruvido tronco del pino. 


Aleksej Tolstoj, Il compagno Pinocchio

lunedì 9 febbraio 2015

Fulminati!

 Non far lo smorfioso: le bare dei poeti
Per i becchini son semplici giochi,
Astucci di violini che suonano vuoti...
I borghesi son sciocchi - ti credono morto davvero -
Va' presto, pettinatore di comete leggero! 

Tristan Corbiere, Morticino da ridere

La morte di San Narciso


Colpito da una tale conoscenza
non poté vivere al modo degli uomini, ma
divenne danzatore avanti a Dio


Thomas Stearns Eliot, La morte di San Narciso

Fulminati!


La vedevo solo di profilo: ma il profilo è lo scoglio della bellezza o la sua prova del fuoco: e non ne avevo mai visto, credo, uno più puro e altero. Gli occhi, non potevo giudicarli, rivolti com'erano alla pantera; la quale doveva, dalla magnetica fissità dello sguardo, sentirsi chi sa come disturbata perché, sotto la sua insistenza, vieppiù nella sua immobilità s'irrigidiva: finché - senza spostar d'un filo la testa, senza che neppure il minimo fremito le passasse nei mustacchi-, dopo aver a più riprese sbattuto le palpebre; come fa il gatto offeso dalla luce, calò sulle due stelle verdi degli occhi il sipario delle palpebre; e fu come si ritirasse nei suoi appartamenti. 

Jules-Amédée Barbey D'Aurevilly