domenica 31 luglio 2011

Pregare

Così di rado ho pregato chiedendo
(eppure dice di bussare).
Quando accade, chiedo uno sguardo libero da tralicci steccati reticoli indirizzi.
Se prego (e prego) ringrazio.
Ringrazio per il suo sguardo su di me, libero e fedele.

Ad.e

sabato 30 luglio 2011


Le ferite bruciavan come soli
alle cinque della sera

Federico Garcia Lorca

il ruggito sentirete della belva incazzata
che sbaglia, si lecca le ferite, e ancora sbaglia.
e mezza morta non si arrende, si scaglia
contro la livida muraglia dell'indifferenza
con l'eroica pazienza di chi crede
che un uomo è un uomo se sa farsi e disfarsi
con le sue mani, giorno per giorno
senza mai piegarsi, senza credere in chimere
nè bianche nè nere

Tonino Conte, Elogio del bestemmiatore, da Dante Alighieri
QUANDO ESCE IL NUOVO NUMERO DI LAPISVEDESE ?

QUANDO,QUANDO QUANDO ?

mercoledì 27 luglio 2011


ADDIO AMY



Una triste mezzanotte.Mi attardavo,stanco,esausto
sulle pagine bizzarre di un sapere ormai scordato...

Edgar Allan Poe
LETTERA APERTA E MINACCIOSA ALLA CASA EDITRICE UTET


perchè ogni volta che vi ordino guidogozzano opere mi mandate copie annerite, sporche, schifose, ripugnanti, con impronte di scarpe da ginnastica sulla copertina ?


perchè perchè perchè ?


perchè perchè perchè?

sabato 23 luglio 2011

GIULIANO SCABIA

"Marco Cavallo"

Leggi l'articolo di Tuttolibri:

http://www3.lastampa.it/fileadmin/media/settimanali/tuttolibri/PDF/8.pdf

venerdì 22 luglio 2011


Per atto ricordo
frenesia modulare ventosa
nello sciame percorso
dal cielo memore del giorno

Libreria Dornetti, Via delle Grazie 5,Crema

Venerdi 22 Luglio alle ore 19:30





Le golose

Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.

Signore e signorine -
le dita senza guanto -
scelgon la pasta. Quanto
ritornano bambine!

Perché nïun le veda,
volgon le spalle, in fretta,
sollevan la veletta,
divorano la preda.

C'è quella che s'informa
pensosa della scelta;
quella che toglie svelta,
né cura tinta e forma.

L'una, pur mentre inghiotte,
già pensa al dopo, al poi;
e domina i vassoi
con le pupille ghiotte.

un'altra - il dolce crebbe -
muove le disperate
bianchissime al giulebbe
dita confetturate!

Un'altra, con bell'arte,
sugge la punta estrema:
invano! ché la crema
esce dall'altra parte!

L'una, senz'abbadare
a giovine che adocchi,
divora in pace. Gli occhi
altra solleva, e pare

sugga, in supremo annunzio,
non crema e cioccolatte,
ma superliquefatte
parole del D'Annunzio.

Fra questi aromi acuti,
strani, commisti troppo
di cedro, di sciroppo,
di creme, di velluti,

di essenze parigine,
di mammole, di chiome:
oh! le signore come
ritornano bambine!

Perché non m'è concesso -
o legge inopportuna! -
il farmivi da presso,
baciarvi ad una ad una,

o belle bocche intatte
di giovani signore,
baciarvi nel sapore
di crema e cioccolatte?

Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie



Divento vecchio... divento vecchio...
Porterò i pantaloni arrotolati in fondo.
Dividerò i miei capelli sulla nuca? Avrò il coraggio di mangiare una pesca?
Porterò pantaloni di flanella bianca, e camminerò sulla spiaggia.
Ho udito le sirene cantare l'una all'altra.
Non credo che canteranno per me


Thomas Stearns Eliot

Ci siamo troppo attardati nelle camere del mare
Con le figlie del mare incoronate d' alghe rosse e brune
Finché le voci umane ci svegliano, e anneghiamo

Thomas Stearns Eliot

giovedì 21 luglio 2011

Scorgere e giocare



Se vuoi conoscere Dio,


non essere un solutore di enigmi.


Piuttosto guardati intorno,


e lo vedrai giocare con i tuoi bambini.





Kahlil Gibran

sabato 16 luglio 2011


Chiunque si occupi di letteratura è un porco, soprattutto adesso

Antonin Artaud



Mi pongo contro gli ANACOLUTI del falso dire contemporaneo

contro i prodotti di FALSA QUALITà contemporanea

contro FALSI EDITORI contemporanei

contro I BESTSELLERS contemporanei

contro il libro come PRODOTTO contemporaneo

Insomma, ribalterei tutto, come Gesù nel tempio

mercoledì 13 luglio 2011


Espongono:
Arisi Claudio, Bertorelli Siria, Caserini Enrico, Centenari Filippo, Dicre, Garay Luis Félipe, Geranio Massimo, Guattelli Cristiano, Grignani Marco, Lacchini Giulio, Maccalli Luciano, Merisi Fabrizio, Regonaschi Marco, Toninelli Gianni, Sartini Gianmario.

domenica 10 luglio 2011


Quando Narciso morì, i fiori del campo erano affranti e chiesero al fiume qualche goccia d'acqua volendo piangere per lui. "Oh!" rispose il fiume, "se tutte le mie gocce d'acqua fossero lacrime, non ne avrei a sufficienza per piangere Narciso. Io lo amo." "Oh!" replicarono i fiori del campo, "come avresti potuto non amare Narciso? Era bello." "Era bello?" chiese il fiume. "E chi può saperlo meglio di te? Ogni giorno, appoggiato al tuo argine, contemplava la propria bellezza nelle tue acque." "Se lo amavo" replicò il fiume "era perché, quando si sporgeva sulle mie acque, vedevo il riflesso delle mie acque nei suoi occhi."

Oscar Wilde


L’altro giorno ho letto qui sull’Unità l’attacco di Goffredo Fofi alla cultura assistita, in cui si facevano confluire tante insofferenze sacrosante o meno; fino a una frecciata – in cauda venenum – all’occupazione del Valle. L’idea che uno se ne poteva fare, a partire da quel pezzo, è che questi occupanti siano dei figli di papà, politici improvvisati d’inizio estate, artisti mediocri e un po’ velleitari, frequentatori di salotti romani la mattina tarda e del foyer del teatro occupato all’ora dell’aperitivo.

LEGGI L'INVETTIVA DI GOFFREDO FOFI

La reazione di dispiacere che quindi mi è venuta era doppia: da una parte per la miscomprensione di quello che sta accadendo al Valle, dall’altra perché ho pensato: Ti prego, Goffredo, per favore non anche tu. Per favore non trasformare, per amor di vetriolo, la tua capacità critica intransigente e lucida, la tua attenzione, in paternalismo e qualunquismo. Distingui, non farti incantare dal tuo intuito, vieni a vedere con i tuoi occhi le assemblee e gli spettacoli, collabora, discuti, irritati, ma non farlo con il disincanto caustico di chi ha già liquidato il fenomeno come uno sfogo da nostalgici di un maggio francese che hanno visto solo nei film. Altrimenti – questo è il terribile rischio – la tua diventa un’idiosincrasia funzionale alle destre becere di Alemanno e Giro. E te lo dico dandoti del tu qui sul giornale, perché sei stato e sei una delle pochissime figure di riferimento a cui molti di noi, artisti, intellettuali di un paio di generazioni dopo, riconosciamo un credito. Non per piaggeria, ma per due semplici ragioni. La prima è che ci hai insegnato quanto è inutile per l’essere umano l’arrivismo, quanto è distruttiva, diabolica, la retorica dell’impegno senza l’impegno; la seconda è che ci hai fatto capire – attraverso un modello di militanza quotidiana – quanto l’arte senza la comprensione e l’intervento sulla società sia un hobby per compagnie di giro o quanto la politica senza l’attenzione all’educazione sia amministrazione di un potere che si autocelebra».

L’altra sera ero al teatro Valle a fare da indegna spalla a Fabrizio Gifuni che leggeva un libro di interviste di Carmelo Bene, curato da Emiliano Morreale: ed è stato un momento fantastico. Le invettive di Bene contro i sacerdoti della «cultura» erano quanto di meglio potessimo ascoltare. Il pubblico rideva, veniva spiazzato, aveva i lucciconi agli occhi. E, disceso dal palco, pensavo: questa sensibilità comune, questa condivisione di sguardo, che abbiamo sviluppato in questo deserto di senso che sono stati gli ultimi trent’anni in Italia, tra persone che non si sono mai troppo frequentati come me, Fabrizio Gifuni e Emiliano Morreale e molti altri in mezzo al pubblico, la dobbiamo molto anche a te. Al merito che tu hai avuto di far passare saperi tra le persone, di creare relazioni, di attivare in chi si occupa di politica, di arte, di educazione, di sociale, in Italia un dispositivo di autocritica e un desiderio di confronto, attraverso i libri che ci hai consigliato, attraverso le riviste, attraverso quello che hai seminato, attraverso l’esempio. Sarebbe il lavoro normale per chiunque dedichi la propria vita a un impegno intellettuale. Ma sai meglio di me quanto è raro in Italia un atteggiamento di curiosità e disponibilità del genere. Nessuno lo vuole meridianizzare, come dire, per neutralizzarlo; ma tu non disconoscerlo.

Venerdì proveremo a fare un’assemblea aperta sul lavoro della conoscenza, la terza in tre settimane, per continuare a ragionare sulle possibilità di una diversa politica della cultura nel bel paese del quasi-dopo Berlusconi. L’abbiamo chiamata «La furia dei cervelli» trovando un tratto comune della stolidità di questi anni: il ricatto. Una comunità culturale cresciuta per cooptazione corporativa, il deficit di rappresentanza, la distruzione dello stato sociale, la delegittimazione dell’educazione ci hanno portato a accettare come normale uno stato di minorità. Solo adesso molti di noi riconoscono la sensazione di esser vissuti per anni sotto un ricatto che abbiamo subito da padri incapaci di riconoscerci una vera autonomia, un ricatto che abbiamo finito per introiettare e per tendere a noi stessi. Insomma che sia venerdì, stasera, o un qualsiasi pomeriggio di questi, se ti va vieni. Sei davvero il benvenuto. Sai quanto sono importanti le presenze fisiche, gli abbracci e le occhiatacce. Non farci parlare con te solo attraverso un franco botta e risposta su un giornale.

giovedì 7 luglio 2011

L’orso. Storia di un re decaduto

di Michel Pastoureau


Ci fu un tempo in cui l'orso era il re degli animali. Non il leone, l'orso. Così aveva deciso l'unica creatura in grado di sconfiggerlo, l'uomo. L'orso da sempre accompagna l'uomo, i loro destini sono intrecciati. Nei graffiti delle caverne, nei miti della creazione del mondo, negli alberi genealogici degli eroi, sui vessilli dei re del nord, nei riti iniziatici tra l'infanzia e l'età adulta di popoli guerrieri. L'uomo e l'orso condividevano le stesse foreste, lo stesso mondo. Il primo inquieto lanciato verso il suo futuro, l'altro pazientemente intento a occupare il suo posto nella natura.
Poi venne il cristianesimo. E cominciò una crociata silenziosa contro il re degli animali, protagonista e guardiano dei riti pagani che il nuovo dio non poteva tollerare. Un orso dietro ogni sorgente, un orso dietro ogni albero o luogo di culto pagano, un orso alla guida del pantheon di popoli da cristianizzare.
A partire da Carlo Magno e poi dall'anno mille la caccia al re diventò spietata. Quella fisica e quella psichica. Gli orsi furono sterminati, nuovi re presero il loro posto alla guida degli animali. Moriva l'orso diabolico (parola di Sant'Agostino), arrivava il leone cristiano.
Passano i secoli, le foreste scompaiono, le guerre si dimenticano, nessuna pensa più all'orso. Poi esce questo libro di Michel Pastoureau: L'orso. Storia di un re decaduto e uno riflette su due cose. Alle due orse nel cielo, sempre sopra l'orizzonte e da sempre guida dell'uomo. Agli orsacchiotti di peluche che ci consolano con il loro sguardo saggio e rassicurante e che ci tramandiamo da generazioni. Il re è morto. Viva il re.

mercoledì 6 luglio 2011

Il Circolo Poetico Correnti
organizza una manifestazione di Poesia A Strappo
intitolata Dialogo.

L'esposizione delle poesie per lo strappo avrà luogo
Sabato 3 e Domenica 4 Settembre
nel porticato di Piazza del Duomo a Crema (Cr).

Chi intende partecipare può inviare un Max di 3 poesie a tema libero
in formato A4 fotocopiata ciascuna in 30 copie al seguente indirizzo civico:

Alberto Mori
Via L.Cadorna 11
26013 Crema(Cr)


La partecipazione è libera


Data termine invio:

Sabato 27 Agosto


Durante le due giornate:

Reading e Performance dei poeti

Videoperformance ed Action Poetry



Per informazioni sulla manifestazione:

Circolo Poetico Correnti

Alberto Mori
Cell.339 4439848
0373 86560 (Tel.Studio Fax e Segreteria Telefonica)

E mail albmor3@tin.it
Facebook http://www.facebook.com/alberto.mori2

lunedì 4 luglio 2011


C'era un tempo chi con gli orsi tirava di fioretto per coglierne l'abilità,
chi pasteggiava insieme a loro dividendo il cibo con essi e chi ne ha addirittura fatto una testimonianza in uno scritto, chi un film

MENTRE LORO:

SE RIESCONO

A

DIGERIRE

LE LORO PROPRIE

CASTRONERIE

NON C'è DUBBIO

CHE

RIESCANO A

DIGERIRE

ANCHE

LA CARNE

D'ORSO

sabato 2 luglio 2011