mercoledì 20 aprile 2011

Miecio Horszovski

Piccole dita che baciai, che tenni
fra le mie, pensando ai derelitti
consolati di affanni e di delitti
dal gioco delle mani dodicenni:

o le tue mani, bimbo, se tu accenni
sui tasti muti, a pena! Ecco, e tragitti
un popolo di sazi e di sconfitti
alle rive del sogno alte e solenni.

E tu non sai! Il suono t'è un trastullo:
tu suoni e ridi sotto il cielo grigio
nostro piccolo gran consolatore!

E l'usignolo, come te, fanciullo,
canta ai poeti intenti al suo prodigio;
e non conosce le virtù canore



(Guido Gozzano)


martedì 19 aprile 2011


Dice la gente: fiabe e menzogne
sono e saranno sempre i tuoi sogni.
Io dico,invece : posso sognare
sogni non fatti per ingannare.

..........................................................

Ecco: dormendo sogni nel letto
ciò ch'è, domani , chiaro, perfetto
perfettamente verificato:
Sogni, e domani scopri il sognato.


da " LE ROMAN DE LA ROSE "di Guillaume de Lorris-Jean de Meun

sabato 16 aprile 2011

“Tonno Basso”

Morbasco

Fossetto di

Pisciate

Che dentro

Le carpe

Ti han ficcate

Pescate

I marmocchi

Le hanno

Quante sboccate

Faranno

Coloro che

In te

Cadranno

venerdì 15 aprile 2011

Liberi Legami


LIBERI LEGAMI
mostra fotografica di Gioia
Ciboldi
dal 16 aprile al 16 maggio
Libreria Ponchielli


LE CITTÀ IN-DIVISIBILI

Pare assurdo considerare "Le città invisibili" di Italo Calvino come un opera letteraria di indiscusso valore.A mio modo di vedere la cosa, il suo valore è discutibilissimo, anzi, discutibile, se non addirittura confutabile."Le città invisibili" non sono farina del suo sacco, ma di Borges, Kafka, Pasolini e di tutta la filosofia scientifico-strutturalista che ingloba Saussure e anche il lavoro di Deleuze sul tempo "La logica del senso". Cosa vi può essere di geniale e pregevole nell'opera di Calvino, se non il fatto d'aver u po' qui e un po' là dal sacco contenente la farina di Borges, Kafka, Pasolini ed anche Joyce. Di Borges viene saccheggiato il tema dello specchio come riverbero di luce e strumento creatore di immagini che dal reale si riflettono sulla sua superficie e ne formano un doppio("gli specchi e la copula sono abominevoli perchè moltiplicano il numero degli uomini");questa è un immagine fondante e basilare dell'opera e caratteristica di più di una città. Da Kafka viene ripreso il tema dei topi che dominano il genere umano, presente nel racconto "Josefine la cantante o il popolo dei topi".Da Pasolini ed in particolare dal suo cortometraggio "Che cosa sono le nuvole?", viene ripresa l'immagine degli immondezzai visti come becchini. Di Joyce viene ripreso il tema e concetto della vita quotidiana moderna come inferno collante fondamentale dell' "Ulisse", presente nel finale dell'opera di Calvino come chiusa e sigillo. Dalla sfera filosofico-scientifica viene ripresa la ricerca sul segno formato da significato e significante di Saussure e la distinzione tra tempo Chronos e tempo Ajon di Deleuze ripresa alla pari.Non si trascuri poi che l'intera base e fondamento dei dialoghi fra Marco Polo e Kublai Khan , posti prima e dopo la descrizione di ogni singola città siano stati interamente influenzati dal "Milione" dello stesso mercante veneziano, da cui deriva anche il tema dell'opera e la procedura di narrazione, così come la figura centrale del narratore.Porre come caratteristica fondante e d'originalità e d'innovazione quella della brevità di scrittura, ha ancor più dell'assurdo, dato che già prima di Calvino vi furono personalità del mondo letterario con la "A" maiuscola che fecero della brevità dello stile, del linguaggio così come della sintassi caratterizzata da verbi e tempi impersonali e non regolari come participi, gerundi e ablativi alla latina caratteristiche peculiari del loro scrivere. Uno di queste fu ed è tutt'ora Antonio Pizzuto. Cos'ha dunque d'originale l'opera di Calvino? Il 68' come età di rivolta e cambiamento? Ma fatemi il piacere... non si vada sempre a ripescare nel sociale per dare un giudizio ad un opera , ancor peggio poi se per una valutazione o analisi di tipo letterario. Il fatto è uno, inderogabile, inconfutabile e indiscutibile, Calvino non è un buon scrittore.

PB

giovedì 14 aprile 2011


IO TEMO TANTO LA PAROLA DEGLI UOMINI.
DICONO TUTTO SEMPRE COSI'CHIARO:
QUESTO SI CHIAMA CANE E QUELLO CASA,
E QUI E' L'INIZIO E LA' LA FINE


VORREI AMMONIRLI,FERMARLI:STATE LONTANI.
A ME PIACE SENTIRE LE COSE CANTARE.
VOI LE TOCCATE,DIVENTANO RIGIDE E MUTE.
VOI MI UCCIDETE LE COSE



RAINER MARIA RILKE


COME POSSIAMO COMBINARE LE VECCHIE PAROLE IN NUOVI ORDINI COSI' CHE SOPRAVVIVANO,COSI' CHE CREINO BELLEZZA,COSI' CHE DICANO LA VERITA'?
QUESTA E' LA DOMANDA.

mercoledì 13 aprile 2011

SUISEKI PIETRE VIVE

ESPOSIZIONE A CURA DI LUCIANO BOCCELLA

25 MARZO 25 MAGGIO

SUISEKI :PAROLA GIAPPONESE FORMATA DA DUE IDEOGRAMMI SUI acqua e SEKI pietra,letteralmente pietra d'acqua o meglio PIETRA LAVORATA DALL'ACQUA.
IL SUISEKI E' L'ARTE GIAPPONESE DI DISPORRE PIETRE TROVATE IN NATURA MODELLATE DALL'EROSIONE DELLE ACQUE,DEL VENTO E DEL GHIACCIO NEL CORSO DEL TEMPO.
L'ARTE DEL SUISEKI SI RITIENE ABBIA AVUTO ORIGINE IN CINA CIRCA DUE MILLENNI ORSONO.NEL VI SECOLO D.C. QUEST'ARTE RAGGIUNSE IL GIAPPONE E VENNE MODIFICATA IN BASE ALLA PARTICOLARE SENSIBILITA' DI QUESTO POPOLO.TRADIZIONALMENTE LE PIETRE VENGONO PRESENTATE SU UNA BASE DI LEGNO APPOSITAMENTE INTAGLIATA O SU UN BASSO VASSOIO CON ACQUA O SABBIA.LE PIETRE NON SUBISCONO ALCUNA MODIFICA AD ECCEZIONE DI UNA ACCURATA PULIZIA NECESSARIA A LIBERARLA DAI RESIDUI DI TERRA E DALLE INCROSTAZIONI.
I SUISEKI ESPOSTI,AD ECCEZIONE DI DUE PIETRE DI ORIGINE GIAPPONESE,SONO STATI RINVENUTI IN PARTICOLARI AFFIORAMENTI DI " PALOMBINO" RESENTI NELL'APPENNINO LIGURE.

domenica 10 aprile 2011

Perchè essere difficili, quando con un minimo sforzo si può diventare impossibili?

Buster Keaton

sabato 9 aprile 2011


giudicare non vuol dire conoscere ma conoscere vuol dire giudicare

Carmelo Bene

ho rimpianto
con gli amici di Omi
la fugace primavera

Sotto l'albero tutto si copre
di petali di ciliegio
pure la zuppa e il pesce sottaceto

Matsuo Basho