venerdì 28 aprile 2017

"Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta, Robert M. Pirsig, Adelphi

«Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore»Risultati immagini per Pirsig Robert

martedì 11 aprile 2017

Giorgio Agamben e l'erba

Nella chiusa del suo ultimo libro, Agamben dice : “Nell’erba – in tutte le sue forme, i ciuffi di steli sottili, il trifoglio gentile, il lupino, la portulaca, la borragine, il bucaneve, il tarassaco, la lobelia, la mentuccia, ma anche le gramigne e l’ortica, in tutte le loro sottospecie, e il nobile acanto…”. Un vero e proprio pantheon verde. Tanto che l’ultima frase chiarisce esplicitamente: “L’erba, l’erba è Dio. Nell’erba – in Dio – sono tutti coloro che ho amato. Per l’erba e nell’erba e come l’erba ho vissuto e vivrò”.

domenica 9 aprile 2017

ANTROPOLOGOS, FESTIVAL DEI DIALETTI, Bacajàa l'Amàaro, il gergo cremonese, studio di Gianamleto Feraboli


Bacajàa l'Amàaro

Forze dell'ordine, Polizia, Carabinieri, Forze armate, Vigili Urbani, Guardie in genere


Gàfa, nòtula Guardia notturna
Giuàn, Giösta Carabinieri
Gès
Vigile urbano in tenuta estiva
Giösta Polizia, Questura
Furmigòon rùs Presidente della repubblica
Mèco de la giösta   Prefetto 
Piantìina de la giösta Questurino, Guardia
Pitùur Giudice
Pìanta, piantìina   Custode, in generale; portinaio
Magiorèendo de la giösta Questore, delegato di P.S.
Dupiòon de la giösta Ispettore di P.S.
Piantìina de büiùusa     Guardia carceraria
Piantìina de le furmìighe Guardia militare, sentinella
Piantìina de la nèegra Guardia municipale, vigile urbano
Gàfa Guardia di P.S in borghese
Piantìina de la fìna Guardia di finanza, finanziere
Piantìina de le lòdule Guardia di finanza
Mèco de la bùla Sindaco
Bacajadùur de la giösta Avvocato
Furmìiga Soldato
Furmigamèent Esercito
Furmigòon Imperatore
Dupiòon de le furmìighe Generale
Bùfa, la bùfa Franteria, la Fanteria
Dupiòon Comandante, vale il doppio!
Muntüüra Uniforme
Giurgèt Zaino
Spaghèt Gradi sul cappello degli ufficiali
Gamèla Gavetta
 

sabato 8 aprile 2017

ANTROPOLOGOS, "BACAJA'A L'AMA'ARO", IL GERGO CREMONESE, GIANAMLETO FERABOLI

Proseguiamo con le voci del gergo cremonese:

                            Gioco, giocatori, carte


 Vàasco          Asso
  Bedìina         due
  Ghimèene      tre
  Alba               quattro
  Camìisa          cinque
  Umbrèela        sei
  Gàamba          sette
  Spìa                 fante 
  Balarèen,         cavallo
  Vascòon           Re
  Uciàai de'l prèet  il due di denari


                             Simboli delle carte-Sgòbi de le brème

Sacàgn                   Spade
Pìla                        Denari, ori
Slèensa                  Coppe
Ramèenghi            Bastoni

                        I giorni, i mesi, le stagioni

Lùnùus            lunedì
Martèl              martedì
Marcòon          mercoledì
Giuiùus            giovedì
Venèfic            venerdì
Paganìin           sabato
Santòcia           domenica

 
 
Giàni                 gennaio
Barbelùus          febbraio
Balenghùus        marzo
Verdùus             aprile
Cùciarèlo           maggio
Ghirùus              giugno
Rùfidùur             luglio
Alèegher             agosto
Balarèen             settembre
Mustùus              ottobre
Lùnesch              novembre
Bambisùur           dicembre


Selòon                  inverno
Fiurèent                primavera
Caldèent               estate
Scabiùus                autunno     


a  domani per la terza incursione nel glossario di "Bacajàa l'amàaro" studio di Gianamleto Feraboli sul gergo cremonese




venerdì 7 aprile 2017

ANTROPOLOGOS, "BACAJA'A L'AMA'ARO", IL GERGO CREMONESE, GIANAMLETO FERABOLI

Gianamleto Feraboli nasce a Cremona nel 1929. Dopo aver compiuto studi classici frequenta l'Accademia di Belle Arti Paolo Toschi di Parma. Lavora per "Vogue" a Parigi e a Milano. Compie numerosissimi viaggi e vive una giovinezza intensa e condivisa. Ha infatti innumerevoli amici con cui inventa serate di musica, letture e teatro o semplicemente di vita quasi impensabili nella Cremona di quegli anni.
Negli anni della maturità lavora come affrescatore e restauratore per i più importanti musei tedeschi.
Torna spesso a Cremona di cui ama tutto, la gente, il Po, gli argini.


                             Camìni in spiciula
                              lòonch a l'àarzen d'estàat,
                              ghe fares dèenter
                              en bel quàader

 Cammino in bicicletta/ lungo l'argine d'estate/ ci farei/ un bel quadro.

Nel 1996 pubblica con la Libreria Ponchielli, a cura di Mario Balestreri,  il primo volume di quella che sarà la sua trilogia sulla vecchiaia: "In piàarda", "Adès che sùunti vèec..." e "Quàant te rìivet in fòont...".
Mario Balestreri ha scritto: "...si tratta di poesia "umile" (nel senso etimologico: che sa di terra e d'acqua, e d'aria) segnata da una grazia nativa acerba e svelta, da antica arguzia e da una breve ombra di malinconia, risolta nel rapido giro di pochi versi: come epigrammi greci o come haiku giapponesi in dialetto cremonese...E' chiaro che l'autore concepisce e immagina "in dialetto", che solo questa e non altra può essere la forma della sua creazione". (dall'introduzione di M. Balestreri a "In piàarda", Libreria Ponchielli, 1996).
Mentre andava costruendo la sua parola poetica, Gianamleto Feraboli portava parallelamente avanti studi rigorosi sul dialetto. Pareva pensare che in quelle parole, in quel gergo restasse viva e pulsante un'idea della vita forte, sincera, senza eufemismi e musealizzazioni . 
Era particolarmente interessato a tutte le voci dialettali che appartenevano alle minoranze: girovaghi, venditori ambulanti, artigiani, sensali di animali, accattoni, i seggiolai del mantovano, gli ombrellai, i venditori di cùni, castagne infilate a collana, i mendicanti che vendono santini davanti alle chiese, i suonatori ambulanti, chiamati in gergo Drìto strilàant.

Basta scorrere questa lista per sentire che il mondo, il nostro mondo così impoverito e irrigidito, riprende a respirare, a muoversi, a cantare.



Illustrazione di Mario Balestrieri tratta da In piàarda



               da "BACAJA'A L'AMA'ARO"
            Gianamleto Feraboli
 

dall'Introduzione:

-E' difficile oggi ricostruire la genesi del gergo in questione: abbiamo termini che provengono "dal parlar furbesco" del XVI secolo, altri provengono dai sensali di cavalli, altri dall'ambiente militare, altri dagli zingari ma sono solo supposizioni ... Comunque si è accertato che già negli anni attorno alla prima guerra mondiale Bacajàa l'amàaro, parlare il gergo, era ampiamente diffuso nell'ambiente della legèera cremonese ... ovunque si facessero sagre, mercati, fiere ...Va inoltre precisato che l'Amàaro non è uno strumento linguistico polivalente, non permette cioè discussioni ampie e articolate. Esso è piuttosto una lingua per l'occasione, da usarsi a piccoli spezzoni, in singole frasi, in brevi commenti e osservazioni. E cioè sopratutto nell'ambito di un gruppo in cui L'amàaro evidenzia e rafforza la coesione interna e l'identità.

...Passiamo ora a vedere da vicino in che modo è costruita questa parlata.
...Per quanto riguarda i verbi, il procedimento...articolato con la costruzione verbale composta solitamente da due parti:
una variabile, costruita dalle rispettive voci dei verbi:
Fàa         Fare
Stàa        Stare
Andàa     Andare
Eser         Essere
Vìighe       Avere

Ecco alcuni esempi:

Fàa  'l cuntràst lòfi          : fare il tonto, lo scemo (simulare, con un fine)

Fàa 'na tiràada                : fare una soffiata, la spia

Fàa casàansa                  : fare della prigione, della galera

Fàa l'imbunimèent           : fare il discorso accattivante (il venditore)

Fàa nìsba                       : fare niente 

Fàa  el sgòbo                 : fare un lavoro

Stàa   sò                       : non confessare, non parlare

Stàa in campàana          : stare all'erta, attenti

Andàa per Giòbe           : fingere di andare

Giubàa                           : fare la commedia

Andàa a l'ùrto                 : andare a lavorare, andar per pane

Stàa incavalàat               : essere armato di pistola

fàa la bèla                      : evadere

vìighe smurfìit                 : aver mangiato

andàa a pulegiàa            : andare a dormire

 . 

(a domani, Sabato 8 Aprile, per altre voci)

giovedì 6 aprile 2017

Gianamleto Feraboli e il gergo della malavita cremonese

Gianamleto Feraboli e il gergo della malavita cremonese

In occasione dei tre giorni di  
ANTROPOLOGOS, I dialetti e le lingue madri, Festival in Cremona, 1° Edizione

la Libreria Ponchielli pubblicherà sul suo blog voci da " Bacajàa l'amàaro", studio inedito sul gergo cremonese di Gianamleto Feraboli.

"Esiste nel Cremonese e in tutto il territorio della "Bassa", con le zone di confine di cinque provincie, un gergo chiamato "amàaro" basato essenzialmente sui dialetti cremonesi, una lingua speciale parlata da specifici gruppi sociali che non intendevano farsi comprendere da altri. Una sorta di arma di difesa ideale per gruppi corporativi: girovaghi, venditori ambulanti, artigiani, sensali di animali, accattoni e naturalmente, la malavita. Questo linguaggio nato in strada, in taverna o nel carcere, va inserito nella grande e molteplice schiera dei gerghi della malavita italiana."
             
      dalla prefazione di Gianamleto Feraboli 


Venerdi 7 aprile pubblicazione delle prime voci.

martedì 4 aprile 2017

Gianamleto Feraboli e il gergo della malavita cremonese

In occasione dei tre giorni di  
ANTROPOLOGOS, I dialetti e le lingue madri, Festival in Cremona, 1° Edizione

la Libreria Ponchielli pubblicherà sul suo blog voci da " Bacajàa l'amàaro", studio inedito sul gergo cremonese di Gianamleto Feraboli.

"Esiste nel Cremonese e in tutto il territorio della "Bassa", con le zone di confine di cinque provincie, un gergo chiamato "amàaro" basato essenzialmente sui dialetti cremonesi, una lingua speciale parlata da specifici gruppi sociali che non intendevano farsi comprendere da altri. Una sorta di arma di difesa ideale per gruppi corporativi: girovaghi, venditori ambulanti, artigiani, sensali di animali, accattoni e naturalmente, la malavita. Questo linguaggio nato in strada, in taverna o nel carcere, va inserito nella grande e molteplice schiera dei gerghi della malavita italiana."
             
      dalla prefazione di Gianamleto Feraboli 


Venerdi 7 aprile pubblicazione delle prime voci.

Qui un'intervista a Gianamleto Feraboli

lunedì 3 aprile 2017

ANTROPOLOGOS, FESTIVAL IN CREMONA, PRIMA EDIZIONE, 7-8-9 APRILE 2017: I DIALETTI E LE LINGUE MADRI

In occasione dei tre giorni di  

ANTROPOLOGOS, I dialetti e le lingue madri, Festival in Cremona, 1° Edizione

la Libreria Ponchielli pubblicherà sul suo blog voci da " Bacajàa l'amàaroo", studio inedito sul gergo cremonese di Gianamleto Feraboli.

"Esiste nel Cremonese e in tutto il territorio della "Bassa", con le zone di confine di cinque provincie, un gergo chiamato "amàaro" basato essenzialmente sui dialetti cremonesi, una lingua speciale parlata da specifici gruppi sociali che non intendevano farsi comprendere da altri. Una sorta di arma di difesa ideale per gruppi corporativi: girovaghi, venditori ambulanti, artigiani, sensali di animali, accattoni e naturalmente, la malavita. Questo linguaggio nato in strada, in taverna o nel carcere, va inserito nella grande e molteplice schiera dei gerghi della malavita italiana."
              dalla prefazione di Gianamleto Feraboli 

Venerdi 7 aprile pubblicazione delle prime voci.






Antopologos Festival in Cremona I dialetti e le lingue madri

è un progetto in divenire, inteso da un lato a fare rete delle unità culturali interessate alla parola poetica, come fondante la comunicazione originaria e culturale dell’uomo, dall’altro a porre dinamicamente in dialogo, all’interno dei territori, parole,discorsi e riflessioni di natura antropologica. Veicolo linguistico privilegiato è la parola, Matrix della lingua madre. Il dialetto e tutte le lingue madri, recuperano l’oralità che si fa vita e canto, nella musica. Così che parola, dialetto, lingua madre,poesia e musica agiscono la gestazione profonda che, nell’uomo, genera in senso biografico, geografico e storico, la sua autobiografia, la sua cultura, la sua antropologia.


Venerdì 7 Aprile  

Museo della Civiltà Contadina Cascina “Il Cambonino Vecchio”



Alle ore 16:30

Inaugurazione, saluti ed introduzione del festival a cura di Anna Mosconi ed Alberto Mori

  
16:45 - 17:00 

Esecuzioni di Canti Popolari

a cura del Duo Folkloristico Cremonese Sorelle Biazzi

Parte Prima

Pot-pourri di canzoni dialettali popolari (varie strofette eterogenee)

Sàalta fò so pàader

  
17:00 - 18:00 

 “L’evoluzione della lingua dialettale”

Dalla lingua arcaica all’attualità verso una prospettiva futura

a cura della Prof.Bruna Silvana Davini Petracco e del Dott.Enrico Tomasoni

Il latino parlato nell’antica Roma ha avuto nel tempo una propria evoluzione storica che ha dato vita alle lingue romanze ed ai molti dialetti che caratterizzano la storia linguistica italiana. Particolare rilievo ha avuto nell’Ottocento, la cosiddetta “Questione della lingua” in parallelo con il processo di unificazione nazionale. La “lotta ai dialetti” fu particolarmente attuata sotto il regime fascista. Nel secondo dopoguerra, sulla scorta degli studi etnografici di Levi Strauss ed in Germania dei fratelli Grimm, anche in Italia le lingue dialettali furono rivalutate dagli studiosi attraverso una ricerca antropologica e una documentazione culturale di vasto respiro. Le condizioni attuali del dialetto cremonese saranno illustrate con esempi concreti delle variazioni nell’uso parlato e scritto dovute alla scolarizzazione di massa, all’influenza della televisione e della globalizzazione.


18:00 - 18:15 

Esecuzioni di Canti Popolari

a cura del Duo Folkloristico Cremonese Sorelle Biazzi

Parte Seconda

La ballata del Burtulìin

El me murùus

 

18:15 - 19:00

Dove té vèt o Mariettina

L'amore visto attraverso i canti della cultura contadina

a cura del Gruppo Padano di Piadena

Componenti del Gruppo Padano di Piadena : Silvana Soresina, Ornella Leorati, Leardo Taraschi, Simona Maffini, Gino Tonini, Sergio Lodi (direttore artistico).

Altri componenti che attualmente collaborano con il Gruppo Padano e che costituiscono il neonato Gruppo di canto popolare di Cremona: Elsa Scarinzi, Emilia Sordi, Francesca Ardoli, Carla Zeni, Anna Tamborini, Fiorella Bottini, Simona Mele, Giulia Ghinaglia, Pierluigi Rizzi, Enrico Rossi, Francesco Sarcone.


Biografie e note dei partecipanti alla serata:

Le sorelle Biazzi

Potremmo definire Francangela e Fiorenza, sorelle Biazzi del “Duo Folk cremonese”, ‘figlie d’arte’ in quanto il padre fu organista, direttore della Schola cantorum e della Banda di Pieve d’Olmi. Conseguito il diploma magistrale, entrambe si sono impiegate nelle segreterie scolastiche. Per passione si sono dedicate al teatro e al canto, recitando testi teatrali in dialetto nell’Oratorio del loro paese ed in quelli dei paesi circonvicini e partecipando a manifestazioni canore in vari paesi della Provincia. In particolare, Fiorenza canta nella “Camerata di Cremona” e per alcuni anni fu corista anche del “Coro Ponchielli Vertova”.

Bruna Silvana Davini Petracco è nata nel 1941 a Vescovato(CR).Sebbene risieda a Cremona dal 1966 rivolge le sue ricerche al dialetto Vescovatino in ambito antropologico e linguistico.Dopo gli studi classici presso il Liceo “Daniele Manin” di Cremona, si laurea in filosofia all’università degli studi di Milano ed insegna presso le scuole medie. Si è occupata attivamente anche della sperimentazione didattica dei media audiovisivi e dello studio del dialetto locale nell’ambito dell’insegnamento linguistico. Conclusa la carriera scolastica si dedica a composizioni in vernacolo conseguendo premi a concorsi provinciali con interesse prevelante per la ricerca.E’ presidente del gruppo dialettale cremonese “El Zach” e cura le pubblicazioni editoriali del periodico “nòstre nooe”.

Enrico Tomasoni è nato nato a Cremona il 31 agosto 1967 edHa conseguito la maturità tecnica in Elettronica Industriale nel1986 presso l'ITIS "J. Torriani" di Cremona. Nel 2008, con altri amici, ha fondato la compagnia teatrale "Spazio Mythos crt" nella quale svolge il duplice ruolo di attore e regista, ruol.Laureato in lettere e Beni Culturali presso il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell'Università di Pavia a Cremona,atualmente è vicepresidente dell'associazione "Coordinamento Teatro Cremona": associazione che vede riunite 16 realtà artistiche legate al teatro, professionistiche e non, con l'intento di promuovere la cultura attraverso il teatro e le sue possibilità espressive.

Il Gruppo Padano di Piadena viene fondato nel 1962 all'interno della Biblioteca Popolare, istituita nel 1945 come servizio culturale promosso e sostenuto dalla Cooperativa di Consumo di Piadena che promuoveva ricerche sulle condizioni di vita e di lavoro di diverse fasce di popolazione del proprio territorio e di ciò che restava del mondo contadino.Il Gruppo Padano partecipa attivamente al dibattito presente in quegli anni nel movimento di folk revival italiano, creando nuove canzoni nello stile popolare che vedono l'apporto artistico di Sergio Lodi, uno dei fondatori storici del Gruppo e che a tutt'oggi rimane punto di riferimento progettuale fondamentale. Attualmente il Gruppo Padano prosegue la sua attività nel promuovere iniziative e progetti che favoriscano la tutela e la diffusione del valore culturale della musica e del canto della tradizione contadina del proprio territorio.



Sabato 8 Aprile               

Palazzo Cattaneo Sala “Ivan Illich “



Dalle 15:30 alle 19:00 

l’associazione Sa Domu Sarda presenta:

Lingue Migranti, Lingue in Transumanza/ Limbas Disterradas, Limbas in Tramuda

Viaggio in compagnia di poeti seguendo orme e tracce di piccole e grandi opere tra Lingua e Limba

Presentazione dell’incontro a cura del presidente Dott. Antonio Millia


Appunti linguistici sulla Sardegna contemporanea

a cura del Dott. Simone Pisano

Simone Pisano Laureato in Glottologia e dottorando in linguistica storica a Pisa si è occupato di morfologia verbale del sardo moderno e di alcune questioni di sociolinguistica in alcune varietà linguistiche del centro della Sardegna connesse con la variabile sessuale.


Lettura di alcune poesie in lingua (Limba Sarda)

a cura del Dott. Antonio Gonario Pirisi

Gonario Pirisi è Presidente onorario Associazione “G. Deledda” di Parma. Neuropsichiatra, psicoterapeuta. Ama tradurre in Limba Attilio Bertolucci ed altri poeti. Ha collaborato con diversi artisti :Giancarlo Ilari del Teatro Due di Parma, il performer Svizzero Nando Snozzi, il regista teatrale Oreste Braghieri


Al termine rinfresco a base di prodotti della cucina sarda


L’associazione Sa Domu Sarda di CR Fondata come Circolo Culturale, nel settembre 1997, con il riconoscimento della regione Sardegna, ha come scopo quello di divenire punto di riferimento permanente e luogo di aggregazione per i Sardi emigrati in tutto il mondo negli anni,’20,’30 e ’40 e gli amici dei Sardi. Oggi si contano 67 associazioni in tutta Italia e 18 nella sola Lombardia.


20:30 - 21:30

Teatro Monteverdi



SPACCANAPOLI

(mito musica e folklore)

a cura del Gruppo Amici Arte Partenopea

I brani musicali, teatrali e di folklore sono stati scelti tenendo conto del patrimonio umano e poetico della Napoli più genuina. Vi si cantano l'amore, l'allegria, il pianto, la nostalgia, le ingenue filastrocche che i bambini apprendevano sulle ginocchia dei nonni. Non a caso il titolo è “Spaccanapoli”, la strada che attraversa le più antiche e famose piazze di Napoli e che ai tempi della Neapolis greco-romana, costituiva il decumanus maximus.


 Interpreti:

Luisa Arli, Mimmo Calabrese, Antonietta Crescenzo, Maria del Giudice, Cinzia Iannelli, Giovanni Greco, Maddalena Lieto, Lino Osta, Mafalda Ribera

Regia: Giovanni Greco

Antiche musiche napoletane eseguite da:

Maria Del Giudice, canto

Maddalena Lieto, canto

Giovanni Greco, canto e pianoforte


Il Gruppo Amici Arte Partenopea è stato fondato da Giovanni Greco nel 1972 con lo scopo di diffondere la cultura partenopea, ha recitato più volte al teatro Ponchielli e in vari teatri della provincia di Cremona (come il S. Domenico di Crema, il Sociale di Soresina, il Comunale di Casalmaggiore), rappresentando in particolare le maggiori commedie di Eduardo. Negli anni '80 Greco ha creato anche un ensemble musicale per l'esecuzione di musiche napoletane. Da alcuni anni vengono messi in scena spettacoli che coniugano prosa e musica.

21:30 - 23:00         

Teatro Monteverdi

DAMMI DEL TU

VIDEOCONVERSAZIONI CON FRANCO LOI.

Presentazione del poeta dialettale milanese Franco Loi



con letture e videoproiezioni a cura di Cristiano Sormani Valli



DAMMI DEL TU è il diario visivo di uno dei più grandi poeti contemporanei italiani, Franco Loi che sarà presente all’incontro, saremo accolti in casa sua per conoscere opinioni, vita ed esperienze: materiale fondamentale delle sue opere. DAMMI DEL TU vuole narrare la figura di un uomo il cui pensiero è riflesso nella sua poesia. Ma soprattutto vuole raccontare quanto c’è di non scritto, la vita, gli stimoli e i luoghi che hanno ispirato la sua parola poetica. Provare a tracciare attraverso le conversazioni, la sua visione. DAMMI DEL TU è una sorta di diario per argomenti, in cui il poeta racconta e si racconta attraverso gli occhi di una telecamera.



Franco Loi è nato a Genova nel 1930. Nella sua opera poetica ha assunto il dialetto meneghino come il crogiolo di un più complesso espressionismo linguistico, talvolta animato anche di una risentita passione politica, mescolando elementi di varia provenienza, talvolta rielaborati e reinventati per piegarli alle sue esigenze espressive. È autore di numerose raccolte poetiche in cui ha saputo fondere una poesia di ampio respiro narrativo e improvvisi slanci lirici.



Cristiano Sormani Valli ha scritto, pubblicato, messo in scena, in video e in musica: racconti, poesie, favole, storie per bambini, parole per canzoni, testi teatrali, sceneggiature. Nel 1999 fonda la compagnia teatrale ilinx con cui realizza otto spettacoli. Collabora con realtà sociali, immagina cortometraggi, suona il pianoforte. Gestisce laboratori di teatro, di scrittura e di realizzazione di cortometraggi.



Domenica 9 Aprile                 

Auditorium A.V.I.S.


17:00 - 18:00

“Appunti veneti: prosa e poesia in dialetto ovvero la lingua dell'anima messa a nudo”

Relazione e letture a cura del poeta Renzo Favaron


“Ci sono due strati nella personalità di un uomo: sopra, le ferite superficiali, in italiano, in francese, in latino; sotto, le ferite antiche che rimarginandosi hanno fatto queste croste delle parole in dialetto. Quando se ne tocca una si sente sprigionarsi una reazione a catena,che è difficile da spiegare per chi non ha il dialetto.

C’è un nòcciolo indistruttibile di materia apprehended, presa coi tralci prensili dei sensi; la parola in dialetto è sempre incavicchiata alla realtà, per la ragione che è la cosa stessa, appercepita prima che imparassimo a ragionare… “

da “Libera Nos a Malo” di L.Meneghello.



Renzo Favaron è nato nel 1958, vive e lavora a San Bonifacio (Vr). Dopo un'iniziale plaquette in lingua, nel 1991 pubblica in dialetto veneto Presenze e conparse, con una prefazione di Attilio Lolini. Del 2001 è il romanzo breve Dai molti vuoti. A partire dal 2002 pubblica alcune minuscole plaquette presso le edizioni Pulcino-Elefante. Nel 2011 Un de tri tri de un con nota introduttiva di Giovanni Tesio e postfazione di Lorenzo Gobbi che raccoglie venti anni di poesia in dialetto.Del 2012 è Ieri cofa ancuò (nostos par passadoman) con una nota di Paola Tonussi.Del 2014 è il racconto breve Esordi invernali e del 2015 la raccolta Balada incivie, tartufi e arlechini.E' presente nelle antologie: “Guardando per terra”, “L'Italia a pezzi”, “Verona: Antologia dei grandi scrittori”,“Con la stessa voce (Poeti dialettali traduttori)”.





18:15 - 19:00
 
“Pilade”

 
Presentazione del poeta dialettale Pilade Serafini

autore del libro “Asmodeo e…Poppea contadina. Cume s’erum” 
a cura di Maria Grazia Morandi.

Letture dei testi di Teresa Odelli, Castorina Zaffaroni e Augusto Rigonelli.

 
Pilade Serafini è autore dallo spirito sanguigno che utilizza espressioni dialettali esplicite e dirette.Asmodeo e Poppea sono due personaggi che nell’opera del poeta incarnano il demonio e la lussuria per meglio penetrare e rendere partecipe il lettore all’epopea del mondo contadino.

Maria Grazia Morandi è nata a Cremona nel 1957 ed ha avuto Pilade Serafini come insegnante alle medie ed alle superiori all’Ist.Sofonisba Anguissola.Laureata in lingue e lettere straniere ha viaggiato e soggiornato in diversi paesi europei ed extraeuropei ed ha intrapreso parimenti un percorso spirituale legato all’induismo ed al buddhismo, fondando un centro Yoga a Mac Load Ganjie in India. Attualmente insegna all’ Ist.Galileo Galilei di S.Secondo Parmense.




20:30 - 21:30

La città della lingua

a cura del filosofo Franco Gallo

 
A partire da riflessioni di Wittgenstein e Pasolini, si sviluppano considerazioni sulla pratica della poesia e della prosa come itinerari di visita della città della lingua, percorsi di esperienza di rivelazione dei tragitti in essa possibili tra dialetto,vernacolo, lingue di nicchia, gerghi e koiné, condizionati dalla focalizzazione della scrittura e da numerosi altri fattori.


Franco Gallo (Crema 1962) si occupa di filosofia, critica letteraria e d'arte ed estetica. Ha scritto su Nietzsche, Leopardi, Heidegger, il cristianesimo arcaico, Dilthey, Hegel, Scaravelli e su diversi temi del pensiero contemporaneo. Numerose prefazioni, postfazioni e scritti di accompagnamento per poeti e artisti contemporanei