giovedì 16 maggio 2024

Ferruccio Masini, Lettere a Milena, Franz Kafka


 Sta per uscire una nuova traduzione di "Lettere a Milena" di Franz Kafka. Come non ricordare allora quella straordinaria di Ferruccio Masini e renderle onore

mercoledì 15 maggio 2024

Liliana Segre

 Signor Presidente, Colleghi Senatori, continuo a ritenere che riformare la Costituzione non sia una vera necessità del nostro Paese. E le drastiche bocciature che gli elettori espressero nei referendum costituzionali del 2006 e del 2016 lasciano supporre che il mio convincimento non sia poi così singolare. Continuo anche a ritenere che occorrerebbe impegnarsi per attuare la Costituzione esistente. E innanzitutto per rispettarla.

Confesso, ad esempio, che mi stupisce che gli eletti dal popolo - di ogni colore - non reagiscano al sistematico e inveterato abuso della potestà legislativa da parte dei Governi, in casi che non hanno nulla di straordinariamente necessario e urgente. Ed a maggior ragione mi colpisce il fatto che oggi, di fronte alla palese mortificazione del potere legislativo, si proponga invece di riformare la Carta per rafforzare il già debordante potere esecutivo.

In ogni caso, se proprio si vuole riformare, occorre farlo con estrema attenzione. Il legislatore che si fa costituente è chiamato a cimentarsi in un'impresa ardua: elevarsi, librarsi al di sopra di tutto ciò che - per usare le parole del Leopardi - 'dall'ultimo orizzonte il guardo esclude'. E dunque sollevarsi idealmente tanto in alto da perdere di vista l'equilibrio politico dell'oggi, le convenienze, le discipline di partito, tutto ciò che sta nella realtà contingente, per tentare di scrutare quell' 'Infinito' nel quale devono collocarsi le Costituzioni per poter garantire una convivenza libera e sicura ai cittadini di domani, anche in scenari ignoti e imprevedibili.

Dunque occorrono, non prove di forza o sperimentazioni temerarie, ma generosità, lungimiranza, grande cultura costituzionale e rispetto scrupoloso del principio di precauzione. Non dubito delle buone intenzioni dell'amica Elisabetta Casellati, alla quale posso solo esprimere gratitudine per la vicinanza che mi ha sempre dimostrato. Però, poiché a mio giudizio il disegno di riforma costituzionale proposto dal governo presenta vari aspetti allarmanti, non posso e non voglio tacere.

Il tentativo di forzare un sistema di democrazia parlamentare introducendo l'elezione diretta del capo del governo, che è tipica dei sistemi presidenziali, comporta due rischi opposti. Il primo è quello di produrre una stabilità fittizia, nella quale un presidente del consiglio cementato dall'elezione diretta deve convivere con un parlamento riottoso, in un clima di conflittualità istituzionale senza uscita. Il secondo è il rischio di produrre un'abnorme lesione della rappresentatività del parlamento, ove si pretenda di creare a qualunque costo una maggioranza al servizio del Presidente eletto, attraverso artifici maggioritari tali da stravolgere al di là di ogni ragionevolezza le libere scelte del corpo elettorale.

La proposta governativa è tale da non scongiurare il primo rischio (penso a coalizioni eterogenee messe insieme pur di prevalere) e da esporci con altissima probabilità al secondo. Infatti, l'inedito inserimento in Costituzione della prescrizione di una legge elettorale che deve tassativamente garantire, sempre, mediante un premio, una maggioranza dei seggi a sostegno del capo del governo, fa sì che nessuna legge ordinaria potrà mai prevedere una soglia minima al di sotto della quale il premio non venga assegnato.

Paradossalmente, con una simile previsione la legge Acerbo del 1923 sarebbe risultata incostituzionale perché troppo democratica, visto che l'attribuzione del premio non scattava qualora nessuno avesse raggiunto la soglia del 25%. Trattando questa materia è inevitabile ricordare l'Avvocato Felice Besostri, scomparso all'inizio di quest'anno, che fece della difesa del diritto degli elettori di poter votare secondo Costituzione la battaglia della vita. Per ben due volte la Corte Costituzionale gli ha dato ragione, cassando prima il Porcellum e poi l'Italicum perché lesivi del principio dell'uguaglianza del voto, scolpito nell'art. 48 della Costituzione. E dunque, mi chiedo, come è possibile perseverare nell'errore, creando per la terza volta una legge elettorale destinata a produrre quella stessa 'illimitata compressione della rappresentatività dell'assemblea parlamentare'?

Ulteriore motivo di allarme è provocato dal drastico declassamento che la riforma produce a danno del Presidente della Repubblica: il Capo dello Stato non solo viene privato di alcune fondamentali prerogative, ma sarebbe fatalmente costretto a guardare dal basso in alto un Presidente del Consiglio forte di una diretta investitura popolare. E la preoccupazione aumenta per il fatto che anche la carica di Presidente della Repubblica può rientrare nel bottino che il partito o la coalizione che vince le elezioni politiche ottiene, in un colpo solo, grazie al premio di maggioranza. Anzi, è addirittura verosimile che, in caso di scadenza del settennato posteriore alla competizione elettorale, le coalizioni possano essere indotte a presentare un ticket, con il n° 1 candidato a fare il capo del governo ed il n° 2 candidato a insediarsi al Quirinale, avendo la certezza matematica che - sia pure dopo il sesto scrutinio (stando all'emendamento del Sen. Borghi) - la maggioranza avrà i numeri per conquistare successivamente anche il Colle più alto.

Ciò significa che il partito o la coalizione vincente - che come si è visto potrebbe essere espressione di una porzione anche assai ridotta dell'elettorato (nel caso in cui competessero tre o quattro coalizioni, come è già avvenuto in un recente passato) - sarebbe in grado di conquistare in un unico appuntamento elettorale il Presidente del Consiglio e il governo, la maggioranza assoluta dei senatori e dei deputati, il Presidente della Repubblica e, di conseguenza, anche il controllo della Corte Costituzionale e degli altri organismi di garanzia. Il tutto sotto il dominio assoluto di un capo del governo dotato di fatto di un potere di vita e di morte sul Parlamento.

Nessun sistema presidenziale o semi-presidenziale consentirebbe una siffatta concentrazione del potere; anzi, l'autonomia del Parlamento in quei modelli è tutelata al massimo grado. Non è dunque possibile ravvisare nella deviazione dal programma elettorale della coalizione di governo - che proponeva il presidenzialismo - un gesto di buona volontà verso una più ampia condivisione. Al contrario, siamo di fronte ad uno stravolgimento ancora più profondo e che ci espone a pericoli ancora maggiori.

Aggiungo che il motivo ispiratore di questa scelta avventurosa non è facilmente comprensibile, perché sia l'obiettivo di aumentare la stabilità dei governi sia quello di far eleggere direttamente l'esecutivo si potevano perseguire adottando strumenti e modelli ampiamente sperimentati nelle democrazie occidentali, che non ci esporrebbero a regressioni e squilibri paragonabili a quelli connessi al cosiddetto 'premierato'. Non tutto può essere sacrificato in nome dello slogan 'scegliete voi il capo del governo'. Anche le tribù della preistoria avevano un capo, ma solo le democrazie costituzionali hanno separazione dei poteri, controlli e bilanciamenti, cioè gli argini per evitare di ricadere in quelle autocrazie contro le quali tutte le Costituzioni sono nate.

*senatrice a vita


Matteo Buizza

 


martedì 14 maggio 2024

Redacta

 

 

 

"... non è accettabile né tantomeno sostenibile lavorare in un settore che sembra funzionare alla stregua della “notte in cui tutte le vacche sono nere”, in cui vale tutto e tutto è permesso perché le contrattazioni e i contatti si svolgono al buio, nell’omertà, in quell’indefinitezza che non avvantaggia mai chi lavora ma unicamente la controparte."

 

                     ancora da "IlTascabile " che ringraziamo

Redacta porta la lotta allo sfruttamento nel settore dell’editoria al Salone del Libro di Torino.

 .Similmente a me pare di vedere un’editoria tutta impegnata con uscite su uscite di libri engagé, pubblicati su impulso di un vago progressismo formale; mi pare di vedere un’editoria goffamente imbellettata con proclami sulla sacralità della cultura e parata di buoni propositi sbandierati a ogni appuntamento editoriale, dimentica del fatto che l’aspetto gradevole con cui si presenta in pubblico nasconde grottesche condizioni di lavoro.

                                    (Silvia Gola, IlTascabile)

L' Orlando innamorato, Matteo Maria Boiardo

 


sabato 11 maggio 2024

PAF !

 

    🟦 Cominciamo a vedere nel dettaglio i vari eventi partendo da giovedì 23 maggio, primo giorno di festival!
    📍 Al mattino primo incontro al Centro Fumetto "Andrea Pazienza", per poi ritrovarci, dalle 15 alle 18, per Alter - Le stanze della traduzione, la rassegna interna al PAF dedicata interamente alla traduzione nata l'anno scorso e che siamo contenti di riportare, quest'anno, sempre nel bellissimo Cortile di Palazzo Guazzoni Zaccaria!
    Alle 19, poi, incontro conclusivo della prima giornata nel Cortile di Palazzo Fodri.
    Ecco di seguito tutti gli incontri della giornata!
    📅 10:00 - 12:00 - Centro Fumetto “Andrea Pazienza”
    GLI SCAFFALI DELLA SOSTENIBILITÀ / Evento conclusivo di NUOVE GENERAZIONI IN BIBLIOTECA
    📅 14:15 - ALTER: Le stanze della traduzione
    📅 15:00 - 16:00 - Cortile Palazzo Guazzoni
    “Mappa di un’isola in terra” GIACOMO LONGHI e VALERIA GATTEI (IRAN)
    Conduce Franca Cavagnoli
    📅 16:00 - 17:00 - Cortile Palazzo Guazzoni
    “Mappa di onice e foglie di tè” GIULIA ANSALDO (TURCHIA)
    Conducono Clelia Bettini e Elena Cappellini
    📅 17:00 - 18:00- Cortile Palazzo Guazzoni
    “Mappa di sabbia e vento” ENRICA BATTISTA (PALESTINA)
    Conduce Francesca Bianchi
    📅 18:00 - 19:00 - Cortile Palazzo Guazzoni
    “Mappa di oceani e finzioni” ANDREA RAGUSA (PORTOGALLO)
    Conducono Clelia Bettini e Donata Feroldi
    📅 19:00 - 20:00 Cortile Palazzo Fodri
    “PALAZZO FODRI: SCRIGNO DI BELLEZZA, ARTE E CULTURA” Angelo Giuseppe Landi, Lucia Zanotti e Donato Galli
    Conduce Marco Turati





venerdì 3 maggio 2024

Sergio Mattarella ...grazie

 Grande attenzione va rivolta in particolare all'espressione dei giovani artisti, che devono poter provare, sperimentare, dunque formarsi e crescere.
    L'ingresso di nuove generazioni produce nuova ricchezza.

Esprime libertà, quella libertà da assicurare anche a chi non condivide i nostri gusti, a chi la pensa diversamente".

Lo ha detto il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, alla cerimonia per i premi David di Donatello.
    "Molte sale cinematografiche - ha quindi aggiunto - continuano a soffrire" anche dopo il Covid "e non sono poche le città" che "non dispongono più di sale accessibili. E' un tema che presenta evidenti risvolti sociali e non può essere considerato solo dal punto di vista degli equilibri commerciali.
    Le sale sono un luogo di incontro. Con il medesimo impegno per assicurare costante vitalità al tessuto civile vanno preservate le librerie" e "va posta attenzione a quei settori artistici e dello spettacolo che si propongono a pubblici più limitati, ma esprimono contenuti di alto valore e qualità".
   


Salvaguardare

 

Mattarella, salvaguardare la libertà d'espressione

Preservare sale cinematografiche e librerie

giovedì 2 maggio 2024

Grazie a Gigi Rossetti

 

Fabbrica
Di primo mattino fischia la sirena della fabbrica
L’uomo si alza dal letto e si veste
L’uomo prende il suo pranzo, esce immerso nella luce del mattino
È la vita, la vita di chi lavora, nient’altro che la vita di chi lavora
Attraverso castelli di paura, attraverso castelli di dolore
Vedo mio padre che entra nei cancelli della fabbrica sotto la pioggia
La fabbrica gli ha preso l’udito, la fabbrica gli dà da vivere
È la vita di chi lavora, nient’altro che la vita di chi lavora
Fine della giornata, grida la sirena della fabbrica
Gli uomini escono dai cancelli con la morte negli occhi
E faresti meglio a crederci, ragazzo, qualcuno si farà male stasera
È la vita di chi lavora, la vita di chi lavora, nient’altro che la vita di chi lavora.

Le Cinciallegre chiamano: sabato 25 maggio !