mercoledì 10 agosto 2016

Giovanni Agosti ha ragione. Lo stesso vale per i libri e le librerie

"...Agosti mostra come nei decenni il soggetto pubblico abbia progressivamente abdicato a un ruolo di guida nelle politiche culturali, per tirchieria e pigrizia e colpevole cecità: e dall’ospitare mostre di altissimo livello accademico e di respiro internazionale le istituzioni cittadine siano passate a essere tappe passive del circuito delle mostre-blockbuster organizzate dai grandi promotori privati, costruite intorno superstar dell’arte usate come richiamo senza alcuna finalità scientifica o divulgativa."

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