Il fulcro di questa restaurazione consiste nel trasferire
la sovranita' dal popolo ai mercati.
E' una restaurazione che ha bisogno di poteri spicci e
sbrigativi, tanto meglio se loquaci, che mettano la politica al passo coi dogmi
economici, magari pregati di essere piu' flessibili.
Cio' comporta un blocco del pluralismo politico e richiede
una societa' impietosa divisa in due tra vincenti e perdenti, accolti ed
esclusi, necessari ed esuberi, salvati e sommersi. Per i poveri, che non hanno
altra ricchezza che il diritto, e' un disastro. Ed e' una societa' che non puo'
piu' ripudiare la guerra, perche' la guerra e' il giudice di ultima istanza
nella lotta per gli interessi esterni del sistema, per le risorse e per la
supremazia
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