Chi
vuole morto il poeta e insigne giurista Isaak Joseph de Vriendt? A
doverlo scoprire è un suo disilluso e fascinoso amico, l’agente dei
servizi segreti britannici L.B. Irmin. Figura eminente dell’ebraismo
ortodosso più conservatore, de Vriendt è in pericolo di vita: tra le
tante cause, una relazione clandestina con un giovane arabo e la
posizione pubblica ripetutamente espressa contro il sionismo, che
ritiene colpevole di voler ridurre il popolo eletto a un semplice
Stato-nazione.
Tra mercati, stanze d’albergo e redazioni di giornali
di partito, Irmin ricostruisce i fili di un intrigo che si allarga a
dismisura mostrando una città divisa e un’umanità attraversata da
passioni inconciliabili. Gerusalemme è una polveriera pronta a esplodere
nel primo sanguinoso scontro tra ebrei e arabi in Palestina.
Pubblicato nel 1932 e ispirato a un attentato politico che pochi anni prima aveva sconvolto la città, Il ritorno di Isaak de Vriendt
è stato scritto, secondo le parole dello stesso autore, contro un’epoca
in cui «le forze del militarismo e del nazionalismo erano ovunque in
ascesa».
Arnold Zweig (1887-1968) è stato un prolifico scrittore tedesco di origine ebraica. Marxista e pacifista, ha narrato la Prima guerra mondiale in romanzi di grande successo. Con l’ascesa del nazismo, nel 1933 fu costretto a emigrare in Palestina. Scettico del progetto sionista, dopo il 1948 si stabilì nella Germania dell’Est, di cui divenne una figura culturale di primo piano. Fu insignito del premio Kleist (1915) e del premio Lenin per la pace (1958).
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