L'impudente intromissione del ragazzo mi fece andare su tutte le
furie. Gli dissi di badare ai fatti suoi, che ero stufa di sentirmi
sempre sbattere in faccia la Causa. Non credevo assolutamente che una
causa ispirata a un magnifico ideale, all'anarchismo, alla libertà da
ogni convenzione e pregiudizio, presupponesse il rifiuto della vita e
della felicità. La Causa non poteva pretendere che mi tramutassi in una
suora e neppure che il movimento poteva trasformarsi in un convento. Se
il suo significato era questo, non volevo averci nulla a che fare.
"Voglio la libertà, io, voglio che tutti abbiano il diritto di esprimere
se stessi, di godere le cose belle". Questo era il significato che
attribuivo all'anarchismo e così l'avrei vissuto, a ogni costo —
prigione, persecuzioni, qualsiasi cosa».
Emma Goldman
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