Caro Paolo Nori,
tu stai per venire nella nostra città, Cremona, a parlarci del libro che hai pubblicato con Il Saggiatore e che hai chiamato "La Svizzera".
Allora ci è venuto desiderio di raccontarti che a Cremona, nella lunga, vecchia via che portava a Milano, via Milano per l'appunto (la determinazione della provincia a chiamare le cose per quello che sono anche tu la conosci) si trova un pezzo di terra che ha ospitato un bordello con osteria, un'osteria con bordello, un bordello con vini, un'osteria con ragazze per moltissimi anni e che si è sempre chiamata La Svizzera.
Si trova alla fine delle case, alla fine della città. Non è periferia e non è altro. Quando si arriva alla sua altezza si sente con chiarezza che l'afa cittadina ti lascia e qualcosa di fresco ti prende.
Di fronte a questo pezzo di terra, esattamente dall'altra parte della strada, c'è stata per tanti, tanti anni una Caserma di cui non restano che pochi ruderi e molti alberi dimenticati dagli uomini che hanno smesso di curarli e che, proprio per questo, sono molto belli.
Allora, ecco compreso perchè La Svizzera.
Si attraversava la strada: di qua le luci, gli ordini, il comando,l'obbedienza spesso dolente e ottusa.
Di là il buio con i suoi giochi di ombre notturne, il vino, le risate, lo smarrimento disobbediente e forse felice.
La Svizzera, insomma
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