Bambino che legge. Dalla biblioteca scolastica si riceve un libro. Nelle classi inferiori avviene la distribuzione. Solo di tanto in tanto si azzarda una preferenza. Spesso, con invidia, si vedono finire in altre mani libri ardentemente desiderati. Alla fine si riceveva il proprio. Per una settimana si era prigionieri del turbinio del testo, che lieve e segreto, fitto e incessante ti avvolgeva come fiocchi di neve. Vi si entrava con sconfinata fiducia. Silenzio del libro, che invitava ad andare avanti, avanti! Il suo contenuto aveva poca importanza. Perchè la lettura cadeva ancora nel tempo in cui, a letto, s'inventavano storie per proprio conto. Di queste il bambino segue le tracce mezzo cancellate. Leggendo si tura le orecchie; il suo libro poggia sul tavolo troppo alto e una mano è sempre sulla pagina. Per lui le avventure dell'eroe van lette ancora, in quel turbine di caratteri, come si leggono figura e messaggio nello sfarfallio dei fiocchi. Il suo respiro è dentro l'aria degli eventi e tutte le figure gli alitano in faccia. Lui si mescola ai personaggi assai più dell'adulto. E' colpito oltre ogni dire dalla vicenda e dalle parole che vi si scambiano, e quando si alza è tutto coperto dalla nevicata di quel che ha letto.
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