lunedì 8 maggio 2017

Sabato al Kavarna: presentazione di "Disumanità della religione" di Raoul Vaneigem









Dalle 20:
Disumanità della religione di Raoul Vaneigem, traduzione di Andrea Babini, Massari editore, settembre 2016, pagine 190; il volume contiene anche due saggi di Federico Battistutta.

Per Vaneigem, due sono i grandi mali che affliggono l'uomo, anzi le condanne che l'uomo stesso si è autoinflitto: la religione e l'economia. Sia l'una che l'altra negano l'uomo a se stesso, lo disumanizzano, facendogli credere che la vita non sia altro che una punizione e la felicità una colpa.
La rinuncia alla propria corporeità, sensuale e sensoriale, in favore di uno Spirito “che abita il Cielo degli dei e delle idee” e da cui tutto dipende, fa sì che l'essere umano, invece di vivere, sopravviva, schiavo del lavoro e servo della casta sacerdotale.
Ma se la favola mitica si accompagna al mercato della merce, se il rito sacro è tale e quale lo scambio monetario, allora -dice Vaneigem- i soli antidoti che salveranno l'uomo dalle proprie paure sono il desiderio e la gratuità. Sono queste le “scintille incendiarie che ardono sotto la cenere”, fin dai tempi della religio originaria: unione simbiotica fra gli esseri indistinti, rinnovando la quale l'uomo si libera dal bisogno di dare un senso al tutto e diventa capace di creare se stesso come un vivente fra i viventi.

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