mercoledì 31 maggio 2017

Diffidare degli eventi, dei festival, delle inaugurazioni, delleuna tantum: la cultura ha bisogno di strutture stabili, finanziamenti continui, indipendenza dalla politica, visione lunga e disinteressata.

Tomaso Montanari, Decalogo della politica culturale per sindaci

Decalogo della politica culturale comunale: ovvero cosa può fare (e non fare) un sindaco per la cultura.
  1. Costruire spazi e momenti liberi dal mercato: perché la cultura è quella cosa (ormai l’unica) che non ci fa clienti, spettatori, consumatori, ma cittadini sovrani. Recuperare spazi pubblici inutilizzati, non alienarli e metterli invece a disposizione delle associazioni di cittadini che sanno costruire cultura.
  2. Tenere aperta almeno una biblioteca fino a mezzanotte, tutte le sere.
  3. Non organizzare nemmeno una mostra: ogni volta che viene voglia di farne una, pensare a quanti monumenti del territorio comunale sono chiusi o in pericolo, e provare a salvarne almeno uno, coinvolgendo i cittadini con una campagna di comunicazione.
  4. Costruire la politica culturale ascoltando chi sa cos’è la cultura: cioè chi la produce. Non pensare in termini di appartenenza, ma di competenza.
  5. Investire in ricerca: anche il più piccolo museo civico, se è abitato da un giovane ricercatore, può diventare un luogo di produzione e redistribuzione della conoscenza.
  6. Invitare un giovane artista ad abitare per qualche mese nel territorio comunale, pagandogli l’ospitalità. E chiedendogli di realizzare un’opera d’arte pubblica per la parte più brutta e disagiata del comune: un’opera la cui esatta destinazione e le cui caratteristiche andranno decise almeno in parte attraverso un cammino di partecipazione.
  7. Promuovere e finanziare la costituzione di orchestre giovanili di musica classica nei quartieri più degradati e con maggiori problemi di inclusione.
  8. Assicurarsi che esista almeno un teatro: se c’è, aprirlo a tutti, con agevolazioni, campagne, programmi di collaborazione con le scuole. Se non c’è, farlo.
  9. Diffidare degli eventi, dei festival, delle inaugurazioni, delleuna tantum: la cultura ha bisogno di strutture stabili, finanziamenti continui, indipendenza dalla politica, visione lunga e disinteressata.
  10. Praticare la cultura in prima persona: un sindaco che trova il tempo di leggere, ascoltare musica, andare a teatro, conoscere un museo sarà un sindaco migliore. Oltre che un essere umano più compiuto: e, forse, più felice.

7 commenti:

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  2. Penso e scrivo su questi temi da sempre, quindi sono generalmente d'accordo.
    Non condivido, nello specifico, il punto n. 4 perché sono convinto che la cultura sia espressione anche di chi non la 'produce' (termine che non mi piace) e tutti vadano ascoltati e abbiano il diritto di esprimere quello che pensano e desiderano.Il n. 7, poi, mi sembra esprima un'idea vecchia, che appartiene proprio a questa 'politica culturale' che vorremmo diversa: la musica, l'orchestra, non può essere solo 'classica', perché tante e diversificate sono le musiche del mondo... Credo inoltre che i quartieri più degradati abbiano oggi altre priorità che non la costituzione di orchestre giovanili di musica classica.
    Seppur espressione di una logica 'riformista', questo decalogo è una buona base di discussione da cui partire.
    Luca Ferrari

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  3. Sono idee positive, alcune tanto semplici quanto, in potenza, efficaci (come l’apertura delle biblioteche).
    Sarebbe bello che qualche sindaco, magari di una città medio-piccola, avesse l’ardire di buttarsi in una tale sperimentazione (già mi immagino i commenti della gente se si decidesse di pagare vitto e alloggio a un giovane artista per qualche mese).
    Chissà se queste proposte, magari realizzate in sordina, sarebbero in grado, in qualche anno, di aprire qualche testa e ricostruire un minimo, sincero, tessuto sociale cogitante.

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  4. Condivido ogni parola del decalogo, così come ogni spunto che Montanari ci offre nel saggio "Privati del patrimonio"... da regalare ad ogni sindaco, con obbligo di lettura.. Daniela Stella B.

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  5. Condivido i principi per continuare a fare cultura nei ns. territori.
    Purtroppo la politica non aiuta anzi a volte è un ostacolo.
    Ma mai mollare : l'avrebbero vinta qulli che , con frase molto infelice, affermavano che "con la cultura non si mangia"
    Noi dimostriamo il contrario e continueremo a farlo.In bocca al lupo.

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  6. Decalogo interessante. Concordo con il parere del Sig. Luca Chino Ferrari circa il punto 4 e riguardo al punto 7 ritengo che dovrebbe venire valorizzata la musica in base ai gusti ed il talento di coloro che vi si cimentano. Capisco che siamo nella città dei violini stradivariani (che comunque vanno assolutamente valorizzati), però se un giovane vuole suonare ad esempio in un gruppo rock, in questa città "assopita",credo che vada considerato nello stesso modo di un giovane che vuol suonare in un'orchestra di musica classica. Spero che questo decalogo serva a spronare coloro che, come me, abbiano voglia d'impegnarsi in qualcosa di socialmente utile e costruttivo. Un saluto, Davide.

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