venerdì 5 maggio 2017
Contro Agamben, con Agamben
Da bimbo mi facevano paura le piante: il loro fogliame mi strillava alle orecchie, dalle finestre entravano come ombre le loro anime ostili.
Capitava che già a maggio festeggiassero il proprio sabba. A luglio - l'una spezzando gli steli, i rami l'altra - si mettevano in cammino ubriache: l'acacia, il luppolo, la pulmonaria, il verbasco, il ricino, il farfaro, il frassino, l'acetosella, il tremolo, la frangola, il viburno...
Le une come spalle zingaresche, con fischi di cosacchi le altre.
Arsenij Tarkovskij
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