giovedì 2 dicembre 2010

cadets

La mia libraia mi rompe sempre le palle.
"Hai visto che traduzione sgradevole ha dato Vittorio Sereni di " Due rive ci vogliono " di Rene' Char ?"
Io alzo il sopracciglio.Chi è mai questo Renè Char ?
Lei prosegue: " Senti : " Due rive ci vogliono per la verità:per la nostra andata,per il nostro ritorno.Strade che bevano le loro nebbie.Che serbino intatte le nostre risate felici.Che,interrotte,ancora salvaguardino i nostri minori a nuoto in acque gelide "
I nostri minori ?Quasi grida. Bruttissimo. Ti ricorda la censura,i dialoghi notarili,le leggi,gli orfani e le vedove.Non c'è più affetto nella parola. Il concetto è importante,c'è qualcuno giovane,inerme,senza potere,l'ultimo figlio,quello a cui non spetta nulla che deve attraversare acque inospitali.E provare a tradurre con " i nostri fratelli minori ", " gli ultimogeniti", "la nostra ultima generazione ?" ?

Boh,io la guardo.Non so cosa pensare.

Pero' mi piace questo blabla sugli innocenti sfigati in acque gelide,qualcosa mi pare di vedere.

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