sabato 24 ottobre 2020

Ivan Illich

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"Siamo tutti mutilati- chi fisicamente, chi intellettualmente, chi psicologicamente. E' per questo che dobbiamo lavorare insieme, per creare il mondo nuovo. Non c'è più tempo per la distruzione, l'odio, la collera. Dobbiamo costruire, in speranza, gioia, celebrazione. Andare incontro alla nuova era di abbondanza ciascuno col campo d'azione che si è scelto e con la libertà di seguire il ritmo del proprio cuore. Riconoscere che una volta soddisfatti i suoi bisogni di cibo, vestiario, riparo, per l'uomo è essenziale tendere alla realizzazione di sè, alla poesia, al gioco...ma dobbiamo anche riconoscere che questo nostro tendere all'autorealizzazione è gravemente intralciato da strutture obsolete, proprie dell'era industriale.Ora come ora, siamo bloccati e pressati dall'impatto della potenza umana in costante aumento. I nostri attuali sistemi ci obbligano a sviluppare e accettare qualsiasi tipo di armamento la tecnologia renda possibile; il nostro attuale sistema ci obbliga a sviluppare e accettare qualsiasi miglioria in termini di macchinari, attrezzature, materiali e rifornimenti che accresca la produzione e abbatta i costi; il nostro sistema attuale ci obbliga a sviluppare e accettare le tecniche pubblicitarie e la persuasione occulta del consumatore.

           Per convincere il cittadino che è ancora lui a controllare il suo destino, che sono i valori morali a informare le decisioni e che la tecnologia è una forza ancillare anzichè dominante è oggi necessario distorcere l'informazione.

L'ideale di informare il pubblico ha lasciato il posto al compito di convincerlo che scelte obbligate sono in realtà azioni desiderabili.".


            da "Celebrare la consapevolezza", Ivan Illich, Neri Pozza, la quarta prosa collana diretta da Giorgio Agamben

            

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