Città deserte, duro colpo anche per
librerie
“La
chiusura alle 18 di bar e ristoranti creerà un effetto boomerang sul commercio,
tranne quello alimentare. Tutte quelle persone che si concedevano, dopo il
lavoro, una passeggiata, una cena o un aperitivo e che prima magari passavano in
libreria, ora rimarranno a casa, facendo nuovamente precipitare le vendite di
libri, già tremendamente compromesse”.
Così
Cristina Giussani, presidente del Sindacato italiano librai.
“Le librerie vivono costantemente la concorrenza dell’on line: la nostra forza è
proprio nel confronto con il cliente, nella presenza fisica nel negozio. Ma se
le persone si ritroveranno città deserte, con pubblici esercizi chiusi, interi
quartieri vuoti, preferiranno restare a casa condannando molti di noi alla chiusura definitiva e i nostri centri
storici alla desertificazione completa”.
“Un libro –
continua Giussani – in momenti come questo, di preoccupazione e tensione, può
aiutare a ritrovare normalità. Per questo occorre mettere nelle condizioni le
librerie di operare nel miglior modo possibile. Abbiamo perso la possibilità di
fare degli eventi, ora ci ritroviamo con città vuote dal pomeriggio, senza
considerare che molte persone scelgono già di restare a casa per timore del
contagio. Questa ulteriore stretta sta condannando anche noi ad una “morte
annunciata”.
“Torniamo a
ribadire – conclude la presidente del Sil – che comprendiamo e condividiamo che
la priorità sia la salute pubblica: come più volte detto, però, dietro una
chiusura di un negozio ci sono famiglie che si ritrovano senza lavoro con
conseguenze drammatiche. Auspichiamo in un rapido confronto con il Governo e
soprattutto garanzie immediate che nelle settimane precedenti il Natale ci venga
consentito di operare a pieno regime. Altrimenti il 2021 sarà l’anno che
decreterà la fine di tanti di noi, allontanando ancor più le persone dalla
lettura e creando un vuoto culturale difficile da colmare in
futuro”.
|
Nessun commento:
Posta un commento