Nonostante la sedicente efficienza nazista sia stata sbandierata
per mettere in dubbio la veridicità dell’iniziativa individuale di
Elser, e nonostante le chiacchiere dei suoi compagni di sventura di
Sachsenhausen secondo cui Elser avrebbe agito, come Van der Lubbe, su
commissione degli stessi nazisti, oggi nessuno osa più negare la
sincerità della sua impresa. La sua memoria, come quella dei numerosi
autori dei falliti attentati ad Hitler, è stata a lungo cancellata dagli
storici attenti solo alla ragione di Stato, nonché da certi
rivoluzionari amanti delle azioni collettive e poco desiderosi di dare
una «cattiva reputazione» al proprio movimento ideologico.
Perché tutti loro, nessuno escluso, non possono tollerare la
constatazione che la determinazione di un singolo individuo, diversa
dalla lamentosa impotenza delle masse, avrebbe potuto cambiare la storia
salvandola da quel che è stato definito Male Assoluto. Per soli
sfortunati 13 minuti, la seconda guerra mondiale non venne scongiurata
sul nascere, risparmiando milioni di vite umane e indicibili sofferenze.
A sfiorare questa impresa non fu un governo illuminato, non fu una
efficiente organizzazione. Fu un piccolo uomo, solo, o forse con qualche
compagno. Ecco perché il nome di Georg Elser è stato rimosso per tanto
tempo, ed ecco perché qui gli rendiamo omaggio. Nulla è impossibile per
una volontà mossa dal desiderio. E, nonostante i rovesci
dell’imprevisto, il ticchettio di quell’orologio lo si può udire ancora oggi.
[da Insolito sguardo, "gratisedizioni", marzo 2015]
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