giovedì 26 ottobre 2017

Versi straccioni

Gli spigolatori



Le spighe mietute sono in covoni. Eh! hue! oh! dià! I carri trasporteranno domani la parte migliore. È la volta degli spigolatori. Ora. È la volta degli spigolatori.
Allerta! o madre, e voi, o figli, su! andiamo pel campo irsuto come i nostri capelli ed una spiga sola non ci sfugga. È la volta degli spigolatori. Ora. È la volta degli spigolatori.
L'annata è buona, grossi sono i grani. A voi. Tastate questa spiga: piena, dura, e come fiorisce! È la volta degli spigolatori. Ora. È la volta degli spigolatori.
Rimane grano lungo il solco, quanto basta a riempir più di una corba, tanto per non morir di fame. È la volta degli spigolatori. Ora. È la volta degli spigolatori.
Potessimo venderne un po', per qualche soldo, andremmo al Biancospino a bere un gotto di vino fragrante. È la volta degli spigolatori. Ora. È la volta degli spigolatori.

O voi! Passando vicino ai covoni, rubate, rubate ai padroni. E ricordate che pane ci vuole a quei che non han burro. È la volta degli spigolatori. Ora. È la volta degli spigolatori.
 
I marmocchi
Aprite la porta ai marmocchi, hanno tanto freddo. Battono i denti, i poveri piccini. Ohé! Vi ascoltano! Come fa caldo, là dentro. Buona gente, fa freddo qua fuori
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Aprite la porta ai marmocchi, hanno tanta fame. Battono i denti, i poveri piccini. Ohé! Vogliono entrare! Voi mangiate, là dentro. Buona gente, essi hanno il ventre vuoto.

Aprite la porta ai marmocchi, hanno tanto sonno. Battono i denti, i poveri piccini. Ohé! Montano sulla cascina! Voi dormite, là dentro. Buona gente, essi hanno gli occhi stanchi.
Aprite la porta ai marmocchi, hanno un fiammifero. Battono i denti, i poveri piccini. Ohé! Orecchie da mercante! Vedremo là dentro, buona gente, se il fuoco vi risveglia.
Jean Richepin, Chanson des gueux, 1876

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