Saul
Palowski, inventore di continui segni parole musiche, è un
viaggiatore del mondo onirico da cui emerge ora atterrito,
ora divertito e giocoso.
viaggiatore del mondo onirico da cui emerge ora atterrito,
ora divertito e giocoso.
La sua
straordinaria esuberanza immaginativa, ricca di un incredibile accumulo
di minimi dettagli, racconta che forse non c'è soluzione all'enigma del
mondo ma che è possibile compiacersi dell'enigma
stesso.
I suoi padri
sono il vagabondaggio, la filosofia, la scrittura della beat generation.
Saul viene
da lì, da quelle scarpe da ginnastica frustre per il tanto
camminare, da quei pantaloni troppo grandi, perchè si può sopportare anche la fame pur di proseguire la ricerca di cosa ci sia oltre le mura dell' abitudine.
camminare, da quei pantaloni troppo grandi, perchè si può sopportare anche la fame pur di proseguire la ricerca di cosa ci sia oltre le mura dell' abitudine.
Saul viene
da lì ma, figlio del suo tempo, ci dice anche cose nuovissime, ad esempio che a
un ragazzo, oggi, serve molto molto coraggio.
La sua
estetica suggerisce una vecchia filastrocca che
terminava così:
terminava così:
"
Guarda bene/ quel che vedi non c'è/ quel che non vedi c'è”
I
quadri-collage ci accompagneranno nell'anno nuovo.
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