lunedì 17 novembre 2014

rievocazioni medievali con arpa



Nel frattempo, avanzava dal fondo della via, frastornata, una banda inneggiante a nessuno: il condottiero impugnava una scopa intinta nella merda, a dedurlo dall'odore. Gli altri suonavano come le scimmie, percuotendo pentole di ogni sorta o dandosele in testa. Il sindaco pisciava dal suo balcone sulla moltitudine. La maggior parte, senza fantasia, dava l'assalto all'unico artificiere-vestiarista del paese, e ne riusciva in domino, in maschera. Il maresciallo dei carabinieri accorreva invece dalla parte opposta, «rimota» alla campagna, saltellando alla corda. Il vescovo non si buttava dall'alto del campanile, perché nessuno se ne sarebbe accorto. Alcuni, prendendo di mira un qualche muro bianco, vi si schiacciavano contro, non senza conseguenze sanguinose. Altri, più sprovveduti, s'arrampicavano sui pali dell'alta tensione e giustamente morivano, fulminati all'istante. Chi era sordo fingeva d'aver capito. Chi era zoppo provava a camminare; chi era muto faceva a non vederci. Ma nessuno ci avrebbe creduto, perché non c'erano degli «a solo». Ogni follia, al contrario, era eseguita da tutto un gruppo, a dir meglio: un partito. Dio mio, che cosa stavano facendo?! 


           Carmelo Bene, CREDITO ITALIANO V.E.R.D.I.

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