giovedì 26 giugno 2014

Antonio Moresco



Erice, odoranti di salvia i suoi paradisi,

ingiù dallo scosceso il mare cresputo immobile,

terse come stoviglie le strade spirali

ingressi ed imposte chiusi,

laddentro cortili dove minuscole lune

l’acqua nei profondissimi pozzi in echi,

ben scarsa entro cisterna simmetrica,

frammezzo qualche albero,

mura mura convolvoli,

secondari usci su candida viuzza

tra verdi persiane opposti a quelli maestri


 


Antonio Pizzuto, Testamento 




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