La mia bella mano che già distrinse si
decontrae giace sul lenzuolo sul firmamento tra mosche
e ore in ronzio orbitale e istigazioni e semplicità:
ah come ritorcersi verso un’altra castità
svischiarsi da niente a niente tra due diversi niente,
ma perchè
mi hanno ferita? Ho sentito bisbigliare
ho sentito sparlare scommettere sul mio ferimento
- Ho sentito parlare del tuo ferimento
in un nerofilm in un trucco cromatico in un blocco di
cronaca
qui dentro l’erba
là fuori nella
neve che errava tra i boschi
Andrea Zanzotto, Gli sguardi, i fatti, i senhal
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