apericena al Carrobbio e lettura del cielo con gli astrofili della Specola
Locanda del Carrobbio - tel. 0372 560963 (cell. 333 3821955)
domenica 4 settembre 2011
dalle ore 20 alle 23,30
"La contemplazione della volta celeste, da sola, suscita nella coscienza primitiva un'esperienza religiosa." Queste parole, prese dal Trattato di storia delle religioni di Mircea Eliade, bastano a confermare che la somiglianza tra i popoli civilizzati e i cosiddetti primitivi non risiede soltanto nelle brutali costumanze della crudeltà. Qualunque essere umano che non sia totalmente degenerato sul piano della sensibilità, sarà lieto di avvertire questa somiglianza ogni volta che innalza gli occhi al cielo.
Dalle ore 20 si potrà degustare piatti a base di zucca, funghi e altri innumerevoli alimenti di stagione. Il tutto al costo di € 20 e previa gradita prenotazione (0372 560963 - 333 3821955).
Dalle ore 21, dopo una breve esposizione introduttiva sulla 'mappa del cielo di fine estate' a cura degli esperti astrofili cremonesi, sarà possibile osservare la volta celeste, sia a occhio nudo, sia avvalendosi degli strumenti telescopici 'da campo', messi a disposizione dalla Specola cittadina.
Se tutto scorrerà come nel progetto degli organizzatori, la rete di sinergie e di reciproci potenziamenti (gustativi, olfattivi, visivi e - in senso lato - 'animici') determinerà alla fine un milieu percettivo in grado di approssimare l'intensità dei versi che Tudor Arghesi scrisse per celebrare il mistero di una notte d'inizio autunno: "Il mondo è lastricato di luce, / come una chiesa di fumo e di resina, / e gli uomini, ebbri di cielo, / si cullano in paramenti da profeti. / Fredda, fragile, nuova, verginale, / la luce porta l'umanità in grembo / e il suo nitido tocco di raso / l'anima e il collo ingioiella. / I chicchi di ghiaia rossa del giardino / sono, sgranati e dispersi, i suoi grappoli. / Si ordiscon lente le pesanti coltri / in cui si seppelliscono le foglie. / Dall'anima risorta, come da sorgente, / bevono le capre dei ricordi, / e nello zufolo di vetro del fringuello / giocano i gatti con i capretti. / Distingui il vagito del bimbo nel vento / cantato da una voce della terra. / Nato in me, il bambino resta in me il bambino / e lo metto, ramoscello augurale, tra le braccia della luce." (La poesia del grande poeta rumeno s'intitola Vento d'autunno ed è tratta dalla raccolta Accordi di parole, pubblicata da Einaudi nel 1972 con la traduzione di Marco Cugno).
La serata del 4 settembre sarà anche l'ultima occasione per visitare la mostra fotografica di Vittorio Dotti dal titolo Di terre, d'acque, di nuvole, allestita da alcuni mesi nelle sale interne del Carrobbio.
In caso di maltempo l'incontro si svolgerà lo stesso; con la limitazione, però, che l'osservazione della volta celeste avverrà soltanto attraverso una simulazione virtuale.
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