Vecchi libri per l ’infanzia [II]
«Perché colleziona libri?» Nessuno ha mai
esortato i bibliofili a riflettere su se stessi, con una domanda del genere?
Come sarebbero interessanti le risposte, almeno quelle sincere! Poiché soltanto
i non iniziati possono credere che anche qui non ci sia qualcosa da nascondere
e mascherare. Orgoglio, solitudine, amarezza
- è questo il lato negativo di certe nature di
collezionisti cosi colte e felici. Di quando in quando ogni passione rivela i
suoi tratti demoniaci; la storia della bibliofilia può testimoniarlo più di
ogni altra. Nulla di tutto questo compare nel credo da collezionista di Karl
Hobrecker, la cui grande raccolta di libri per bambini è ora resa nota al
pubblico dalla sua opera. Per coloro a cui non lo dicesse la persona cordiale,
fine dell’autore, a cui non lo dicesse ogni pagina del libro, sarebbe sufficiente
riflettere: poteva scoprire questo campo di collezione - il libro infantile -
soltanto chi non ha ripudiato la gioia infantile per esso. Essa è l’origine
della sua biblioteca, e di essa avrà bisogno ogni altra simile, per poter
prosperare. Un libro, anzi una pagina di un libro, una semplice illustrazione nella
copia antiquata, che forse è stata ereditata dalla madre e dalla nonna, può
essere il supporto intorno a cui si avvolge la prima, tenera radice di questa
inclinazione. Non importa che la copertina sia mezza staccata, che manchino
delle pagine e che qua e là mani maldestre abbiano colorato le silografie. La
ricerca del bell'esemplare ha la sua giustificazione, ma proprio qui il pedante
si romperà l’osso del collo. Ed è un bene, che la patina che le mani non lavate
dei bambini hanno posato sulle pagine tenga lontano il bibliofilo snob. Quando
Hobrecker cominciò la sua collezione, venticinque anni fa, i vecchi libri per
bambini erano considerati cartaccia. Egli ha anzitutto offerto loro un rifugio
dove sono protetti dal macero per un certo tempo. Tra le parecchie migliaia che
riempiono i suoi armadi alcune centinaia
possono ritrovarsi soltanto da lui, in un’unica, ultima copia. Questo primo archivista
del libro infantile non si presenta affatto al pubblico, nel suo libro, con la
dignità e gravità del suo grado. Non cerca di ottenere approvazione per il suo lavoro,
ma partecipazione alla bellezza che esso gli ha dischiuso.[...]
Comunque
sia: se si considera sia la figura interna che quella esterna della stessa opera di
Hobrecker, essa è interamente pervasa dal fascino dei più amabili libri
romantici per bambini. Silo- grafie, illustrazioni a tutta pagina, silhouette e
illustrazioni finemente colorate inserite nel testo, fanno di quest’opera un
libro di casa estremamente piacevole, che non è soltanto una gioia per
l’adulto, ma può essere benissimo dato in mano ai bambini affinché cerchino di
imparare l’alfabeto sui testi dei vecchi abbecedari o di dipingere secondo il
modello delle illustrazioni. Quanto al collezionista, soltanto il timore di
veder salire i prezzi getterà un’ombra sulla sua gioia. In compenso gli rimane
la speranza che quest’opera possa salvare la vita a qualche volumetto che era
stato negligentemente votato alla distruzione.
[1924]
Walter Benjamin, Alte vergessene kinderbucher [II], in W. Benjamin, Opere complete vol. 2 (1923-1927), Torino: Einaudi, 2001, pp. 50-57.
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